L’uso delle cellule staminali cordonali nei trapianti

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La conservazione delle cellule staminali del cordone rappresenta una scelta importante che deve essere presa in maniera consapevole dalla coppia in attesa di un figlio. Tali cellule hanno infatti un grande potenziale terapeutico e possono essere utilizzate nel trattamento di diverse patologie.

Le cellule staminali possono essere classificate in staminali embrionali le quali sono presenti solo nell’embrione alle sue prime fasi di sviluppo, o in staminali del cordone ombelicale e adulte (in base alla loro sede).

Dal punto clinico, il sangue cordonale è una fonte estremamente ricca di staminali. Queste ultime possono essere differenziate in laboratorio in diversi tipi di cellule per trattare una serie di malattie genetiche, tumori ematologici e malattie immunitarie. Per fare in modo che tali cellule possano effettivamente essere usate in clinica, il sangue del cordone deve essere prelevato in maniera appropriata e sterilmente da personale abilitato e deve essere maneggiato con estrema cautela in tutte le fasi, così da evitare possibili contaminazioni.

Una volta raccolto e giunto presso la biobanca, il campione di sangue cordonale viene crioconservato, previa purificazione della frazione nucleata del sangue (ovvero quella contenente cellule, tra cui le staminali) e dopo aver aggiunto un agente crioprotettivo che copre la superficie della membrana cellulare per evitare uno shock osmotico durante il congelamento. Studi scientifici hanno dimostrato che staminali cordonali crioconservate per oltre 24 anni mantengono inalterate le capacità proliferative e differenziative.1

L’impiego terapeutico più comune delle staminali cordonali è il trapianto ematopoietico che viene effettuato per trattare i tumori ematologici maligni. In questi casi, le cellule del cordone mostrano alcuni vantaggi rispetto alle staminali prelevate da midollo. Tali vantaggi sono dovuti alla “immaturità’” immunologica delle staminali cordonali, che le rende più sicure contro i rigetti. Sebbene le staminali cordonali siano usate principalmente per il trattamento di malattie ematologiche, data la loro capacità rigenerativa e immunomodulatoria, sono già impiegate nel trattamento di malattie di tipo diverso. Ci sono alcuni trials clinici in corso al momento che prevedono l’utilizzo delle staminali cordonali per il trattamento della paralisi cerebrale infantile e del diabete di tipo 1 e 2, patologie autoimmuni e per migliorare alcuni sintomi dell’autismo. 2, 3 Inoltre, ricerche mediche hanno messo in evidenza che il trapianto di staminali potrebbe portare a miglioramenti neurologici nei pazienti affetti da adrenoleucodistrofia, malattia genetica legata al cromosoma X che colpisce il sistema nervoso centrale e le ghiandole surrenali.

I trapianti di staminali possono essere effettuati anche utilizzando il sangue cordonale di un donatore aploidentico con istocompatibilità al 50% con il ricevente. Il 100% di compatibilità tra paziente e donatore si ha quando sono la stessa persona (si parla in questo caso di trapianto autologo) e in alcuni rari casi anche se il donatore è eterologo, specie se c’è familiarità. Conservando privatamente le staminali cordonali il donatore stesso potrà usarle in caso di necessità ma potrà donarlo anche a fratelli o genitori in caso di bisogno e questi potrebbero essere compatibili anche al 100%.

Per maggiori informazioni sulla conservazione del cordone ombelicale: www.sorgente.com

Fonti:

  1. Broxmeyer, H.E. et al. Hematopoietic stem/progenitor cells, generation of induced pluripotent stem cells, and isolation of endothelial progenitors from 21- to 23.5-year cryopreserved cord blood. Blood. 117:4773- 4777.
  2. Effect of Autologous Cord Blood Infusion on Motor Function and Brain Connectivity in Young Children with Cerebral Palsy: A Randomized, Placebo-Controlled Trial. Sun J. et al, 2017. Stem cells Translational Medicine: Dec, 6 (12): 2017-1078
  3. Haller MJ, Wasserfall CH, Hulme MA, Cintron M, Brusko TM, McGrail KM, et al. Autologous umbilical cord blood transfusion in young children with type 1 diabetes fails to preserve C-peptide. Diabetes Care. 2011;34:2567–9.
  4. Miller WP, Rothman SM, Nascene D, Kivisto T, DeFor TE, Ziegler RS, et al. Outcomes after allogeneic hematopoietic cell transplantation for childhood cerebral adrenoleukodystrophy: the largest singleinstitution cohort report. Blood. 2011;118:1971–8
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