“Il mese di ottobre 2018 è stato caratterizzato per gran parte da condizioni di stabilità con assenza di precipitazioni e temperature elevate che hanno raggiunto il loro apice il giorno 24, quando un intenso flusso settentrionale ha determinato forti venti di foehn; quel giorno la quota dello zero termico si è attestata oltre i 4000 m ed ha reso il foehn particolarmente caldo nei fondovalle, con temperature massime decisamente inusuali per questo mese in molte località (28,5 °C a Trento; 28,6 °C a Rovereto; 27,2 °C a Malé; 26,8 °C a Tione; 23,6 °C a Predazzo)“: lo riporta MeteoTrentino nel report relativo alla perturbazione eccezionale del 17-29 ottobre. “A partire dal giorno 26 sull’Europa orientale si è rafforzato un campo di alta pressione mentre sull’Europa occidentale si è approfondita una saccatura atlantica. Il regime meteorologico sulle Alpi è quindi passato rapidamente da una configurazione meridiana ad una detta “di blocco”, che è rimasta stazionaria per diversi giorni. Tale circolazione è tipica delle situazioni alluvionali sul nord Italia perché determina il persistere di intensi flussi meridionali; infatti sulle Alpi, dalla sera del 26, si sono via via intensificate umide e miti correnti meridionali che nella giornata di sabato 27 e domenica 28 hanno determinato precipitazioni diffusamente abbondanti, localmente molto abbondanti e spesso persistenti.
“Dalla sera di domenica 28 e fino al primo mattino di lunedì 29 non si registrano precipitazioni significative perché il Trentino si trova confinato tra il fronte caldo appena transitato e quello freddo in arrivo da ovest, che col suo insediarsi determina una forte ripresa delle precipitazioni già dal mattino e per tutta la giornata del 29.
Il fronte freddo è stato preceduto da un intenso e caldo “low level jet” che ha indotto un repentino innalzamento delle temperature, dapprima in quota e poi anche in valle, e venti con velocità eccezionalmente elevate dal pomeriggio-sera del 29 al cuore della notte successiva. Si sono infatti misurate raffiche superiori a 120 km/h in molte zone di montagna (con massimo di circa 190 km/h a passo Manghen) e diffusamente superiori agli 80 km/h nei fondovalle. Le raffiche più violente hanno interessato in particolare i settori orientali del Trentino, dove sono state abbattute vaste aree boscate e scoperchiate alcune abitazioni.
La quota neve si è attestata mediamente oltre i 2300 m, e solo per brevi momenti è risultata più bassa, specie ad ovest ad inizio evento e durante la fasi di precipitazione più intense; le nevicate significative a più bassa quota si sono verificate attorno ai 1800-1900 di Passo Tonale e dell’alta Rendena. Solo col fronte freddo la neve è scesa attorno ai 1500 m di quota. Le variazioni della quota neve hanno determinato in alcune fasi, relativamente brevi, condizioni di pioggia sulla neve precedentemente caduta, senza tuttavia provocarne un apprezzabile scioglimento.”
“E’ interessante osservare in particolare che la quantità media di pioggia misurata quest’anno supera nettamente quella delle maggiori alluvioni storiche che si ricordano in Trentino (1882 e 1966); va tenuta presente al riguardo, oltre alla nettamente diversa base di dati disponibili, la citata specificità di ogni evento; in particolare sia le piogge del 1882 che quelle del 1996 sono state accompagnate da un marcato rialzo termico che ha indotto la fusione di neve depositata in quota nei giorni precedenti. Ne sono conseguiti in molti corsi d’acqua livelli di portata superiori a quelli che la sola pioggia avrebbe indotto, con conseguenti fenomeni alluvionali che hanno coinvolto moltissimi torrenti ed i principali fiumi, tra cui anche l’Adige a Trento. E’ necessario considerare che l’esondazione dei corsi d’acqua minori dipende spesso da eventi localizzati (ad esempio violenti temporali estivi) che spesso si verificano anche nell’ambito di ampie perturbazioni.”
Tornando all’evento del corrente anno, conclude MeteoTrentino, “i circa 275 mm di pioggia mediamente caduti in 3 giorni su tutto il Trentino (con 40 stazioni che li hanno superati, arrivando localmente anche oltre i 600 mm) hanno messo a dura prova gli equilibri idrogeologici del territorio, che infatti in alcune località sono saltati, con conseguenze anche estreme. In molte altre situazioni l’onda d’urto è stata invece ben assorbita senza conseguenze negative. L’ulteriore elemento che ha caratterizzato l’evento in esame è stato indubbiamente il forte vento che ha imperversato il Trentino con manifestazioni particolarmente violente soprattutto al passaggio del fronte freddo il 29 ottobre. Sia le raffiche istantanee che le velocità medie sono risultate decisamente eccezionali, superando in molte località, anche abbondantemente, i massimi valori storici conosciuti (tenendo in ogni caso presente che per il vento le serie storiche sono molto più limitate rispetto alle piogge). La particolare violenza del vento è dipesa dagli elevati gradienti barici (differenze di pressione) che si sono instaurati sia in quota che in valle; le masse d’aria si sono quindi spostate con inusuale velocità ed hanno poi in molti casi subito un’ulteriore accelerazione nelle vallate a causa della conformazione morfologica del territorio (restringimenti e curvature). Il tutto ha provocato in molte aree devastazioni forestali senza precedenti. Dalle rilevazioni effettuate è possibile classificare i venti più intensi del 29 ottobre come “tempesta” (grado 10 della scala Beaufort), avendo raggiunto verso sera a Passo Manghen una velocità media su dieci minuti di 90 km/h; sono invece ovviamente state più violente le raffiche istantanee che hanno raggiunto nella stessa località i 191 km/h.”
A livello generale in Trentino “i fenomeni di pioggia e vento verificatisi tra il 27 e il 29 ottobre 2018 sono stati assolutamente eccezionali ed hanno superato i precedenti storici conosciuti, pur con le ovvie eccezioni individuabili a scala locale.”