di Francesco Donnici – Tesla nasce nel 2003, presentandosi al grande pubblico come un Costruttore di auto elettriche rivoluzionario, frutto del genio e dell’impegno di un gruppo di ingegneri guidati da Elon Musk, imprenditore sudafricano naturalizzato americano, considerato eclettico e visionario. Diventato celebre per aver inventato il sistema di pagamento elettronico sicuro e veloce PayPal, Musk è attualmente impegnato su differenti fronti, come ad esempio quello dei lanci spaziali effettuati dell’azienda SpaceX.
Fin dall’inizio, il team di Tesla aveva come obbiettivo quello di realizzare un’auto elettrica senza scendere a compromessi, con la convinzione che i veicoli elettrici possono essere decisamente migliori, più veloci e più divertenti da guidare di un modello alimentato con un tradizionale propulsore a benzina. In pochi anni, il marchio Californiano è riuscito ad offrire una completa gamma di vetture elettriche, composta da ben 4 modelli che coprono altrettanti segmenti di mercato. Attualmente, la Casa di Palo alto non offre soltanto veicoli 100% elettrici, ma ha ampliato il suo raggio d’azione a nuove e futuristiche soluzioni per generare e immagazzinare energia pulita. Non a caso la “mission” di Tesla è quella di puntare al più presto alla completa sostituzione dell’utilizzo dei combustibili fossili, a favore di un futuro a zero emissioni.
Il 2008 segna il primo e grande passo compiuto del Costruttore americano con il lancio della Roadster, sportiva dalle prestazioni elevatissime ed equipaggiata con un’innovativa batteria abbinata ad un gruppo motopropulsore elettrico, entrambi realizzati dalla Tesla e caratterizzati da una tecnologia molto all’avanguardia. Subito dopo è stata progettata da zero la Model S, prima berlina 100% elettrica capace di mescolare in un solo modello prestazioni, sicurezza ed efficienza elevatissime. Il debutto della Model S è riuscito a stravolgere completamente la concezione nei confronti delle automobili elettriche, fino a quel momento considerate “noiose”, con scarso appeal, lente nelle prestazioni e nella ricarica delle batterie.
La berlina Tesla offre infatti un’autonomia maggiore rispetto a qualsiasi altro veicolo elettrico in produzione e nello stesso tempo mette a disposizione aggiornamenti software scaricabili sulla vettura in tempo reale via Internet, capaci di migliorare in maniera costante e continuativa la sua tecnologia e le sue prestazioni. Basti pensare che la versione più potente denominata Model S P100D offre un’accelerazione impressionante che consente di bruciare lo scatto da 0 a 100 km/h in appena 2,28 secondi.
Nel 2015, la Tesla ha deciso di allargare la propria offerta di vetture con l’introduzione della Model X, un SUV spazioso e versatile considerato il più sicuro e veloce del suo segmento, cosa confermata dall’autorevole ente americano “National Highway Traffic Safety Administration” che ha assegnato a questo modello una valutazione di sicurezza di 5 stelle in tutte le categorie.
La strategia offensiva della Tesla ha raggiunto recentemente la sua ultima tappa in ordine di tempo, rappresentata dal debutto della Model 3, berlina 100% elettrica di dimensioni medie che grazie ad un prezzo contenuto punta alla diffusione capillare. Il futuro dei veicoli 100% elettrici targati Tesla riserva ancora molto e stupefacenti soprese che riguardano anche il settore del trasporto merci.
Il Costruttore yankee ha infatti presentato Tesla Semi, una motrice a zero emissioni che punta ad offrire la massima sicurezza ed un eccellente confort nei lunghi viaggi. Secondo i dati diffusi, Semi promette di far risparmiare qualcosa come 200mila dollari di carburante su 1 milione e mezzo di chilometri di percorrenza.
La filosofia sostenibile di Tesla parte nella sua fabbrica di Fremont in California, dove attualmente vengono prodotti tutti i modelli della gamma e la maggiorparte dei componenti. Per offrire la massima sicurezza anche nei suoi stabilimenti, il Costruttore mette a disposizione di tutti i suoi dipendenti un programma di formazione della durata di più giorni da effettuare prima dell’ingresso in fabbrica. La formazione dedicata ai lavoratori della Tesla non si ferma qui, infatti prosegue in maniera costante per accelerare i miglioramenti relativi alla produzione. Questa strada ha portato diversi frutti, a partire dal miglioramento degli standard di sicurezza, fino ad arrivare all’aumento della produzione della nuova Model 3.
La missione di contribuire in maniera significativa all’ecosostenibilità del pianeta, ha spinto i vertici di Tesla ad andare oltre la produzione automobilistica, realizzando inedite ed esclusive soluzioni per l’energia. Tra queste troviamo Powerwall, Powerpack e Solar Roof, capaci di offrire ai proprietari di una abitazione domestica, alle imprese e agli impianti di distribuzione di gestire la produzione, l’immagazzinamento e il consumo di energia rinnovabile in maniera assolutamente innovativa, intelligente ed efficace.
Per sostenere l’industria automobilistica e quella energetica, Tesla ha realizzato la Gigafactory, ovvero una speciale struttura che ha l’ambizioso obiettivo di abbattere sensibilmente i costi di produzione per le celle delle batterie. La scelta di internalizzare la fabbricazione delle celle permette alla Casa americana di immagazzinare un numero sufficiente di batterie che soddisfi gli obiettivi di produzione, inoltre seguendo questa strada sono stati creati nel medesimo tempo migliaia di nuovi posti di lavoro.
Come accennato in precedenza, il modello Tesla più economico permetterà al brand di auto elettriche di offrire soluzioni accessibili ad un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo, in questo modo è possibile rendere più rapido il processo che porterà al passaggio dagli attuali mezzi di trasporto a veicoli “puliti” e a produzione di energia sostenibile. L’obiettivo è quello di combinare la produzione e l’immagazzinamento di energia pulita con l’uso di auto elettriche per ottenere un impatto maggiore sul nostro ecosistema e sulla salute dell’uomo.
Per consentire uno sviluppo capillare delle auto a trazione elettrica è necessario però realizzare una rete di infrastrutture per la ricarica di energia che sia posizionata in maniera strategica, oltre a trovarsi nei pressi di servizi come ad esempio negozi, punti di ristoro e quant’altro. Per ovviare a ciò, Tesla ha deciso di affiancare le colonnine di ricarica “standard” – decisamente lente nelle operazioni di ricarica e presenti a macchia di leopardo in molti paesi occidentali – con le stazioni Supercharger caratterizzate da vari punti di ricarica veloci che consentono agli automobilisti di proseguire verso la propria destinazione nel più breve tempo possibile.
Ricaricare una Tesla utilizzando le potenzialità dei Supercharger risulta semplice e conveniente: basta collegare l’auto e attivare la ricarica. La cronologia delle ricariche Supercharger viene salvata automaticamente nell’Account Tesla, in cui vengono mostrati i crediti utilizzati e l’eventuale importo addebitato sul proprio conto. Tramite l’utilizzo dei Tesla Supercharger è possibile ricaricare l’80% della capacità delle batterie di una Model S in appena 40 minuti, ottenendo in questo modo un’autonomia sufficiente per riprendere il proprio viaggio nella più assoluta tranquillità. In Italia esistono attualmente 30 stazioni Supercharger che possono essere facilmente visualizzate sulla mappa dell’impianto di infotainment della vettura. Purtroppo, questa rete di ricarica superveloce risulta decisamente scarsa nella nostra penisola, perché si concentra principalmente nelle regioni del nord, lasciando invece completamente scoperto il sud del Paese.
Tesla è già a lavoro per colmare questo gap, infatti pochi mesi fa ha annunciato l’arrivo nella nostra penisola di 22 nuove stazioni di ricarica Tesla Supercharger, entro la fine del 2019. L’incremento deli Supercharger in Italia aiuterà senza ombra di dubbio alla diffusione dell’attesa Model 3, arrivata sul nostro mercato proprio in questi giorni.
Il Colosso americano può vantare di essere l’unico Costruttore di automobili al mondo a possedere una propria rete di ricarica a livello globale e di potenza elevata, infatti i Supercharger sono capaci di offrire una potenza di 120 kW che nel prossimo futuro salirà fino a quota 350kW. In tutto il mondo si contano ben 1.261 stazioni, per un totale di 10.021 i punti di ricarica. Questo numero è destinato a salire ulteriormente considerando l’ampliamento della gamma Tesla che oltre a prevedere il recente debutto della Mode 3 comprende anche l’arrivo nel prossimo futuro della Model Y, inedito crossover di medie dimensioni, a cui si aggiungerà la nuova generazione della Roadster, entrambe previste dopo il 2020.
Come già anticipato, ad oggi In Italia esistono 30 Tesla Supercharger che offrono un totale di oltre 200 punti di ricarica elettrica, a cui vanno sommati più o meno 500 colonnine di ricarica Destination Charging (dotate di una potenza limitata a 22 kW), situati principalmente nei parcheggi di hotel, nei punti più turistici e nei centri commerciali. L’obiettivo di Tesla è quello di portare il numero dei Supercharger fino a quota 51, grazie all’introduzione di 22 nuove stazioni di ricarica veloce entro la fine del 2019, in modo da colmare la mancanza di questi punti di ricarica rapida nelle zone scoperte, come il sud e le isole maggiori del territorio italiano.
Ecco l’elenco delle stazioni Supercharger che apriranno nella nostra penisola entro la fine del prossimo anno: Campofelice di Roccella (Palermo, 2018), Catania (2019), Olbia (2018), Oristano (2019) e Perugia (2019). Molto attesi anche i Supercharger a Grosseto (2018), Civitavecchia (Roma, 2018), Genova (2019), Alessandria (2018), Sondrio (2018), Cortina d’Ampezzo (2018), Cesena Nord (2019), Monopoli (Bari 2018, secondo in Puglia), Aprilia (Latina, 2018), Bardonecchia (Torino, 2018), Carsoli Oricola (L’Aquila, 2018), Como (2018), Vicenza (2018), Lamezia Terme (Catanzaro, 2019), Porto San Giorgio (Fermo, 2019), Rho (Milano, 2019) e Udine (2019).
La mobilità del futuro passa però anche dalle auto intelligenti dotate di guida autonoma e dai servizi connessi offerte dai dispositivi di comunicazione tra auto (Car-to-X) e dalle infrastrutture intelligenti delle smart city. Il sistema di comunicazione Car-to-X (C2X) – portato avanti da una serie di Case automobilistiche internazionali tra cui spicca il Gruppo Daimler (Mercedes) – si presenta come un collegamento di rete tra sistemi elettronici di varie automobili e delle infrastrutture stradali, che permettono di diffondere vari tipi di informazioni come se si utilizzasse una speciale di social network per la viabilità stradale.
Tra le varie opzioni che mette a disposizione il sistema C2X troviamo quella che permette di segnalare una coda autostradale ad altre vetture non visibile ad occhio nudo: in questo modo i guidatori vengono avvisati in tempo reale dell’approssimarsi del pericolo e in questo modo possono rallentare o cambiare tragitto in tutta sicurezza. Questo sistema di comunicazione può offrire la massima sicurezza anche quando ci sono condizioni meteo avverse, per esempio potrebbe permettere di attivare la frenata d’emergenza per evitare la collisione con altri veicoli che non risultano visibili a causa della nebbia o per altre circostanze.
Come se non bastasse, C2X permette di ottimizzare l’efficacia e l’utilizzo dei semafori analizzando, tramite l’analisi costante dei flussi di traffico che provengono dalla comunicazione tra le auto presenti nel e le infrastrutture stradali. Inoltre è possibile conoscere la presenza di parcheggi liberi, stazioni di rifornimento, alberghi, ristoranti e quant’altro, offrendo anche la possibilità di interagire con questi ultimi, in caso si volesse prenotare qualche tipo di servizio.
Per forza di cose, nel prossimo futuro varcheremo i confini del nostro pianeta ed è per questo motivo che saranno sempre più importanti gli investimenti riservati alle missioni spaziali. Come accennato all’inizio dell’articolo, l’eclettico Musk mantiene lo sguardo puntato verso il cielo con la sua azienda SpaceX. Quest’ultima annovera lo sviluppo dei lanciatori Falcon 1, Falcon 9 e Falcon Heavy, che potranno essere riutilizzati nel prossimo futuro, inoltre all’elenco si aggiunge anche la capsula Dragon, lanciata dal Falcon 9 per rifornire la Stazione Spaziale Internazionale. SpaceX può vantare di aver realizzato il primo razzo a propellente liquido finanziato da privati (Falcon 1) capace di raggiungere nel 2008 l’orbita. L’azienda americana è stata inoltre la prima compagnia privata a lanciare e recuperare un veicolo spaziale e la prima a inviare un veicolo spaziale verso la ISS.
Nel 2015, SpaceX fece tornare con successo il primo stadio del Falcon 9 appena lanciato, diventando la prima azienda in mano ai privati a tentare con successo un’operazione simile. Appena due anni dopo, nel 2017, venne effettuato con successo il lancio di un primo stadio riutilizzato, mentre nel 2018 è stato lanciato il Falcon Heavy, considerato il più potente al mondo.
L’obiettivo dichiarato di Musk è quello di raggiungere al più presto il pianeta Marte con uno dei suoi razzi. Tra serietà e provocazione, Musk ha dichiarato ai media di voler essere tra le prime persone che visiteranno il “Pianeta rosso”, aggiungendo che una volta atterrato su Marte ci sarebbero il 70% delle possibilità che si stabilisca a vivere nello spazio per tutta la durata della sua esistenza.