Nutrire il pianeta con la pasta è la sfida che produttori di tutto il mondo lanciano da Dubai, capitale mondiale della ristorazione dove la cucina italiana è la preferita dal 48% dei residenti. Il Governo locale consiglia di mangiare pasta almeno una volta a settimana per sconfiggere l’obesità infantile e l’ITA lancia la “settimana della pasta” nei ristoranti degli EAU.
15 milioni le tonnellate di pasta consumata ogni anno nel mondo, italiano 1 piatto di pasta su 4.
The power of pasta: dai pastai 2 milioni di piatti di pasta ad Associazioni impegnate nella lotta contro la fame.
Il World Pasta Day compie 20 anni. Da allora la pasta ha vinto la sua sfida globale. Secondo i dati elaborati da AIDEPI – Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane e IPO – International Pasta Organisation, che promuovono l’iniziativa, la sua produzione mondiale oggi sfiora i 15 milioni di tonnellate, in crescita del 3% rispetto all’anno scorso e vicina a “doppiare” i 9 milioni del 1998. Con due costanti: allora come oggi l’Italia è prima al mondo nella classifica dei Paesi consumatori (con 23kg di pasta pro capite precediamo Tunisia,17 kg, e Venezuela, 12 kg). E quasi 1 piatto di pasta su 4 consumati nel mondo è fatto in un pastificio italiano.
Rispetto a 20 anni fa, il mondo mangia sempre più pasta italiana. Secondo elaborazioni di AIDEPI, sono aumentati i Paesi destinatari (oggi quasi 200, +34%) ed è più che raddoppiata la quota export, da 740mila a oltre 2 milioni di tonnellate, più della metà della produzione. Germania, UK, Francia, USA e Giappone si confermano i Paesi più ricettivi verso la pasta italiana anche nel 2018, con un incremento delle esportazioni tra il 6 e il 12% nei primi 6 mesi dell’anno. Mentre le performance migliori dell’anno si registrano in Russia (+76%),Olanda (+29%), Arabia Saudita (+27%) e Australia (+16%).
Quest’anno la “capitale mondiale” di una pasta che non conosce frontiere sarà Dubai, città-mondo dove l’88% dei residenti è di origine straniera. Nella prossima sede di EXPO 2020, centro nevralgico di turismo, commercio e ristorazione, la pasta guarda al suo futuro multiculturale con un evento a cui parteciperanno 250 delegati tra pastai, Istituzioni, rappresentanti della comunità scientifica, giornalisti e opinion leader del food, per raccontare gusto glocal, plus nutrizionali, e sostenibilità della pasta (v. focus 2). La scelta di Dubai è anche un omaggio al contributo della cultura araba all’invenzione del formato di pasta più famoso. Nella Sicilia araba del IX secolo nascono infatti gli Ittriyya, sottili fili di pasta essiccata che, perfezionati dai “Vermicellari” italiani, diventeranno i moderni spaghetti.
WPD a Dubai: pasta menù nei ristoranti e piatti meltin-pot con le culture alimentari di tutto il mondo
Per iniziativa dell’ITA, in 20 ristoranti italiani di Dubai verranno proposti speciali “menù pasta” dal 26 ottobre al 2 novembre. E gli studenti dell’ICCA, una delle più prestigiose Accademie di cucina del mondo, presenteranno al World Pasta Day 7 piatti in cui la pasta incontra le culture alimentari più rappresentate nel Paese. La Curry Pasta Salad (Sudafrica), Pasta e Kosheri (il tipico piatto unico egiziano con legumi, salsa di pomodoro, spezie e cipolle), Mac n’cheese (maccheroni al forno con formaggio, direttamente dalla East Coast americana), Vermicelli Dawood Basha (dove la pasta si sposa con le polpette di carne speziata in salsa di pomodoro libanese), Vermicelli Upma (con gli spaghetti che incontrano la tipica colazione speziata con verdure del sud dell’India). E in versione agrodolce, la Pasta con Balaleet (ancora gli spaghetti cucinati alla maniera emiratina, con uova, cardamomo, zafferano e acqua di rose) e i Vermicelli Kheer (popolare budino indiano a base di latte con burro chiarificato, cardamomo, noci e uvetta).
“La pasta è un prodotto straordinario che porta ogni giorno gioia e convivialità sulla tavola di milioni di persone di tutto il mondo. A noi, produttori di pasta, fa piacere vedere come gli Chef continuino a reinterpretarla, come i Gastronomi la descrivano e come i Nutrizionisti la sappiano consigliare per una corretta e sana alimentazione” afferma Paolo Barilla, presidente di International Pasta Organisation,festeggiando a Dubai la Giornata Mondiale della pasta.”
Il 25 ottobre “spaghettata virtuale” sui social per celebrare la pasta e la sua vocazione “Glocal”
Mac n’cheese con pecorino romano, Pad Thai con gli spaghetti di grano duro, fino alle tante rivisitazioni della Carbonara: AIDEPI e IPO hanno organizzato per il World Pasta Day una “spaghettata social” che quest’anno sarà all’insegna del sincretismo gastronomico, perché non c’è alimento più social e socializzante della pasta. Food lover, giornalisti, chef e blogger di tutto il mondo saranno invitati a condividere con l’hashtag #WorldPastaDay la loro migliore pasta ispirata alle ricette più amate nel mondo, con un tocco local. Per mettersi alla prova e celebrare la pasta nel giorno della sua festa mondiale, appuntamento su Twitter, in Italia, dalle 11 alle 13 (in America, orario pre-cena, dalle 16 alle 18). Per tutto il giorno invece sarà possibile condividere la proprie ricette e suggestioni sulla pagina Facebook dedicata all’evento (accessibile dalla fan page @welovepasta.aidepi ) e su Instagram.
L’anno scorso 173 milioni di persone in tutto il mondo hanno condiviso l’hashtag #WorldPastaDay su Twitter e sono stati pubblicati oltre 10mila contenuti sui social ispirati alla pasta.
“La pasta è un cibo universale, ricco di storia e cultura, sempre più simbolo di una sana alimentazione, il cui consumo è in continuo sviluppo, grazie anche ai suoi valori nutrizionali riconosciuti a livello internazionale”, commenta Raffaello Ragaglini, Segretario Generale dell’International Pasta Organization e Segretario Generale Onorario dell’Unione delle Associazioni dei Produttori di Paste Alimentari della UE. “Come International Pasta Organisation festeggeremo questo prodotto straordinario anche a Dubai, dove il World Pasta Day sarà l’occasione per presentarlo come il cibo perfetto per tutti, vero e proprio alimento del futuro, che unisce al gusto e convivialità anche un approccio al cibo nel segno del benessere e della sostenibilità”.
A Dubai, 16mila ristoranti. Batte New York e si candida a centro del Food & Beverage del futuro
Oggi gli Emirati Arabi Uniti sono un mercato strategico per l’alimentare e per la pasta. Dubai è, di fatto, porta di accesso al mercato mediorientale e asiatico. Pur dipendendo quasi interamente dalle importazioni, qui il food, con un valore di 329 milioni di dollari nel 2016, rappresenta il secondo settore più importante. Negli EAU, già favoriti da uno dei PIL più alti al mondo, secondo l’UAE Food & Beverage Report 2017 la crescita della popolazione (+3% annuo, toccherà i 10 milioni entro il 2025) e il boom del turismo spingeranno ulteriormente i consumi alimentari. A Dubai si mangia pasta (e non solo) soprattutto fuori casa: con più di 16mila ristoranti, 2000 dei quali inaugurati negli ultimi 2 anni, l’offerta è paragonabile a Parigi o Londra e l’indice di densità medio di 501 ristoranti per 1000 abitanti è superiore a quello di New York. E le centinaia di nuovi alberghi e ristoranti di lusso in costruzione in vista di EXPO 2020 alzeranno ulteriormente l’asticella.
A 2 anni da EXPO 2020, a Dubai la cucina italiana “batte” indiana e libanese in popolarità assoluta
In questo scenario multiculturale la pasta è volano di un Italian food, che, nella classifica dei fornitori di prodotti alimentari degli EAU, guidata dall’India, è “solo” in 13ma posizione. Eppure, negli ultimi 10 anni l’export di pasta italiana negli Emirati Arabi Uniti è cresciuto del 41% a volume e vale 8,4 milioni di Euro. A Dubai la sfida della pasta è riuscire ad avvicinare e soddisfare i palati dei diversi segmenti di una popolazione dove gli expats di Europa e Nordamerica, già abituati allo scolapasta, rappresentano meno del 10%, mentre la maggior parte dei residenti arriva da paesi asiatici, in primis India, Sri Lanka, Pakistan e Bangladesh. E qui arriva la prima, gradita sorpresa: anche se la cucina indiana resta la prima scelta, nei ristoranti di Dubai la cucina italiana vince in termini di popolarità assoluta. Secondo uno studio di KPMG, batte, con il 48% delle preferenze, la libanese, l’indiana e quella locale. Un dato confermato anche dagli operatori della ristorazione, che sottolineano l’appeal crescente della cucina mediterranea (italiana e libanese).
La pasta è ortodossa nei ristoranti italiani di Dubai: cottura al dente, ricette della tradizione, chef stellati
A Dubai spaghetti &co sono visti come piatto tipico italiano, ma a differenza di altri paesi qui è più difficile imbattersi in cotture e condimenti improbabili. È, al contrario, luogo ideale per chi ha nostalgia della pasta al dente di casa. Merito degli chef stellati (tra gli altri, ambasciatori del calibro di Heinz Beck, NikoRomito, Enrico Bartolini) trasferitisi in pianta stabile nel paese o che negli ultimi 10-15 anni hanno aperto un ristorante in uno dei tanti alberghi di lusso degli Emirati. Dove l’offerta di pasta è di altissimo livello. Alcuni esempi? Fagottelli di Carbonara, Linguine al pesto con pomodorini essiccati, Fettuccine al tartufo bianco, Ravioli del plin al foie gras, Linguine all’astice, Calamarata gamberi rossi e burrata, Bucatini al ragù d’anatra, Linguine alla Nerano, Orecchiette con cima di rapa e salsa di alici. E non mancano proposte più trasversali e accessibili, anche firmate dai pastifici italiani, dove avvicinarsi alla dieta mediterranea mangiando piatti italiani di qualità in un ambiente familiare.
Un piatto di pasta a scuola contro l’obesità infantile – e per educare i ragazzi a mangiare meglio
La pasta che vuole affermare i suoi plus nutrizionali per nutrire un mondo diviso tra sovrappeso e malnutrizione trova a Dubai uno spaccato delle contraddizioni del nostro tempo. E si propone come soluzione. Secondo l’OMS, negli Emirati Arabi Uniti è alta l’incidenza di malattie croniche cardiovascolari, tanto che una persona su 5 soffre di diabete e un bambino su 3 è sovrappeso o obeso. Per il Ministero della Salute di Abu Dhabi tra i bambini in età scolare il tasso di obesità è di 1,8 volte superiore rispetto ai pari età negli USA. Per arginare il fenomeno sono in corso campagne di educazione alimentare in tutte le scuole del Paese. Nelle linee guida per le mense scolastiche del Food Safety Department of Dubai Municipality si raccomanda il consumo di pasta, specie se in versione integrale, almeno una volta a settimana. Fatto sta che negli EAU stanno cambiando, in meglio, le abitudini alimentari. È in crescita la domanda di cibi sani, semplici e a basso contenuto di grassi e, secondo una recente indagine, un terzo della popolazione ha dichiarato di mangiare in modo più sano, con più attenzione alla qualità anche nei pasti fuori casa.
Pasta bio, gluten free, integrale, ai legumi: ecco la risposta dei pastai ad un mondo in cerca di cibo sano
Numerosi studi scientifici certificano l’importanza della pasta e dei carboidrati complessi in una sana alimentazione. Ma i pastai riescono a intercettare tendenze alimentari trasversali legate a salute, benessere e sostenibilità anche attraverso l’innovazione di prodotto. Oggi c’è una pasta per tutti: integrale, biologica, senza glutine o con l’aggiunta di altri ingredienti, come legumi, spezie e superfoods (ceci, lenticchie, curcuma, grano saraceno, sorgo, amaranto, teff, etc). E naturalmente, formati della tradizione (giganti, trafile speciali, etc) per i segmenti più curiosi e per l’Ho.re.ca.
Dai Pastai 2 milioni di piatti di pasta per combattere la fame nel mondo: il progetto “The Power of Pasta”
Secondo un rapporto congiunto delle Nazioni Unite, la fame nel mondo è tornata a crescere negli ultimi tre anni, tornando ai livelli di un decennio fa e mettendo a rischio l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile di Fame Zero entro il 2030. 821 milioni di persone soffrono la fame e oltre 150 milioni di bambini hanno ritardi nella crescita. Per questo i pastai italiani e di tutto il mondo si sono impegnati nell’iniziativa benefica globale “The power of pasta”, con la quale verrà donata ad Associazioni locali impegnate nella lotta contro la fame un quantitativo di prodotto sufficiente a realizzare circa 2 milioni di piatti di pasta.