Mentre il resto del mondo si sta preparando al Natale, agli abitanti di una città cinese è stato riferito che quest’anno le festività sono vietate dal governo. Non sarà permessa alcuna immagine di Babbo Natale per le strade e i negozi locali non potranno vendere decorazioni natalizie o alberi di Natale. Siamo nella città di Langfang, vicino alla capitale Pechino.
L’ordine avvisa i negozi e le aziende locali che non potranno svolgere eventi promozionali o vendite nel periodo natalizio e che cartelloni e manifesti pubblicitari legati al Natale dovranno essere rimossi. L’avviso, inoltre, esorta i residenti a riferire alle autorità se qualcuno “diffonde la religione” in pubblico. Le autorità promettono anche di “ripulire” le strade dai venditori ambulanti di alberi di Natale, calze natalizie e decorazioni di vario genere. Un’intera squadra di agenti di polizia pattuglierà strade, supermercati e piazze pubbliche il 23, 24 e 25 dicembre per assicurarsi che non ci siano segni delle festività in vista.
Il Global Times, giornale nazionale, ha annunciato la decisione del governo non come un divieto religioso ma come il tentativo di mantenere “l’ambiente pulito”, suggerendo che le festività natalizie rendano poco pulita la città. Secondo quanto riportato, la città è in corsa per vincere il premio delle “Città civilizzate” della Cina, ritenuto “l’onore più alto” a cui una città cinese possa aspirare sotto ogni aspetto della propria vita pubblica, economica e sociale.
Ma non tutti credono a questa storia. Sembra proprio che Babbo Natale non andrà nelle case dei bambini di Langfang quest’anno a causa delle misure restrittive adottate dal governo per un’apparente repressione religiosa. All’inizio del mese un importante pastore protestante è stato arrestato dalle autorità cinesi con l’accusa di incitare alla sovversione, secondo un gruppo per i diritti umani. Si dice che il pastore Wang Yi sia stato arrestato insieme a circa un centinaio di fedeli dalla polizia nella notte del 9 dicembre. La costituzione della Cina garantisce la libertà di religione ma, dall’insediamento del Presidente Xi Jinping 6 anni fa, il governo ha rafforzato le restrizioni sulle religioni viste come una sfida all’autorità del Partito Comunista.
Patrick Poon, ricercatore di Amnesty International, ha dichiarato che i recenti raid riflettono l’attitudine del governo verso la Cristianità e che la mossa delle autorità di Langfang probabilmente è volta a impressionare Pechino. “Le autorità di Langfang forse vogliono dimostrano quanto sono pronte a compiacere il governo centrale vietando le decorazioni e le vendite di Natale. Tuttavia, dimostrano anche la loro ignoranza su ciò che il Natale significhi davvero per i cristiani, che non è fare acquisti o feste ma il momento di manifestare la loro fede”. Nonostante questa repressione, nel 2017 la Cina ha prodotto ed esportato il 60% degli alberi di Natale artificiali del mondo.
I cinesi festeggiano il Natale?
In uno strano modo di festeggiare il Natale, il 24 dicembre i cinesi mangiano mele rosse, credendo che portino fortuna e una vita tranquilla per il nuovo anno. La parola “mela” ha una pronuncia simile a “pace” in mandarino e la Vigilia di Natale è conosciuta come “la notte della pace”. Per questo motivo, i residenti mangiano “il frutto della pace” per l’occasione.