Eruzione Indonesia: “C’è ancora la possibilità di una frana” ma “la sfida ora è interpretare cosa potrebbe succedere al vulcano e cosa potrebbe accadere dopo” [FOTO]

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    Credit: Sentinel 1
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L’Indonesia ha innalzato il livello di allerta per il vulcano Anak Krakatau, che nel weekend ha generato uno tsunami che ha ucciso almeno 430 persone sulle isole di Sumatra e Java, e ha esteso la zona “rossa” intorno al vulcano. L’agenzia di vulcanologia del Paese ha dichiarato che lo stato di allerta per il vulcano ha raggiunto il secondo livello più alto e che la zona vietata è stata estesa ad un raggio di 5km. L’eruzione nella sera di sabato 22 dicembre ha fatto collassare in mare parte dell’isola dello Stretto della Sonda, generando onde di tsunami altissime. Solitamente, invece, la maggior parte degli tsunami è causata da terremoti.

Il governo ha avvisato le comunità dello Stretto della Sonda di mantenersi ad almeno un chilometro di distanza dalla costa a causa del rischio di ulteriori tsunami innescati dalle eruzioni in corso del vulcano Anak Krakatau. “Esiste ancora la possibilità di una frana, persino sotto il livello del mare o al livello del mare. Non lo sappiamo con esattezza perché non siamo ancora stati sul campo” a causa del maltempo, ha dichiarato Rudy Sunendar, capo del dipartimento di geologia del ministero per l’energia. “Sulla base dell’interpretazione delle immagini satellitari, c’è il collasso di un’area dell’Anak Krakatau”, ha precisato.

Lo scorso sabato la catastrofe è avvenuta senza alcun avviso, cogliendo le persone di sorpresa in un Paese che viene regolarmente colpito da frane, terremoti ed eruzioni vulcaniche. Nessun terremoto ha scosso il suolo prima e le onde si sono propagate verso l’entroterra nella notte di un weekend di festa mentre le persone si divertivano a concerti e altre attività sulle spiagge. Il sistema di allerta tsunami dell’Indonesia si basa su sismometri di terra e boe connesse a misuratori di marea, ma non è in grado di rilevare frane sottomarine. Il sistema, tuttavia, non è operativo da molti anni perché le boe sono state danneggiate o non ben gestite per la mancanza di fondi. Le forti piogge e il mare mosso hanno rallentato la ricerca delle vittime. Alcuni corpi sono stati recuperati in mare, ma almeno 159 persone sono disperse.

Sull’isola di Java, i residenti della provincia di Banten, duramente colpita, stanno cercando tra i detriti di case distrutte o danneggiate qualcosa che si possa ancora salvare. “Ho perso tutto quello che avevo, la mia casa e tutti i miei averi. Spero solo in qualche aiuto dal governo. Non ho dove andare. Non ho soldi. Tutto quello che avevo è andato perso nell’acqua”, ha dichiarato l’agricoltore Muhamad Sarta.

I dati radar dei satelliti, convertiti in immagini, mostrano che l’Anak Krakatau si è ridotto drammaticamente in seguito all’eruzione dello scorso sabato. Le immagini satellitari non sono disponibili a causa della copertura nuvolosa ma quelle dei satelliti della Japan Aerospace Exploration Agency scattate prima e dopo l’eruzione mostrano onde concentriche irradiarsi dall’isola e gli esperti ritengono siano causate dalle eruzioni in corso. Dave Petley, capo di ricerca e innovazione della Sheffield University che ha analizzato immagini simili dai satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea, sostiene la teoria secondo cui lo tsunami sia stato generato da una frana, la maggior parte della quale si è verificata sott’acqua. “La sfida ora è interpretare cosa potrebbe succedere al vulcano e cosa potrebbe accadere dopo”, le sue parole.

I vulcani possono creare dei fulmini e, come potete vedere in una delle immagini contenute nella gallery a corredo dell’articolo, anche l’Anak Krakatau l’ha fatto. La collisione a mezz’aria di frammenti di roccia, cenere vulcanica e acqua può creare una scarica elettrica. Nella foto, il vulcano è oscurato dalla colonna eruttiva. Il fulmine non proviene dalle nuvole ma dalla colonna eruttiva stessa che scarica l’energia statica attraverso un processo chiamato separazione di carica elettrica. L’Anak Krakatau, che significa “bambino”, è figlio del tristemente noto vulcano Krakatoa che con l’enorme eruzione del 1883 influenzò il clima mondiale e causò 36.000 morti. L’Anak Krakatau è emerso sopra il livello del mare nel 1929, secondo l’agenzia di vulcanologia dell’Indonesia, e da allora aumenta la sua massa sulla terra.

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