L’uso dei telefonini può alla lunga provocare lo sviluppo del cancro? A questa domanda ha provato a rispondere il più lungo e costoso studio realizzato fino ad oggi, curato dall’agenzia pubblica americana National Toxicology Program che ha usato come cavie 3 mila fra topi e ratti. La ricerca è durata 10 anni, con una spesa pari a 30 milioni di dollari.
L’indagine, che ha preso in esame la tecnologia 2G e 3G dei cellulari – riporta il ‘New York Times‘ – ha “trovato prove positive, ma relativamente modeste, che le onde radio di alcuni tipi di cellulare potrebbero aumentare il rischio di cancro al cervello nei ratti maschi“. Tuttavia, sostengono gli esperti, “anche aver dimostrato un piccolo aumento del rischio oncologico derivato da questi dispositivi usati da miliardi di persone potrebbe avere ampie implicazioni“.
Secondo John Bucher, scienziato senior dell’agenzia Usa e fra gli autori dello studio, “il legame tra radiazioni a radiofrequenza e tumori nei ratti maschi è reale“. Tuttavia, precisa, “i livelli di esposizione e la durata erano molto maggiori di quelli che le persone incontrano normalmente” e quindi le evidenze riscontrate sui roditori “non possono essere confrontate direttamente con l’esposizione che sperimentano gli esseri umani“.