Tumore della prostata: darolutamide è risultata efficace in uno studio nei pazienti non metastatici resistenti alla castrazione

MeteoWeb

Una nuova molecola non steroidea, darolutamide, ha aumentato significativamente la sopravvivenza libera da metastasi (MFS) rispetto al placebo in pazienti affetti da tumore della prostata resistente alla castrazione non metastatico (nmCRPC). Lo dimostra lo studio di Fase III ARAMIS (Androgen Receptor inhibiting Agent for MetastatIc-free Survival), che ha raggiunto il suo obiettivo primario.

Il profilo di sicurezza e tollerabilità di darolutamide osservate nello studio ARAMIS sono coerenti con i dati precedentemente pubblicati.

Darolutamide è un farmaco sperimentale, antagonista orale del recettore per gli androgeni (AR), sviluppato insieme da Bayer e Orion Corporation, un’azienda farmaceutica finlandese presente nel mercato mondiale. Nel 2018 in Italia sono stimati 35.300 nuovi casi di tumore della prostata.

Nonostante i recenti progressi nel nmCRPC, rimane un importante bisogno insoddisfatto di ulteriori opzioni terapeutiche in grado di ritardare lo sviluppo di metastasi, con un profilo di sicurezza maneggevole”, ha detto il dr. Scott Fields, vice presidente senior e responsabile dello Sviluppo Oncology della divisione Pharmaceuticals di Bayer. “Siamo soddisfatti dei risultati dello studio ARAMIS i cui dati saranno presentati in uno dei prossimi congressi scientifici”.

Bayer ha programmato di discutere i dati dello studio ARAMIS con le autorità regolatorie per la sottomissione della richiesta per l’autorizzazione al commercio. A Bayer è stata concessa la designazione “Fast Track” dalla Food and Drug Administration (FDA) per la darolutamide in uomini affetti da nmCRPC.

Lo studio ARAMIS
Lo studio ARAMIS è uno studio randomizzato di Fase III, multicentrico, in doppio cieco, controllato verso placebo, che ha valutato la sicurezza e l’efficacia di darolutamide orale in pazienti affetti da nmCRPC, in trattamento con terapia di deprivazione androgenica (ADT) quale standard di cura, che sono a rischio di sviluppare malattia metastatica. Oltre 1500 pazienti sono stati randomizzati con un random 2:1 a ricevere 600 mg di darolutamide due volte al giorno oppure placebo.

L’obiettivo primario dello studio è la sopravvivenza libera da metastasi (MFS) definita come il tempo tra la randomizzazione e l’evidenza di metastasi o la morte per qualsiasi causa. Gli obiettivi secondari dello studio sono la sopravvivenza globale (OS), il tempo al primo evento scheletrico sintomatico (SSE), il tempo all’inizio del primo trattamento chemioterapico citotossico, il tempo alla progressione del dolore e la valutazione del profilo di sicurezza e tollerabilità di darolutamide.

Il tumore della prostata resistente alla castrazione (CRPC)
Il tumore alla prostata è la seconda neoplasia per incidenza nel mondo nella popolazione maschile. Nel 2018, è stimato che 1.2 milioni di uomini riceveranno una diagnosi di questo tipo di tumore e circa 358.000 moriranno per tale patologia nel mondo, rappresentando così la quinta causa di morte per cancro negli uomini.
Il tumore della prostata è determinato dalla proliferazione anomala di cellule all’interno della ghiandola prostatica, che fa parte del sistema riproduttivo maschile. Colpisce principalmente uomini oltre i 50 anni d’età e il rischio aumenta con l’età.
Le opzioni terapeutiche vanno dalla chirurgia al trattamento radioterapico, alla terapia che utilizza gli antagonisti dei recettori ormonali, sostanze che bloccano la formazione di testosterone o prevengono il suo effetto nella sede del suo bersaglio. In quasi tutti i casi, il tumore sviluppa resistenza ai trattamenti ormonali convenzionali.
Il CRPC rappresenta una fase avanzata della malattia che si sviluppa quando il tumore progredisce nonostante il testosterone totale misurabile nel sangue sia ridotto a livelli molto bassi. Lo scenario delle opzioni di trattamento per i pazienti resistenti alla castrazione sta evolvendo rapidamente, ma fino a poco tempo fa non vi erano opzioni terapeutiche efficaci per i pazienti con CRPC che presentavano rialzo del PSA (Antigene prostatico specifico) durante il trattamento con ADT, senza metastasi rilevabili.
Negli uomini con nmCRPC in progressione, un breve tempo di raddoppiamento del PSA si associa a una riduzione del tempo alla prima metastasi e alla morte.

Condividi