Il melanoma è il cancro più aggressivo della pelle e la sua incidenza aumento sempre di più. In Italia si stimano circa 7.300 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 6.700 tra le donne. Con un’incidenza raddoppiata negli ultimi 10 anni. Fino a pochi anni fa la forma metastatica era ritenuta difficilmente curabile, ma negli ultimi anni si sono registrati importanti successi nella lotta a questo tipo di tumore. Secondo uno studio coordinata da Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena (Ire) di Roma, i microRna (piccoli Rna non codificanti) hanno un importante ruolo nella resistenza del melanoma alla terapia.
Gli approcci contro questo tumore sono oggi di due tipi principali: l’immunoterapia con gli anticorpi inibitori dei checkpoint immunologici e le terapie a bersaglio molecolare con farmaci inibitori delle chinasi. Lo studio, sostenuto da Airc e svolto in collaborazione con l’Università di Roma Sapienza e l’Irccs Pascale di Napoli, è pubblicato su ‘Cell Death & Differentiation’ e ha indagato sull’origine della resistenza alle terapie. I ricercatori, attraverso tecniche di biologia molecolare, hanno determinato che numerosi microRna sono presenti in maniera differente nelle cellule di melanoma dopo lo sviluppo di resistenza ai farmaci anti-Braf. Alcuni sono più presenti nelle cellule resistenti, mentre altri lo sono meno. L’ipotesi degli studiosi è che il melanoma per diventare resistente debba evolvere liberandosi di determinati miRna e arricchendosi di altri.
Nello stesso studio è stato osservato che, se nelle cellule di melanoma resistenti i microRna sono riportati a livelli normali, queste cellule riacquisiscono la sensibilità ai farmaci. Un’altra caratteristica interessante dei miRna prodotti dai tumori è che possono essere rintracciati nel sangue umano come biomarcatori di biopsia liquida in maniera semplice ed economica. In particolare, il gruppo di lavoro diretto da Ciliberto ha dimostrato che alcuni fra i microRna studiati sono rilevabili nel sangue dei pazienti con melanoma e sono in grado di indicare lo sviluppo di resistenza alla terapia. “Benché preliminare – dichiara Ciliberto – il nostro studio offre nuove opportunità terapeutiche e diagnostiche che potranno, se ulteriormente approfondite, essere utilizzate per esercitare un crescente controllo di questa malattia”.