A frustrare il desiderio di maternità a volte può essere una patologia della tiroide rimasta sottotraccia. “Alcune donne possono avere problemi di ipotiroidismo che portano a difficoltà di concepimento o abortività precoce, anche senza esserne consapevoli. Ma può esserci anche un ipertiroidismo subclinico non noto alla paziente: tutte situazioni che possono essere trattate prima del concepimento, per consentire una gravidanza normale“. A sottolinearlo all’AdnKronos Salute è Antonella Bultrini, endocrinologa dell’Ospedale Fatebenefratelli-Isola Tiberina di Roma, esperta in patologia tiroidea.
Problemi che possono ‘sfuggire’ alle pazienti e ostacolare la gravidanza, rilevabili con uno screening ad hoc e un trattamento che consentirebbe il concepimento. “In caso di diagnosi di ipotiroidismo – aggiunge Bultrini – la paziente può essere trattata con terapia sostitutiva, che va monitorata in gravidanza con controlli regolari dei valori tiroidei. C’è poi la tiroidite di Hashimoto“, una malattia autoimmune, conosciuta anche con il nome di tiroide linfocitaria o autoimmunitaria, “che può iniziare subito dopo la gravidanza”. Così la tiroide comincia a funzionare in modo ridotto.
“In generale – conclude l’esperta – lo screening tiroideo è consigliato nelle donne che vogliono avere una gravidanza, a maggior ragione se sanno di avere una storia familiare di patologia tiroidea. Al Fatebenefratelli c’è un percorso ad hoc per lo screening delle patologie della tiroide, con esami mirati per la diagnosi e un percorso per la terapia. Le pazienti e i pazienti, perché queste patologie colpiscono anche gli uomini, possono iniziare l’iter sapendo che verranno seguiti anche nel follow-up”.