Conversazioni atomiche: dal 13 dicembre al cinema una commedia on the road sulla fisica in Italia

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Arriva nelle sale dal 13 dicembre, per iniziare un percorso che lo porterà in tante città e cinema d’Italia lungo il 2019, Conversazioni atomiche, il nuovo film documentario di Felice Farina, prodotto da Istituto Luce Cinecittà e co-distribuito da Luce e Nina Film. Un film del tutto inusuale nel panorama produttivo italiano. Un documentario, con la struttura del road movie, lo spirito della commedia, gag di situazione da buddy movie, una sceneggiatura da film di conversazione e tantissimi tuffi in strepitose immagini di realtà e del passato, Conversazioni atomiche ha per protagonista un personaggio davvero rarissimo nel nostro cinema d’autore: la Scienza.

Il nuovo film di Farina – rara personalità di regista cinematografico appassionato e versato negli studi scientifici e soprattutto nella fisica – raggiungerà da metà dicembre alcune importanti piazze (come Roma, Milano, Firenze, Bologna) e sarà accompagnato nelle diverse proiezioni, oltre che dal regista e dal cosceneggiatore Nicholas Di Valerio, da alcuni ricercatori dell’INFN – l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, per creare un piccolo evento nell’evento: un dibattito con il pubblico in platea sui temi e luoghi toccati dal film, e sui frangenti più attuali e  appassionanti della ricerca scientifica italiana.

«Per l’INFN è un piacere accompagnare Conversazioni Atomiche nelle sale cinematografiche e nelle scuole. Questo documentario costituisce una opportunità di conoscere alcuni aspetti della ricerca italiana di punta e di incontrare da vicino le ricerche che si svolgono in alcuni dei nostri laboratori nazionali di fisica», commenta Giorgio Chiarelli, responsabile del Comitato per il Coordinamento per la Terza Missione dell’INFN. «L’utilizzo di filmati d’epoca, spesso rari o inediti, permette anche di capire quanto l’eccellenza italiana in queste aree sia il frutto di investimenti di lungo corso. Ci auguriamo che le presentazioni in sala siano altrettante occasioni di conversazione tra il pubblico ed i ricercatori».

Applaudito nelle scorse settimane in importanti Festival di settore – e alla presenza di platee di specialisti – come il Festival della Scienza di Genova e il Trieste Science + Fiction Festival, Conversazione atomiche è una commedia scientifica dichiaratamente divulgativa che accompagna gli spettatori dentro i laboratori di ricerca più di avanguardia in Italia.

«Conversazioni Atomiche è una dichiarazione d’amore accorata e leggera alla scienza italiana, proposta in un’inusuale forma che fonde la commedia con il documentario». Così il regista Felice Farina descrive il docu-film con cui esplora le nuove frontiere della fisica attraverso la voce di importanti ricercatori e ricercatrici. «Il film – spiega –  è una sorta di road movie nel quale mi affianca riluttante Nicholas Di Valerio nei panni del cine?operatore-cavia di una sfida donchisciottesca: rendere comprensibili e affascinanti argomenti come la gravità einsteiniana e la meccanica quantistica anche a chi è convinto di non capirne un accidente o, peggio, di non averne alcun bisogno».

IL FILM

Conversazioni Atomiche sperimenta un modello di divulgazione scientifica appassionato e personale: un road movie in una brillante chiave donchisciottesca dove lo stesso autore Felice Farina e il suo riluttante scudiero/operatore di ripresa Nicholas si intrufolano nella quotidianità di chi non smette mai di farsi domande.

Dall’acceleratore di particelle di Frascati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare al Laboratorio Nazionale del Gran Sasso, dall’interferometro Virgo all’Osservatorio astronomico di Campo Imperatore, Farina con la sua telecamera si addentra nei laboratori di ricerca per «raccontare la quotidianità di chi ha scelto di dedicare la propria vita a fare domande». In un road movie che intreccia commedia, situazioni da buddy movie, dialoghi appassionati, divagazione storica e sconfinamenti che aprono al mistero del non ancora conosciuto, il regista compie un viaggio in lungo e in largo per l’Italia e, supportato da un contrappunto inedito di filmati scientifici dell’archivio Luce, ci fa riflettere su quella sfida, tipicamente umana, di andare oltre le colonne d’Ercole «per seguir virtute e canoscenza».

Una dichiarazione d’amore alla ricerca italiana che cerca di trasferire alcuni concetti fondanti della fisica di oggi anche a chi è convinto di non capirne un accidente o, peggio, di non averne alcun bisogno.

Le prime conversazioni atomiche si svolgono nell’anello di accumulazione dei Laboratori Nazionali di Frascati, dove i ricercatori INFN Catalina Curceanu e Andrea Ghigo illustrano il meticoloso lavoro quotidiano per farlo funzionare e le sfide conoscitive per ampliare e consolidare la nostra conoscenza delle strutture ultime della natura.

Prosegue sotto il Gran Sasso, nel più grande laboratorio sotterraneo al mondo dedicato allo studio delle astroparticelle, sempre dell’INFN, dove schermati da 3 chilometri di montagna vengono condotti esperimenti nel silenzio cosmico a caccia della materia oscura.

Ci si addentra poi nel mondo quantistico con Guglielmo Tino: nel suo laboratorio “Magia Advanced” dell’Università di Firenze, dove c’è l’orologio attualmente più preciso al mondo. Felice Farina conversa con Adalberto Giazotto, scienziato tenace, visionario e lungimirante scomparso lo scorso anno, che ha dedicato la vita alla caccia delle onde gravitazionali e alla realizzazione del grande interferometro europeo Virgo (fondato dall’INFN e dal francese CNRS, nei pressi di Pisa) che, insieme a Ligo negli Stati Uniti, è stato protagonista della straordinaria scoperta dei segnali di onde gravitazionali.

Si confronta con Giovanni Amelino Camelia per fare il punto sia su uno dei problemi irrisolti della fisica contemporanea – come rendere conciliabili i due pilastri su cui si fonda, le due grandi teorie, la relatività generale con la meccanica quantistica – sia sulla sfida che lo vede impegnato, insieme a un pugno di pionieri in tutto il mondo: scoprire e descrivere la “gravità quantistica”, il Graal della fisica.

Dopo una notte trascorsa a 2200 metri di quota nell’Osservatorio astronomico di Campo Imperatore (AQ) dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, assieme agli astronomi Andrea di Paola e Alessio Giunta, la conclusione del film è affidata alla conversazione con il neuroscienziato milanese Marcello Massimini sul tema della coscienza e come misurarla grazie all’approccio basato sulla teoria dell’Informazione Integrata di Giulio Tononi.

“Sono da sempre ammalato di scienza, e credo nell’importanza della divulgazione scientifica, perché è importante che si conoscano le domande che la scienza pone alla natura. Non amo quei documentari in cui gli scienziati appaiono in fredde interviste dal linguaggio forzatamente semplificato, e dove mirabili apparecchiature rimangono nel mistero del troppo complicato. Allora ho pensato a questo piccolo esperimento, in cui come dice il titolo si conversa, più che teorizzare; e dove si cerca di seguire un metodo per così dire “galileiano”, cioè si osserva e si traggono conclusioni. Ho cercato di fare in modo che chiunque lo finisca di guardare si ritrovi a intuire, almeno nei concetti essenziali, due dei fondamenti della fisica contemporanea che credo oggi debbano essere parte integrante del sapere, non foss’altro perché determinano uno sguardo diverso e assai più profondo sulla natura, e cioè la gravità einsteiniana e la meccanica quantistica, il cui disaccordo è tuttora irrisolto e centrale. Come guarnizione di un corpo dal contenuto indubbiamente spesso, ho scelto uno stile a me familiare, ma del tutto insolito per un documentario scientifico. Spero di essere riuscito a dire abbastanza, consapevole che non si può dire tutto”.
Felice Farina

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