Per la fauna selvatica il 2018 è stato un anno di grande difficoltà. Sul piano della caccia, il Wwf parla di un vero e proprio annus horribilis visto che oltre la metà delle Regioni ha varato calendari venatori o altri provvedimenti in contrasto con le normative nazionali ed europee.
Provvedimenti e calendari impugnati dall’associazione attraverso 12 ricorsi ai Tribunali regionali amministrativi, di cui nove andati a buon fine. Gli eventi atmosferici estremi, in particolare quelli dell’ultimo autunno, hanno messo in serio pericolo gli animali selvatici delle aree colpite.
Per questa ragione il Wwf insieme ad altre associazioni ha chiesto alle Regioni la sospensione della caccia in queste aree, ma la risposta è stata negativa. Sul versante della conservazione italiana ci sono buone notizie per il lupo che il Wwf continua a difendere contrastando il bracconaggio e favorendo la coesistenza con le attività antropiche. La popolazione è in aumento sia sull’Appennino che sull’Arco alpino, avvicinandosi ad uno stato di conservazione favorevole su tutto il territorio nazionale. Brutte notizie invece per l’orso bruno marsicano, che proprio nella parte finale dell’anno ha registrato la morte di tre individui (una mamma con due cuccioli), a causa di attività legate all’uomo.