L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha lanciato un programma di risanamento per aiutare più di 70.000 agricoltori e pescatori indonesiani a produrre di nuovo cibo e allevare pesce dopo la serie di disastri che poco più di un mese fa si sono abbattuti sul paese. Il terremoto più letale nel paese in oltre un decennio, lo tsunami e poi le frane hanno portato devastazione nelle case e nelle terre, causando perdite di vite e costringendo le persone a sfollare.
Nei prossimi tre mesi, la FAO mira a raggiungere 50.000 agricoltori con semi di ortaggi, fertilizzanti e piccoli utensili manuali, come pale e zappe. Oltre 20.000 pescatori riceveranno kit di attrezzature per la pesca. Queste famiglie vivono nelle zone più colpite dai disastri: Donggala, Sigi, Palu e Parigi Moutong nella provincia centrale delle Sulawesi.
La FAO sta anche istituendo un regime di assistenza in denaro a 4.000 donne incinte e madri con figli sotto i cinque anni in modo che possano accedere ad un’alimentazione nutriente di cui hanno bisogno.
“Le famiglie nelle Sulawesi centrali dipendono molto dall’agricoltura e dalla pesca. Per la maggior parte, questa è la loro unica fonte di cibo e di reddito. Ora tutto questo è stato portato via“, ha affermato Stephen Rudgard, Rappresentante della FAO in Indonesia.
“Hanno perso colture e mezzi per coltivare o accedere nuovamente al cibo – strumenti agricoli, sementi e attrezzature per la pesca“.
“Sappiamo che molte persone in Indonesia hanno già dovuto fare i conti con situazioni simili e sono adesso più resilienti. Ma è importante che la FAO intervenga per sostenere gli sforzi del governo per aiutare la popolazione delle Sulawesi centrali a riprendersi così da poter ripristinare la produzione alimentare il più rapidamente possibile ed evitare ulteriore fame e sofferenza“, ha aggiunto Rudgard.
I settori dell’agricoltura e della pesca hanno subito danni gravissimi, ma la FAO teme che l’entità del danno sia ancora maggiore rispetto a quello sinora riscontrato, con le cifre che si prevede aumenteranno dopo aver effettuato una valutazione approfondita.
Ad oggi si stima che siano stati danneggiati quasi 10.000 ettari di terreni agricoli, con le colture di riso e di mais maggiormente colpite. Si stima inoltre che la perdita della produzione di frutta e verdura sia particolarmente elevata. Nel distretto di Sigi, i danni al sistema d’irrigazione principale ha interrotto l’approvvigionamento idrico di oltre 8.000 ettari di terreni agricoli e di impianti di acquacoltura.
Esiste un rischio elevato di ulteriori perdite di raccolto dovute alla riduzione della manodopera agricola, alla perdita di scorte agricole immagazzinate e al limitato accesso a sementi, fertilizzanti, attrezzi e fonti d’irrigazione.
Diversi impianti di pesca e acquacoltura, tra cui vivai ittici, siti di sbarco, imbarcazioni e attrezzature per la pesca, sono stati gravemente danneggiati o andati perduti.
Più di 200.000 persone sono state sfollate e oltre 3.000 persone hanno perso la vita o risultano ancora disperse.
La FAO sostiene le popolazioni indonesiane da quasi 70 anni con una serie di programmi per aumentare e stabilizzare la produzione e l’offerta di cibo.