Studi precedenti hanno indicato che un alto e costante consumo di bevande zuccherate con dolcificanti a basso contenuto di calorie è associato ad un maggior rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, ma il meccanismo di tutto questo è ancora sconosciuto. Ora gli autori di un nuovo studio, presentato al meeting annuale dell’European Association for the Study of Diabetes (EASD), hanno dimostrato che aggiungere questi dolcificanti alle diete di soggetti sani e non diabetici per 2 settimane era sufficiente a provocare un aumento clinicamente notevole nelle reazioni del corpo al consumo di glucosio.
Il gruppo di studio era composto da 29 persone con età media di 30 anni e indice medio di massa corporea di 24 Kg/m². 14 partecipanti sono stati scelti in maniera casuale per consumare una combinazione di dolcificanti con poche calorie equivalenti a circa 1,5 litri di bevande dietetiche al giorno, mentre alle restanti 15 persone veniva dato un placebo. La dose di dolcificanti era somministrata sotto forma di capsule assunte 3 volte al giorno per 2 settimane.
Lo studio ha svelato che le persone che ricevevano i dolcificanti mostravano una maggiore variazione nei tipi di batteri presenti nelle feci e una notevole riduzione di un batterio benefico per la salute, l’Eubacterium cylindroides. Inoltre, erano diminuite anche le popolazioni di specie batteriche benefiche che aiutano a fermentare i cibi, mentre è stato osservato un aumento dei batteri intestinali opportunisti, ossia quei componenti della flora batterica normale che possono diventare patogeni. I ricercatori hanno anche osservato una riduzione della popolazione di batteri Butyrivibrio correlata ad un calo nel rilascio dell’ormone GLP-1, che aiuta a controllare i livelli di glicemia. Infine, sono stati osservati anche cambiamenti nell’abbondanza dei geni microbici coinvolti nel metabolismo di zuccheri semplici come saccarosio e glucosio.
Gli autori dello studio dichiarano: “In soggetti in salute e non diabetici, 2 settimane di integrazione di dolcificanti con poche calorie sono state sufficienti ad alterare i batteri intestinali e ad aumentare l’abbondanza di quelli che sono normalmente assenti in individui sani. La riduzione osservata delle popolazioni di batteri fermentanti e i cambiamenti nei percorsi utilizzati dai batteri per raccogliere energia predicevano un deterioramento dell’abilità del corpo di regolare il glucosio. I nostri risultati sostengono l’idea che tali dolcificanti peggiorino il controllo della glicemia in soggetti sani alterando la regolazione dell’assorbimento e dello smaltimento del glucosio e attraverso i cambiamenti nell’equilibrio dei batteri intestinali”.
Lo studio è stato condotto dal Prof. Richard Young e colleghi dell’University of Adelaide, Australia, insieme ai ricercatori del South Australian Health & Medical Research Institute di Adelaide e della Flinders University South Australia.