Domenica 25 novembre il “Kilimangiaro” torna alle 15.30 su Rai3. Ospiti speciali di Camila Raznovich l’astronauta Paolo Nespoli, il geologo Mario Tozzi per conoscere le grandi avventure scientifiche e il botanico Stefano Mancuso per scoprire il “wood wide web”, la fitta rete di connessioni tra le piante. In studio ci saranno anche gli alpinisti Simone Moro e Tamara Lunger per parlare del cortometraggio realizzato durante la salita sulla cima più alta della Siberia, il Pik Pobeda, uno dei luoghi più freddi della Terra. In collegamento al largo delle Canarie il velista Giovanni Soldini impegnato in una regata transatlantica.
Tornano i “viaggi al rallentatore” di Gabriele Saluci che continua a girare l’Islanda in bicicletta elettrica mentre il “cacciatore di paesaggi” Fabio Toncelli ci porterà alla scoperta del Parco Regionale dell’Aveto in Liguria. Con il linguista Giuseppe Antonelli intraprenderemo un “viaggio letterario” tra le parole dell’Epistolario di Wolfgang Amadeus Mozart. Pagina aperta sull’attualità con Diario del mondo e la giornalista Cristina Guerra. Nel corso della puntata approfondiremo la conoscenza del borgo vincitore dell’ultima edizione de “Il Borgo dei Borghi”, decretato dalla finalissima di sabato 24 novembre su Rai3.
Alle apprezzate classifiche del Kilimangiaro quest’anno il pubblico può dare il suo contributo on line. Durante la puntata, la documentarista Gloria Aura Bortolini dal “desk dei viaggiatori” proporrà alcune città musicali e i telespettatori potranno votare quella che preferiscono direttamente sulla pagina Instagram del programma @kilimangiarorai indicando l’hashtag #iconsiglidigloriaaura.
Avventura, paradisi, natura, storie, “city life” e cartoline sono al centro dei documentari realizzati dai filmaker del Kilimangiaro. Tra le mete di domenica 25 novembre: un viaggio a cavallo nella Cappadocia, le tradizioni e la cultura di Oaxaca in Messico, l’arcipelago delle Seychelles nell’Oceano Indiano, la Grande Muraglia in Cina, il sud dell’Australia, i templi di Bangkok e Tolosa, chiamata la “Ville Rose” per i mattoni dei suoi edifici.