Salute, pediatri: ecco come ridurre esami diagnostici e terapie inutili

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I pediatri di famiglia lanciano la loro “Top Five” per promuovere buone pratiche cliniche tra i professionisti della salute dei più giovani. Sono cinque raccomandazioni che hanno l’obiettivo di favorire l’appropriatezza prescrittiva di esami diagnostici e di alcune terapie per la cura dei più frequenti disturbi di salute dei bimbi promuovendo il dialogo tra pediatri e famiglie. Si tratta di un’iniziativa della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e rientra nel progetto “Fare di più non significa far meglio – Choosing Wisely Italia” lanciato nel 2012 dalla rete di professionisti e cittadini “Slow Medicine”. Le raccomandazioni della FIMP sono “ufficiali” e pubblicate, oltre che nel sito di Choosing Wisely Italia, nel sito dell’Istituto Superiore Sanità (ISS) all’interno del Sistema Nazionale Linee Guida. “Siamo arrivati a queste cinque raccomandazioni attraverso un’indagine e una riflessione interna che ha coinvolto oltre 1.040 pediatri di famiglia – sottolinea il dott. Mattia Doria, segretario nazionale alle attività scientifiche ed etiche della FIMP -. Abbiamo in un primo momento individuato 16 pratiche cliniche considerate a rischio di inappropriatezza. Tra queste ne sono state selezionate cinque. Con questo nuovo documento vogliamo dare un contributo utile a limitare l’utilizzo di pratiche cliniche non confermate dalle evidenze scientifiche ma ancora diffuse sia tra i medici che tra le famiglie. La promozione delle buone pratiche clinico-assistenziali e terapeutiche, come già abbiamo fatto sul tema dell’utilizzo giudizioso degli antibiotici, rappresenta uno dei principali obiettivi di FIMP per garantire la migliore salute possibile ai bambini che seguiamo. L’Italia, infatti, è ai primi posti in Europa per numero di esami prescritti e per utilizzo di alcuni farmaci, tra cui gli antibiotici. E questo vale anche per le cure pediatriche. Si tratta di un problema importante sia da un punto di vista di salute pubblica che di politica sanitaria. Incrementare l’appropriatezza e ridurre il numero di test diagnostici e trattamenti inutili può portare, oltre che ad una migliore salute soggettiva e di comunità, anche a cospicui risparmi di risorse da reinvestire in altri settori dell’assistenza medica”.

Ecco le cinque raccomandazioni della FIMP:

1. Non prescrivere farmaci (per aerosol e/o sistemici) in caso di Bronchiolite
2. Non fare diagnosi di Infezione delle Vie Urinarie in base al solo esame colturale delle urine
3. Non trattare sistematicamente una febbre, in assenza di altri sintomi. Se si decide di trattare, fare ricorso a dosaggi appropriati, evitando l’uso combinato/alternato di paracetamolo e ibuprofene
4. Non utilizzare farmaci cortisonici per via sistemica per il trattamento della febbre
5. Non utilizzare terapia nasale topica attraverso doccia nasale micronizzata con farmaci non specificamente autorizzati per questa via di somministrazione

Come FIMP abbiamo accolto con grande responsabilità le indicazioni promosse dalla Legge Gelli del marzo 2017 – aggiunge il dott. Paolo Biasci, presidente nazionale della FIMP -. E’ stato un provvedimento che la nostra Federazione ha fortemente sostenuto in quanto rappresenta un buon rimedio alla crescita esponenziale della medicina difensiva nel nostro Paese. Con le norme introdotte lo scorso anno sono sempre più importanti le raccomandazioni emanate dalle varie Società Scientifiche. Proprio per questo all’interno di FIMP abbiamo costituito un gruppo di lavoro specifico sulle buone pratiche clinico-assistenziali. Abbiamo in progetto di avviare ulteriori progetti simili per aiutare i colleghi in un aspetto sempre più fondamentale della nostra professione”.

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