Clima, Slovacchia: attivisti di Greenpeace rischiano il carcere dopo protesta

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Un tribunale slovacco ha deciso oggi di tenere in carcere, fino all’inizio del processo e dunque per diversi mesi, gli attivisti di Greenpeace arrestati venerdì scorso per una manifestazione pacifica contro la lignite, il più inquinante tipo di carbone. Gli attivisti, che avevano aperto uno striscione sulla torre mineraria di una compagnia slovacca che estrae questo combustibile fossile, si trovano ora a fronteggiare accuse infondate e rischiano fino a 5 anni di carcere“: lo spiega l’associazione ambientalista in una nota. Gli avvocati di Greenpeace “faranno dunque immediatamente appello contro questa decisione. L’organizzazione ambientalista chiede solidarietà internazionale per gli attivisti in arresto, ancor di più considerando che oggi si apre a Katowice, in Polonia, la Conferenza Mondiale sui Cambiamenti Climatici (COP24), durante la quale si riuniranno i governi di tutto il mondo“.

Per Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International, “siamo di fronte alla più grande sfida per l’umanità, milioni di persone in tutto il mondo stanno chiedendo azioni in difesa per il clima e stanno agendo in prima persona. I governi riuniti alla COP24 devono adesso schierarsi una volta per tutte al fianco dei cittadini. Questi 12 attivisti hanno condotto una protesta pacifica contro il carbone, il più inquinante dei combustibili fossili, e la loro detenzione è una vergogna. Chiediamo alla Slovacchia di rilasciare immediatamente gli attivisti“, conclude Morgan.

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