Conferenza sul commercio illegale di natura, WWF: “Passare dalle parole ai fatti”

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Stimato per un valore di quasi 20 miliardi di dollari l’anno, il commercio illegale di specie selvatiche sta portando all’estinzione sia animali importanti, come i pangolini (uccisi per il commercio delle loro scaglie) o le tigri, sia le piante come il palissandro e il tek. Ogni giorno circa 55 elefanti africani vengono uccisi dai bracconieri per l’avorio“: lo riporta in una nota WWF Italia.

Alla quarta conferenza globale sul commercio illegale di natura i leader globali hanno riconosciuto la necessità di intraprendere un’azione collettiva urgente per combattere il commercio illegale di specie selvatiche. Ospitata dal governo britannico a Londra, la conferenza ha sottolineato la necessità di affrontare il commercio illegale come un vero e proprio crimine organizzato, lavorare in collaborazione con nuovi partner e raddoppiare gli sforzi per ridurre la domanda di prodotti derivanti dalla wildlife. Anche il ruolo essenziale delle comunità locali è emerso con forza come tema unificante.

Il WWF “accoglie con favore i rinnovati impegni per stroncare il commercio illegale, ma invita i governi a trasformare questi impegni in azioni concrete e a impegnarsi per proteggere gli ambienti naturali da cui dipendono le specie minacciate così come i ranger, impegnati sul campo ogni giorno nella difficile battaglia per salvare le specie in pericolo.

Per questo WWF YOUng, la community giovani di WWF Italia, ha lanciato oggi una petizione per chiedere al ministro dell’Ambiente Sergio Costa la chiusura totale del commercio d’avorio in Italia e al Vaticano un gesto simbolico per contrastare il traffico d’avorio nel mondo.

Tanya Steele, WWF-UK, ha dichiarato: “Il tempo stringe per troppe delle nostre specie iconiche, inclusi elefanti e tigri. Dobbiamo agire subito per fermare questo grave crimine organizzato. Se vogliamo seriamente correre ai ripari, nel 2020 avremo bisogno di un nuovo accordo globale per la natura”.

La conferenza, prosegue la nota, “ha messo in evidenza l’importanza di affrontare i crimini finanziari legati al commercio illegale di animali selvatici e di identificare i beneficiari di questi crimini. Alla vigilia della conferenza, 28 istituzioni finanziarie globali hanno firmato la Dichiarazione di Mansion House come parte della riunione della Task Force finanziaria di United for Wildlife, impegnandosi a mettere insieme meccanismi efficaci per identificare e affrontare transazioni sospette.

Il traffico di risorse naturali, a cui appartiene il commercio di specie selvatiche, è secondo un recente rapporto diffuso dalla Global Alliance Against transnational organized crime, realizzato in collaborazione con INTERPOL, il principale vettore di finanziamenti a livello globale per terroristi e gruppi armati.

L’uso criminale delle risorse naturali, dalle foreste, alle zanne di elefante, metta a serio rischio la stabilità dei governi, la sicurezza delle comunità e rafforzi i sistemi di corruzione e di criminalità diffusa.”

In vista della conferenza, il WWF ha pubblicato “un sondaggio sulle condizioni di lavoro dei ranger della fauna selvatica. Il report rivela come gli sforzi dei ranger per proteggere rinoceronti e tigri siano fortemente compromessi da malattie prevenibili come la malaria, dalla mancanza di accesso all’acqua potabile e ai beni di prima necessità.”

Commentando il sondaggio, Rohit Singh, Zero Poaching Leader del WWF, ha dichiarato: “I rangers sono in prima linea in difesa della natura contro i trafficanti di animali selvatici. Eppure il nostro sondaggio – il più grande mai condotto – ha rivelato una scioccante mancanza di accesso all’assistenza sanitaria di base, alle attrezzature e alla formazione. I governi devono affrontare questo problema con urgenza: queste carenze mettono in pericolo la vita dei ranger e, di conseguenza, la natura e la fauna selvatica”.

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