Paradosso della malattia renale: prevedibile e costosissima

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Si può prevenire con un sano stile di vita ed è semplice da diagnosticare. Eppure, oltre a essere una voce costosissima della Sanità, sta diventando un problema di salute pubblica di dimensioni preoccupanti. E’ la malattia renale cronica (Mrc) che interessa il 7% degli italiani ed è in progressivo e costante aumento perché raggiunge valori ancora più elevati, fino al 50%, fra coloro che hanno anche diabete, ipertensione arteriosa, obesità, dislipidemia. Ne parleranno gli specialisti della Societa’ Italiana di Nefrologia (SIN) nel corso del loro Congresso nazionale, da domani a domenica, a Rimini.

“Una patologia – afferma Stefano Bianchi, segretario SIN – che puo’ avere un impatto devastante sulla qualita’ di vita familiare e lavorativa delle persone (si pensi a coloro che devono trascorrere 3 mattine ogni settimana in ospedale per la dialisi) e che ha costi altrettanto rilevanti per il Sistema sanitario: un paziente in dialisi costa qualcosa come 50 mila euro all’anno. E i pazienti dializzati sono 45 mila. Basta moltiplicare per ottenere la cifra di 2,25 miliardi di euro, che si avvicina molto al 2% del costo dell’intera spesa della sanita’. Se si considerano poi anche coloro che hanno subito un trapianto di rene (20 mila) e tutte le altre persone con malattia renale cronica, il costo sale a circa 4 miliardi, il 4% dell’intero finanziamento della sanita’”.

Il vero paradosso, per Bianchi, e’ che la malattia renale e’ una patologia prevenibile, “e bisogna far aumentare la consapevolezza che stili di vita sani possono farlo”. Quanto alla diagnosi, nulla di piu’ semplice e poco costoso: “Bastano due semplici test – spiega Giuliano Brunori, Presidente eletto SIN – un esame delle urine per verificare la presenza di albumina e un esame del sangue per dosare la creatininemia. Ma sono esami che il medico deve prescrivere spesso, perche’ se aspetta che il paziente manifesti dei sintomi, gia’ il danno renale potrebbe essere avanzato”. Il Congresso di Rimini fara’ anche il punto sulla situazione trapianti (da cadavere e da vivente) che, grazie a un aumento delle donazioni e alla nuova duplice opportunita’ per i trapianti da cadavere, di poter prelevare sia a cuore battente che a cuore fermo, sono passati dai 2072 del 2016 ai 2244 del 2017, con un aumento del 10%.

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