Per limitare il crescente aumento della temperatura terrestre è assolutamente necessario stabilizzare la concentrazione di gas serra nell’atmosfera entro il 2050. E’ quanto emerge dalla ricerca Bruegel uno studio internazionale sostenuto da Fondazione Cariplo e presentata oggi al Centro Congressi Cariplo.
Obiettivo far conoscere gli effetti redistributivi delle politiche climatiche. La ricerca evidenzia, infatti, che industria e agricoltura non dovranno emettere quantità di CO2 superiori a quelle che potranno essere assorbite e tutto ciò implicherà cambiamenti sostanziali per le nostre economie. Molti settori, dal riscaldamento ai trasporti, dall’elettricità all’industria, dovranno essere guidati in questo processo di transizione verso un mondo senza combustibili fossili, trovando soluzioni per ridurre le proprie emissioni.
In un simile scenario, le politiche climatiche hanno un ruolo determinante e la ricerca condotta da Bruegel, sottolinea la necessità di mettere in atto politiche che tengano conto delle possibili ricadute in ambito sociale.
In particolare, lo studio sostiene che le famiglie più povere siano colpite in maniera diversa da quelle ricche dalle politiche climatiche, poiché: devono affrontare limiti di spesa che portano a preferire diversi panieri di consumo; hanno tassi più alti e caratterizzati da limiti al prestito che impediscono loro di acquistare beni durevoli più efficienti; hanno diverse competenze e quindi diversi salari; hanno un reddito composto in minor parte da redditi da capitale e da proprietà terriere.
Anche se le politiche climatiche possono avere effetti distributivi sfavorevoli – avverte la ricerca – evitare di agire non può essere la risposta.
Non agire non solo renderebbe peggiori le condizioni per tutti ma colpirebbe in più grande misura i poveri rispetto ai benestanti. Non esiste, dunque, un trade-off tra clima ed uguaglianza, ma la domanda diventa: come progettare politiche climatiche che minimizzino gli effetti distributivi negativi?
“Ancora una volta possiamo rilevare la duplice veste di Fondazione Cariplo. Se da un lato il suo impegno filantropico si concentra in Italia, dall’altro l’importanza e lo standing varcano le frontiere. Fondazione Cariplo è molto attiva sul fronte delle relazioni internazionali – afferma Sergio Urbani, direttore Fondazione Cariplo – Lo testimonia il sostegno a questa importante ricerca Bruegel. Inoltre il settore Ambiente ha acquisito nel corso degli anni una rilevanza fondamentale promuovendo stili di vita e comportamenti rispettosi dell’ambiente. La Fondazione ha cura di favorire l’innovazione e la diffusione di una mentalità attenta ai problemi ambientali, mettendo in moto un circolo nel quale informazione, formazione, sensibilizzazione ed azione si rafforzino a vicenda, grazie al coinvolgimento di cittadini, istituzioni, imprese, associazioni, mondo scientifico e comunità locali“.
“Le conseguenze per i cambiamenti climatici non sono solo ambientali ma anche sociali. Sono milioni le persone che patiscono queste conseguenze. Per questo Fondazione Cariplo sta lavorando a questi temi con una visione traversale che unisce chi al nostro interno si occupa di tematiche sociali e ambientali“, conclude.
“Stabilizzare i gas serra entro il 2050”
MeteoWeb