Arte del Pizzaiuolo Napoletano Patrimonio dell’Umanità: 3 giorni di celebrazioni in Campania per il primo anniversario

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Convegni, laboratori didattici, annullo filatelico e una mostra per celebrare, in tre giornate, dal 5 al 7 dicembre 2018, il primo anniversario del riconoscimento de “L’Arte del Pizzaiuolo Napoletano” nella Lista del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità – UNESCO.

In occasione della ricorrenza, la Regione Campania, in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, la Fondazione UniVerde, l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e l’Associazione Verace Pizza Napoletana, con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, ha promosso un programma di appuntamenti che si concluderà oggi venerdì 7 dicembre con l’inaugurazione, alle ore 17:00, della Mostra #pizzaUnesco ospitata al primo piano del Terminal dell’Aeroporto Internazionale di Napoli e che sarà aperta al pubblico per tutto il mese di dicembre.

Rosanna Romano, Direttore Generale per le politiche culturali e il turismo della Regione Campania, ha dichiarato: “L’obiettivo che ci siamo posti è di carattere celebrativo, divulgativo, formativo allo scopo di far conoscere il significato del riconoscimento. È un elemento culturale di altissimo valore perché rappresenta una comunità, ma anche relazioni e professionalità che operano in continuità con la tradizione. Valorizzandone il carattere educativo e pedagogico, come patrimonio da salvaguardare, avremo sicuramente positivi risvolti in termini di immagine e visibilità”.

Per Matteo Lorito, Direttore del Dipartimento di Agraria della “Federico II”: “Si tratta di un’arte autentica che si basa su una competenza anche tecnologica, antica e capace di sfruttare pienamente la qualità dei prodotti agroalimentari dei territori meridionali. L’opera del pizzaiuolo racconta la storia di un territorio e dei popoli che lo hanno realizzato, il che consente a chi consuma il prodotto finale, non solo di alimentarsi in maniera corretta, ma anche di vivere un’emozione e di godere di un cibo che rende felici”.

Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde ha osservato: “In un anno, dal conseguimento dell’iscrizione nella Lista del Patrimonio culturale immateriale, si sono moltiplicate le richieste, da ogni parte del mondo, di veri pizzaiuoli di scuola napoletana. Si tratta di un segnale importante per il made in Italy, ora occorre tutelare e valorizzare al meglio questo elemento. È una vittoria della cultura artigianale degli alimenti e dell’agricoltura di qualità rispetto alle multinazionali del cibo anonimo”.

Sergio Miccù, Presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani: “La pizza, per tanti anni assurta esclusivamente a elemento folkloristico materiale, è oggi simbolo identitario di un popolo, attraverso la maestria di chi da anni la impasta, la ammacca, la prepara. Andremo avanti in questa direzione, nel rispetto di un pezzo delle grandi tradizioni partenopee, della nostra storia e della città tutta”.

Antonio Pace, Presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana: “Oggi il saper maneggiare un impasto non è più un mestiere per gli umili, ma una vera professione che richiede preparazione tecnica e studio continuo. Il riconoscimento Unesco è un risultato storico che ci rende orgogliosi proprio perché premia il duro lavoro dei nostri pizzaiuoli, fedeli custodi della vera ricetta della pizza napoletana e della sua artigianalità”.

Gli eventi di celebrazione sono stati inaugurati mercoledì 5 dicembre al Museo MADRE con “L’unione fa la pizza a regola d’arte” alla presenza dell’Assessore alla Formazione della Regione Campania Chiara Marciani che, intervenendo al convegno, moderato da Vincenzo Sbrizzi di NapoliToday, ha posto l’accento sul “messaggio positivo del riconoscimento Unesco che verrà rilanciato anche con un progetto formativo, promosso dalla Regione Campania, con l’obiettivo di consolidare il connubio scuola-lavoro e la formazione professionalizzante. Tale percorso ? ha sottolineato l’Assessore Marciani ? si realizzerà con la selezione di 50 giovani aspiranti pizzaiuoli, cui saranno erogate altrettante borse di studio comprensive di un periodo di stage ed esperienze formative in pizzeria, sotto la supervisione di tutor professionisti”.

Gli appuntamenti sono proseguiti giovedì 6 dicembre alla Reggia di Portici con il convegno “Da cibo povero a patrimonio Immateriale dell’Umanità”, che ha messo in luce gli aspetti culturali, antropologici e tecnologici del riconoscimento. Al convegno sono intervenuti, tra gli altri, autorevoli personalità del mondo accademico, Marino Niola, Paolo Masi, Elisabetta Moro, che hanno fatto il punto sulla storia dei pizzaiuoli napoletani, dalle cui sapienti mani è nato uno dei capolavori della gastronomia nostrana, divenuta nei secoli la pietanza più apprezzata e consumata al mondo. L’arte della pizza, come è stato illustrato, rappresenta il risultato di un processo sociale, intrinsecamente legato al vivere popolare, che è espressione di una cultura immateriale dall’inestimabile valore. Questo riconoscimento non significa tuttavia tutelare un piatto, la pizza, ma l’arte e l’artigiano che sta dietro la sua creazione, come hanno ricordato i maestri pizzaiuoli Franco Pepe e Enzo Coccia.

Francesco Emilio Borrelli, Presidente dell’Osservatorio permanente per il Patrimonio culturale immateriale per la Regione Campania, ha elogiato i pizzaiuoli napoletani che “hanno saputo portare la loro conoscenza nel mondo. La nostra volontà è quella di legare sempre di più la tradizione con la difesa di quest’arte unica”.

Nel corso dei lavori, suddivisi in due panel moderati dai giornalisti Gimmo Cuomo, de “Il Mattino”, e Antonio Corbo, di “La Repubblica”, è stata inoltre presentata l’indagine demoscopica sull’arte del pizzaiolo napoletano, a cura della Società Noto Sondaggi, presentata dal direttore Antonio Noto. Secondo i dati della ricerca, la maggioranza degli italiani ritiene che il riconoscimento abbia conferito maggiore reputazione alla vera pizza realizzata secondo la tradizionale arte napoletana (61%). Soprattutto, oltre alla bontà dell’alimento, reputato anche sano e completo dal punto di vista nutrizionale (71% del campione), la pizza stessa amplia lo spazio di convivialità, il piacere dello stare insieme.

Questa mattina, venerdì 7 dicembre, nel giorno del primo anniversario, al convegno “Oltre 2 milioni di firme: storia di una straordinaria vittoria”, ospitato alla Reggia di Portici, è stato ripercorso il successo della petizione e della campagna internazionale #pizzaUnesco, promosse dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, l’Associazione Verace Pizza Napoletana, Coldiretti e con il supporto di tante altre realtà, che hanno consentito di far conoscere la candidatura in tutto il mondo, prima ancora del riconoscimento. Nel corso dell’evento si è tenuta la presentazione dell’annullo filatetico e delle cartoline celebrative del primo anniversario emessi da Poste Italiane, alla presenza, tra gli altri, di Antonello De Riu della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Gennaro Masiello, Vice Presidente Nazionale Coldiretti, il sociologo Raffaele Savonardo e del testimonial della campagna Jimmy Ghione, inviato di Striscia La Notizia. Alessandra Pesce, Sottosegretario di Stato al Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, ha inviato un messaggio di saluto e di plauso all’iniziativa. Ha moderato Luciano Pignataro, giornalista de “Il Mattino”. L’annullo filatelilco sarà inserito nel comunicato marcofilo nazionale del mese di dicembre per dare l’opportunità ai marcofili di farne richiesta a fini collezionistici.

In concomitanza della due giorni organizzata alla Reggia di Portici, gli studenti delegati dagli istituti di formazione, con il supporto e sotto la supervisione di pizzaiuoli professionisti, hanno partecipato a un laboratorio didattico sull’arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano.

Tre giornate che sono state l’occasione per celebrare lo storico riconoscimento ma anche un’opportunità per accrescere la consapevolezza del valore culturale e storico dell’antica arte del pizzaiuolo napoletano. Un patrimonio di conoscenze artigianali uniche che rappresenta una opportunità di riscatto sociale, formazione e lavoro per le nuove generazioni.

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