Oggi, 11 Novembre, si celebra San Martino di Tours. Si tratta di un Santo molto noto e amato in tutto il mondo, e diversi sono i modi di festeggiarlo e le tradizioni ed esso legato.
I festeggiamenti nel mondo
In Svezia e Danimarca nel giorno di San Martino si mangia l’oca. Tale tradizione si deve a una leggenda: il Papa voleva far Vescovo a tutti i costi Martino, tuttavia il Santo, non volendone sapere della consacrazione, si nascose in un convento in cui poter vivere e pregare in solitudine. Il convento era popolato da oche che, spaventate dalla presenza di Martino, si misero a starnazzare talmente forte, che fu scoperto. Da allora l’oca viene cucinata per punizione ogni anno. L’oca, con diverse varianti, è cucinata ance in Svizzera e Germania e in Boemia. In quest’ultimo Paese, nel giorno di San Martino, l’oca non solo viene mangiata, ma da esse si trae l’oroscopo per l’inverno: se le sue ossa sono bianche, l’inverno sarà breve e mite; se scure è segno che sarà pioggia, neve e freddo.
In Portogallo durante la festa di San Martino si festeggia a base di vino novello, accompagnato rigorosamente da castagne e musica. Oltre al vino, per celebrare il Santo protettore dei sommelier e dei fabbricanti di botti, si potranno provare altre bevande tipiche della festa come l’água-pé, una sorta di vino ad alta gradazione e la jeropiga, tipica bevanda a base di mosto, acquavite e zucchero dall’elevato tasso alcolico. In Francia San Martino non è un giorno di festa.
In Germania l’11 novembre le strade si ravvivano intonando : ”Laterne, laterne, sonne, mond un sterne” (Lanterne, lanterne, sole, luna, stelle). I bimbi si travestono, partecipando a una processione illuminata da colorate lanterne, intonando canzoni dedicate al santo.
Le tradizioni in Italia
Molte sono le tradizioni diffuse anche in Italia per festeggiare il San Martino di Tours.
A Predazzo in Valle di Fiemme, Trentino Alto Adige, l’11 Novembre si danza intorno al fuoco: la festa comincia alle 20.00, dopo il suono dell’Ave Maria. E mentre i cinque falò illuminano i fianchi delle montagne che circondano il paese, i giovani vi danzano intorno suonando i corni di vacca o di capra, i campanacci delle mucche e le cracole, che riproducono il gracidio delle rane, agitando vecchie scope infuocate. E’ punto di orgoglio dei cinque rioni, Ischia, Sommavilla, Pié di Predazzo, Molin e Birreria, riuscire a far salire le fiammate più in alto di tutti.
La raccolta della legna tiene impegnati numerosi ragazzi che vi dedicano i tiepidi pomeriggi d’autunno: cercano rami, piante secche, d’abete, di larice, di pino. Quest’attività è in parte segreta perché la maestosità della catasta deve apparire solo nel giorno di San Martino. Infine, ci si ritrova in piazza SS. Filippo e Giacomo, per emettere un incredibile e assordante suono corale. La festa continua fino a notte fonda.
A Venezia, i bambini mentre cantano una simpatica filastrocca in dialetto, armati di pentole e coperchi, gironzolano di campo in campo e di calle in calle domandando ai passanti o ai commercianti qualche spicciolo per comprare la Cotognata, il dolce di San Martino, qualche caramella o qualche dolcetto tradizionale di cotognata di varie fogge.
Un’altra curiosa tradizione è quella che si svolge a Palazzo Adriano a Palermo. Qui si ripete una antica usanza che vede i parenti di una coppia farsi carico delle spese degli sposi novelli per la casa e il cibo utile per tutto l’anno. Si prevede anche che durante le ore della mattina, alcuni bambini sfilino per le strade del paese, portando ceste piene degli squisiti “pani di San Martino”.