I negoziatori che stanno prendendo parte al meeting sul clima delle Nazioni Unite a Katowice, in Polonia, dovranno andare al sodo per finalizzare le regole dell’Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale ben al di sotto di 2°C entro la fine del secolo. Gli esperti sostengono che l’obiettivo più ambizioso, cioè quello di limitare l’aumento a 1,5°C, è ancora realizzabile, ma sempre più difficile.
Il meeting di due settimane riunisce i diplomatici di quasi 200 Paesi, che spesso hanno priorità differenti. Alcuni, come le piccole isole del Pacifico, premono per un’azione drastica e urgente, soprattutto dai Paesi sviluppati, per ridurre le emissioni di gas serra. Altri, come l’Unione Europea, concordano sulla necessità di ridurre le emissioni ma vogliono assicurarsi che tutti i Paesi diano il loro contributo.
L’ONU dichiara che limitare i cambiamenti climatici avrà benefici enormi per la salute delle persone di tutto il mondo. E l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a margine della COP24 ha aggiunto che raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi ridurrebbe notevolmente l’inquinamento atmosferico globale, salvando milioni di vite all’anno entro il 2050. I combustibili fossili che inquinano l’aria, come carbone, carburanti e legno, sono anche un’importante fonte di emissioni di gas serra. In una relazione rilasciata al summit in Polonia, l’OMS ha spiegato che i risparmi sulle spese sanitarie supereranno di gran lunga il costo di affrontare il riscaldamento globale. L’OMS ha aggiunto che i cambiamenti climatici influenzeranno anche le risorse di acqua potabile, i livelli dei nutrienti degli alimenti di base, come il riso, e la probabilità di disastri naturali, mentre le misure per limitarli, come promuovere l’uso della bicicletta al posto dell’auto, hanno benefici per la salute dimostrati.
Anche gli USA stanno prendendo parte alla COP24, nonostante abbiano annunciato lo scorso anno di volersi ritirare dall’Accordo di Parigi. E proprio da oltre oceano arriva la notizia che un’azienda che fornisce elettricità a 3,6 milioni di clienti e gas naturale a 2 milioni di persone in 8 stati cercherà di eliminare tutte le sue emissioni di carbonio entro il 2050. Ben Fowke, CEO di Xcel Energy, è consapevole che non tutte le tecnologie di cui l’azienda ha bisogno per questo obiettivo sono ancora disponibili su scala commerciale, ma è incoraggiato dai progressi nelle tecnologie basate sull’energia pulita. “Questo rischio dei cambiamenti climatici non andrà via e noi vogliamo essere l’azienda che fa qualcosa e che forse potrebbe ispirare anche altri a fare altrettanto”, ha detto. Xcel sta aumentando la sua generazione di energia solare ed eolica, ma per raggiungere le zero emissioni di carbonio dovrà utilizzare la tecnica della cattura del carbonio, che appunto cattura le emissioni di anidride carbonica dei combustibili fossili, tenendole lontane dell’atmosfera. Xcel ha già ridotto le emissioni del 35% dal 2005 ad oggi e spera di raggiungere l’80% entro il 2030.
L’astronauta Alexander Gerst ha dichiarato in un video di aver osservato gli effetti dei cambiamenti climatici sulla Terra e che spera che i Paesi possano cooperare per affrontarli. Rivolgendosi ai delegati della conferenza dell’ONU, Gerst ha detto di aver visto dallo spazio la “bellezza, la fragilità e anche gli effetti creati dall’uomo” sul pianeta. L’astronauta e geofisico tedesco ha detto di essere rimasto colpito da quanto l’Europa apparisse marrone e secca durante la scorsa estate, quando ha ricevuto poche piogge e un caldo prolungato su gran parte del continente. Ha infine esortato i Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi a “trasformare quelle parole in azioni e a raggiungere gli obiettivi dell’accordo”. Ha poi concluso dicendo che spera che i negoziatori riuniti in Polonia possano essere ispirati dallo stesso “spirito di collaborazione” che esiste sulla stazione spaziale.
Gli scienziati sostengono che le emissioni di gas serra devono essere ridotte a zero entro il 2050 per bloccare il riscaldamento catastrofico di questo secolo. A questo proposito, il Primo Ministro della Scozia, Nicola Sturgeon, ha dichiarato che il suo governo è determinato a ridurre le emissioni a zero “il prima possibile” e che restare all’interno dell’Unione Europea aiuterebbe. Parlando ai margini del summit in Polonia, Sturgeon ha fatto notare che il settore del petrolio e del gas è un’importante fonte di impiego in Scozia, motivo per il quale, sostiene, “dobbiamo assicurarci che mentre ci spostiamo verso l’energia rinnovabile, il lavoro e le abilità delle persone siano tenuti in conto”. Ha riproposto l’idea di una “transizione giusta” per i lavoratori, dicendo che senza tutto questo gli sforzi per ridurre i gas serra incontreranno più resistenza. La Scozia ha iniziato il processo legislativo per avere zero emissioni di tutti i gas serra entro il 2050.
Sempre dalla COP24 emerge la notizia secondo cui 5 banche internazionali (ING, BBVA, BNP Paribas, Société Générale e Standard Chartered) stanno promettendo di utilizzare i fondi a loro disposizione per allontanare i clienti dalle aziende che emetto grandi quantità di gas serra. Le banche intendono sostenere l’Accordo di Parigi per limitare i cambiamenti climatici. Il procuratore generale della Slovacchia, inoltre, ha deciso che 12 attivisti di Greenpeace arrestati dopo aver protestato contro un’azienda di estrazione di lignite dovrebbero essere immediatamente rilasciati, considerando la loro detenzione ingiustificata. Gli attivisti, provenienti da Repubblica Ceca, Finlandia, Germania e Belgio, sono stati arrestati per aver esposto striscioni contro l’estrazione del carbone.
Il Primo Ministro della Polonia ha dichiarato che il Paese, che ha alcune delle città più inquinate d’Europa, investirà 3-4 miliardi di euro nel trasporto pubblico a basse emissioni, acquistando 1.077 bus elettrici. Nel frattempo, a Katowice una banda musicale conduceva i festeggiamenti in onore del santo patrono dei minatori. Katowice, infatti, ha una lunga storia legata all’estrazione del carbone, un’industria che secondo gli esperti non potrà continuare a lungo se si vogliono raggiungere gli obiettivi globali per ridurre le emissioni di carbonio. Anna Wiazek, acconciatrice di Katowice, ha dichiarato che aspetterà la fine della conferenza per trarre le sue conclusioni perché “una conferenza è una conferenza ma quello che è davvero importante è ciò che viene fatto davvero, le azioni”. E ha aggiunto: “Ma sono felice e orgogliosa che questa conferenza stia avendo luogo a Katowice, nella nostra regione, perché le persone possano vedere che è interessante e non così inquinata e che possiamo vivere tranquillamente qui”.
Altrove nella città, un gruppo statunitense, chiamato Heartland Institute, ha tenuto un meeting in cui criticava il diffuso consenso tra gli scienziati sul fatto che il riscaldamento globale sia un fenomeno causato dall’uomo. Circa 10 persone hanno seguito l’evento in cui gli oratori sostenevano che l’aumento delle temperature registrato negli ultimi decenni è ampiamente dovuto ad una maggiore attività solare. Simili affermazioni sono a dir poco frustranti per gli scienziati che hanno speso decenni a studiare le variazioni passate del clima terrestre per comprendere i cambiamenti attuali e fornire previsioni per il futuro.
Valerie Masson-Delmotte, climatologa francese, ha dichiarato che 90 autori hanno speso oltre 1 anno e mezzo a valutare circa 6.000 pubblicazioni accademiche per la recente relazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change sull’obiettivo 1,5°C, in cui gli scienziati hanno analizzato anche l’influenza di fattori non legati all’uomo. “È chiaro che la tendenza del riscaldamento può essere spiegata solo dalla reazione del clima alle maggiori emissioni di gas serra e alla loro accumulazione nell’atmosfera. Quello che abbiamo osservato è coerente con la fisica elementare, con il risultato del lavoro teorico e anche con i modelli numerici sul clima. Non significa che l’attività solare, l’attività vulcanica, le variazioni naturali non svolgano un ruolo, ma non spiegano il riscaldamento osservato”. La climatologa ha anche fatto notare che nessuno degli autori dei report dell’IPCC ha ricevuto alcun compenso per il suo contributo: “E onestamente se avessi voluto guadagnare di più, avrei lavorato nel settore finanziario, non nella ricerca accademica, questo è sicuro”.