E’ possibile che sia avvenuta a Napoli la tumulazione di Vlad III, il conte Dracula, principe di Valacchia tra il 1448 e il 1477, passato alla storia per la sua crudeltà che ha alimentato leggende e ispirato romanzi.
L’indagine relativa è stata condotta da Claudio Falcucci, ingegnere tra gli esperti europei di diagnostica d’arte: oggetto di particolare attenzione un’epigrafe tombale presente nella Cappella Turbolo del complesso monumentale di Santa Maria la Nova.
“Un tempo questa iscrizione criptata potrebbe essere stata collocata accanto alla tomba della famiglia Ferillo, ipotizzata come quella del conte Dracula, poiché tutte le tombe attualmente nel Chiostro erano in precedenza all’interno della Chiesa. Individuare l’epoca della sua creazione aiuta quindi a delineare correttamente il profilo storico dell’intera vicenda,” spiega Giuseppe Reale, presidente dell’associazione “Oltre il Chiostro onlus” che gestisce il complesso.
Il testo dell’epigrafe è scritto in un linguaggio ancora sconosciuto: l’unico elemento decifrato è il nome Vlad, che ricorre più volte.
La ricerca di Falcucci ha verificato la datazione prendendo in esame alcune lettere ridipinte nel corso del tempo: “L’idea iniziale era che questi interventi fossero stati realizzati all’inizio del 1900 lo svolgimento di analisi basate sull’uso di radiazioni ultraviolette e riprese all’infrarosso ha invece rivelato che questi rimaneggiamenti sono iniziati molto prima e che la datazione dell’iscrizione potrebbe risalire anche al XVI secolo“.
L’iscrizione sarebbe quindi di un’epoca compatibile con quella dell’ipotetico soggiorno napoletano del conte Vlad e, soprattutto, con quello della sua morte.
I risultati dell’indagine e la tesi della sepoltura di Vlad III nella chiesa napoletana saranno presentati nel corso del convegno “Ortodossia, Eterodossia: lo spazio slavo di fronte alle divisioni della cristianità dal Medioevo ad oggi” in programma il 22 e 23 novembre presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale.