Sottoporsi a diete estreme provoca cambiamenti corporei a breve termine che potrebbero avere conseguenze a lungo termine sulla salute, secondo un nuovo studio. I risultati sono stati presentati alla conferenza Cardiovascular, Renal and Metabolic Diseases: Sex-Specific Implications for Physiology dell’American Physiological Society (APS), tenutasi ieri a Knoxville, in Tennessee.
Le donne sono più propense rispetto agli uomini a seguire diete “ferree” in cui il peso corporeo diminuisce rapidamente e drasticamente. Questo tipo di dieta comporta rischi a breve e lungo termine con possibili danni al cuore, ai reni e al sistema circolatorio.
Il ritorno ai soliti modelli alimentari ripristinava velocemente il ciclo, il peso corporeo, la pressione sanguigna e il battito cardiaco. Tuttavia, gli animali avevano un maggior accumulo di grasso addominale a 3 mesi dalla fine della dieta rispetto agli animali che non l’avevano seguita.
“Ancora più preoccupante era il risultato secondo cui l’angiotensina II, un ormone del corpo, era più potente nell’aumentare la pressione sanguigna nei topi che seguivano la dieta”, ha spiegato la Dott.ssa Aline de Souza, prima autrice dello studio. Nonostante i livelli di pressione sanguigna dei ratti in recupero restassero normali, le reazioni più alte della pressione all’angiotensina II potrebbero aumentare il rischio di sviluppare l’ipertensione. Insieme all’aumento del grasso addominale, questi cambiamenti nella struttura corporea potrebbero causare rischi a lungo termine per la salute delle persone che seguono questo tipo di dieta.