È la “città dei due mari” per la sua originalissima conformazione, come un 8, con il Mar grande e un bacino più interno, il Mar piccolo: al centro, in una lingua di terra, la “Taranto vecchia”, ferma a più di mezzo secolo fa. È Taranto la protagonista di “Mare Nostrum”, in onda lunedì 29 ottobre alle 22.10 su Rai Storia. È una città strana, una città che ha addirittura due mari. Eppure spesso è stata costretta a dimenticarsene, e a volgere le spalle alla sua risorsa più preziosa. Anche se i café chantant e i teatri sono solo un ricordo sbiadito degli anni del boom, quando era forse l’unico luogo del sud ad attrarre manodopera dal settentrione, Taranto conserva ancora le tracce di un’Italia che altrove è scomparsa. E le mostra poco a poco, al visitatore che si sofferma abbastanza per andare oltre la superficie, come in un museo all’aperto che riassume le vicende, spesso amare, dell’intera nazione. Dall’arsenale, un tempo il più importante d’Italia, agli impianti siderurgici che oggi pongono un’alternativa, ancora da sciogliere, tra salute e lavoro. Dai resti degli insediamenti antichi, quando era la Perla dello Jonio, raccolti in un museo che è il fiore all’occhiello della città, il MarTa, alle attività di coltivazione dei mitili, conosciuti in ogni parte d’Italia. Una città che nel corso del tempo si è ampliata a dismisura, e che ora si sta di nuovo contraendo, riducendo su dimensioni più umane; cercando di conservare un’identità legata alla sua storia millenaria e al suo recente passato industriale.
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TV, Rai Storia: “Mare Nostrum” racconta Taranto, la “città dei due mari”
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