Oncologia: Italia all’avanguardia sui tumori genito-urinari

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Fare il punto sulle conoscenze e le ultime novità relative ai tumori della prostata, rene e vescica. E’ questo l’obiettivo che si pongono gli oltre 80 specialisti che oggi danno il via alla settima edizione del convegno internazionale Controversies in Genitourinary Tumors. L’evento si svolge all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. “Queste malattie oncologiche rappresentano il 20% di tutte le neoplasie registrate nel nostro Paese ogni anno – afferma il prof. Giuseppe Procopio, Responsabile dell’Oncologia Medica Genitourinaria dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. Sono patologie molto complesse e che interessano diversi specialisti. L’approccio deve quindi essere integrato e prevedere il continuo confronto tra i vari camici bianchi che prendono in cura il paziente. Con il convegno di Milano vogliamo creare un dibattito costruttivo circa le principali controversie sorte negli ultimi mesi sulle strategie di trattamento”. L’evento, dell’Istituto lombardo, prevede quattro sessioni per un totale di 22 interventi su diagnosi e terapie dei tumori genito-urinari. “In uro-oncologia l’evoluzione nella pratica clinica è estremamente veloce, molto di più che in altre branche dell’oncologia medica – aggiunge il prof. Filippo de Braud, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. E’ necessario un aggiornamento continuo. L’Italia è senza dubbio all’avanguardia nel mondo e nei nostri ospedali lavorano alcuni tra i migliori specialisti in circolazione. In particolare l’Istituto Tumori di Milano è da anni in prima linea nella ricerca medico-scientifica. Partecipiamo e collaboriamo a network internazionali e a studi svolti in tutto il Pianeta”. Al convegno ampio spazio è riservato al tema delle nuove cure. “Oggi contro il cancro alla prostata, al rene e alla vescica abbiamo a disposizione diversi approcci terapeutici – conclude Procopio -. Per quanto riguarda i farmaci le novità sono rappresentate dagli immuno-terapici e dagli agenti biologici a bersaglio molecolare. A questi vanno aggiunti nuovi ormoni che utilizziamo nella patologia prostatica e che hanno cambiato le prospettive, anche per la fase metastatica. Grazie a tutte queste cure innovative oggi otto pazienti su dieci, interessati da un tumore urogenitale, riescono a sopravvivere alla malattia. Tuttavia non bisogna abbandonarsi a facili ottimismi. Solo il tumore delle prostata, infatti, provoca ogni anno oltre 7.000 decessi. Bisogna quindi promuovere e coordinare maggiormente la ricerca medica sia dentro che fuori i confini nazionali”.

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