Il concetto che il consumo di alcol, anche a dosi moderate, sia comunque dannoso per la salute “non trova riscontro se si procede a un’analisi dei dati scientifici approfondita e senza pregiudizi“. Lo scrivono, in una lettera pubblicata sulla rivista ‘Lancet’, Giovanni de Gaetano, direttore del Dipartimento di Epidemiologia e prevenzione dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia), Simona Costanzo, ricercatrice dello stesso Dipartimento e Arne Astrup, professore dell’Università di Copenhagen.
Gli esperti rispondono a uno studio, pubblicato sulla stessa rivista, secondo il quale il livello massimo di consumo di bevande alcoliche dovrebbe essere fortemente ridotto rispetto a quanto attualmente suggerito (circa due bicchieri di vino al giorno), portando il limite di sicurezza a meno di un bicchiere al giorno. “Di fatto – osservano – quello studio è stato interpretato dai media come un allarme secondo il quale l’unica scelta salutare sarebbe l’eliminazione totale dell’alcol dalle proprie abitudini“.
“Lo studio a cui stiamo rispondendo – spiega de Gaetano – ha una caratteristica particolare, che a nostro giudizio ne pregiudica le conclusioni: nel mettere a confronto lo stato di salute a vari livelli di consumo di bevande alcoliche, infatti, i ricercatori hanno escluso totalmente gli astemi. In questo modo hanno ottenuto un grafico che mostra come il rischio di varie patologie aumenti già a bassissime quantità di alcol consumato. Ma questa è una scelta non giustificata. Quando nell’analisi dei dati inseriamo gli astemi, infatti, vediamo come coloro che consumano alcol in moderazione presentino un rischio di ammalarsi ridotto rispetto a chi non ne beve affatto. Naturalmente – ricorda – come ben sappiamo, a dosi più elevate, questo abbassamento del rischio si perde e, anzi, si va incontro a un aumento“.
Su queste basi, i tre autori della lettera concludono che la ricerca pubblicata in precedenza non aggiunge nulla alle conoscenze scientifiche già esistenti. “Siamo rimasti molto sorpresi dal fatto che i non bevitori siano stati eliminati dall’analisi, senza valide giustificazioni scientifiche – aggiunge Astrup – Una corretta interpretazione dei dati, quindi, conferma come il consumo moderato di alcol sia associato con un rischio minore di malattia, non solo relativamente alle patologie cardiovascolari, ma anche alla mortalità totale“, conclude l’esperto.
Salute: Neuromed, ingiustificato allarmismo contro il consumo moderato di alcol
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