Il Dott. Troels Johansen, uno degli autori di uno studio pilota dell’Aarhus University che potrebbe rivoluzionare il modo di combattere l’emicrania, spiega che la patologia si verifica come parte di una reazione a catena durante la quale le vene del cervello si contraggono e il sangue non riesce a rifornire il cervello con ossigeno a sufficienza.
Nello studio, pubblicato sulla rivista Cephalalgia, sono stati esaminati 11 pazienti che soffrono di emicrania con aura, cioè coloro che vivono disturbi visivi o sensoriali prima dell’inizio di forti mal di testa. Lo studio ha dimostrato che cambiando leggermente le molecole del corpo utilizzando un piccolo inalatore, i pazienti potranno ridurre o addirittura fare completamente a meno dei farmaci per combattere l’emicrania.
“Utilizziamo anidride carbonica e ossigeno, che sono molecole naturali del corpo, per attivare la sua difesa contro gli attacchi di emicrania. L’inalatore espande fino al 70% i vasi sanguigni che riforniscono il cervello di ossigeno e quindi blocca la distruttiva reazione a catena”, spiega Johansen, aggiungendo che l’effetto del trattamento inizia entro pochi secondi.
Lo studio pilota è stato condotto tra il 2016 e il 2017. Uno dei risultati era che l’effetto del sollievo dal dolore aumentava notevolmente ad ogni uso dell’inalatore. Il 45% dei pazienti ha vissuto l’effetto al primo utilizzo e il numero è salito al 78% al secondo utilizzo.
Johansen ha già messo in produzione l’inalatore con la compagnia BalancAir. Dal momento che il progetto pilota è limitato all’emicrania con aura e che comprendeva solo 11 pazienti, Johansen ora progetta di condurre una prova clinica più ampia che includa anche pazienti con emicrania cronica ed emicrania senza aura.