Eruzione Etna, oltre 600 sfollati: dichiarato lo “Stato d’Emergenza”. La Commissione Grandi Rischi: “terremoto legato a sistema di faglie, scenari più severi se si attivano contemporaneamente”

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Continua l’eruzione dell’Etna e oggi si è riunita a Roma, su richiesta del Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, la Commissione Nazionale Grandi Rischi, presieduta dal presidente prof. Gabriele Scarascia Mugnozza. Nel corso della riunione la Commissione ha espresso innanzitutto piena soddisfazione per la quantità e qualità dei dati illustrati a dimostrazione dell’efficacia del sistema di monitoraggio del vulcano Etna, sottolineando che – sebbene allo stato attuale i dati analizzati mostrino una sensibile diminuzione dell’attività – “l’evoluzione di un fenomeno complesso, quale quello connesso all’attuale attività sismica ed eruttiva del sistema vulcanico etneo, è soggetta ad una elevata incertezza”.

Sulla base dei dati illustrati alla Commissione emerge che la sismicità legata alla propagazione del magma è regredita ai livelli registrati nella fase pre-eruttiva e che il terremoto del 26 dicembre 2018, di intensità 4.9 ML, sia invece legato al sistema di faglie del fianco sud-orientale del vulcano ed associato alla dislocazione della faglia di Fiandaca. La magnitudo misurata risulta compatibile con quella stimata per gli eventi storici attribuiti alla stessa faglia. “Scenari più severi potrebbero verificarsi a seguito dell’attivazione contemporanea di diverse faglie superficiali dell’area, oppure dell’attivazione di faglie più profonde, come potrebbe essere stato il caso di eventi storici nell’area, quale il terremoto del 20 febbraio 1818, di magnitudo stimata 6.3”.

La Commissione altresì rimarca come le attività dei vulcani Stromboli ed Etna non siano legate in alcun modo, così come sono del tutto indipendenti dalle dinamiche di altri vulcani italiani quali Vesuvio e Campi Flegrei.

Il Capo Dipartimento, Angelo Borrelli, raccogliendo le raccomandazioni fornite dalla Commissione Grandi Rischi, sottolinea la necessità di mantenere alto il livello di monitoraggio dei fenomeni in corso e di approfondire gli studi di eventuali correlazioni tra gli eventi sismici ed eruttivi, ribadendo alle autorità locali l’importanza di un costante aggiornamento dei piani di protezione civile, in modo da poter dare pieno corso alle attività di prevenzione previste, compresa l’informazione della popolazione. Il Capo Dipartimento, nel sensibilizzare cittadini ed amministrazioni sull’importanza delle verifiche strutturali e di vulnerabilità sugli edifici dell’area etnea, invita, inoltre, gli enti preposti a raccogliere e a valutare, nel minor tempo possibile, i dati disponibili sulle verifiche sismiche già effettuate su infrastrutture ed edifici di interesse pubblico.

Lo stesso Borrelli ha firmato stasera l’ordinanza che disciplina i primi interventi urgenti conseguenti all’evento sismico che ha interessato l’area etnea – ed in particolare i comuni di Zafferana Etnea, Viagrande, Trecastagni, Santa Venerina, Acireale, Aci Sant’Antonio, Aci Bonaccorsi, Milo, Aci Catena – lo scorso 26 dicembre.

Il provvedimento, che fa seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza deliberato oggi dal Consiglio dei Ministri, nomina Commissario delegato il Dirigente Generale del Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana, ing. Calogero Foti, cui spetta la predisposizione di un piano degli interventi, entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’Ordinanza nella Gazzetta Ufficiale, relativo all’organizzazione e all’effettuazione degli interventi di soccorso e assistenza alla popolazione e agli interventi urgenti e necessari per la rimozione delle situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità e al ripristino, anche con procedure di somma urgenza, della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, alle attività di gestione dei rifiuti, delle macerie, e alle misure volte a garantire la continuità amministrativa nei comuni e nei territori interessati. Stante l’urgenza degli interventi richiesti, il Commissario è autorizzato, nelle more dell’approvazione del piano, a dare immediato corso alle misure previste anche attraverso una anticipazione nel limite del 40% del valore degli interventi previsti.

Per la prima volta nella storia degli interventi emergenziali, l’ordinanza prevede un contributo massimo di 25.000 euro per la realizzazione degli interventi necessari a ripristinare in tempi rapidi le condizioni di agibilità degli immobili danneggiati non gravemente appartenenti ai nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa sia stata sgomberata. Si tratta di una misura alternativa al Contributo di Autonoma Sistemazione e ad altre forme di assistenza alloggiativa, compresa quella alberghiera che possono continuare ad essere erogate per il tempo necessario alla realizzazione degli interventi e comunque non oltre i 120 giorni dalla data di presentazione della CILA. In caso di immobili condominiali, è previsto anche un contributo massimo di euro 25.000 per il ripristino delle parti comuni dei fabbricati. È altresì previsto un contributo per il trasloco dei beni mobili ubicati nelle abitazioni danneggiate, nel limite massimo di euro 1.500, nonché la possibilità di reperire appositi depositi temporanei, ove custodire i beni, fino al ripristino dell’immobile e comunque non oltre la vigenza dello stato di emergenza.

Entro 60 giorni il Commissario definisce le misure economiche di immediato sostegno al tessuto economico e sociale nei confronti delle attività economiche e produttive direttamente interessate dall’evento sismico e gli interventi, anche strutturali, per la riduzione del rischio residuo nelle aree colpite. Al fine di valutare le prime misure di immediato sostegno il Commissario delegato, anche per il tramite dei soggetti attuatori dal medesimo individuati, definisce per ciascun comune la stima delle risorse a tal fine necessarie nel limite massimo di euro 25.000.

L’ordinanza prevede la possibilità di chiedere la sospensione delle rate dei mutui e l’assegnazione di un contributo per l’autonoma sistemazione (CAS) ai nuclei familiari la cui abitazione principale sia stata distrutta, in tutto o in parte, o sia stata sgomberata.
In particolare, il contributo può raggiungere un massimo di 900 euro mensili. I nuclei familiari composti da una sola unità percepiscono 400 euro, quelli composti da due unità 500 euro, 700 euro quelli composti da tre unità, 800 euro quelli composti da quattro unità e 900 euro quelli composti da cinque o più unità. È possibile disporre di ulteriori 200 euro mensili, anche in aggiunta al limite massimo, se in famiglia ci sono persone con handicap o con invalidità non inferiore al 67% o persone con più di 65 anni. Per lo svolgimento delle verifiche di agibilità post sismica degli edifici e delle strutture interessate dall’evento sismico, il Commissario delegato potrà avvalersi anche dei tecnici delle Forze armate e dei Vigili del fuoco, delle Regioni e Province autonome, nonché di professionisti individuati dai Consigli nazionali dei professionisti, anche avvalendosi degli Ordini e Collegi professionali ad essi afferenti. L’ordinanza prevede, infine, l’impiego di un contingente straordinario delle Forze di polizia al fine di assicurare il presidio nei territori dei comuni colpiti dal sisma.

Per l’espletamento di tali interventi d’urgenza, è a disposizione del Commissario delegato, la somma complessiva di 10 milioni di euro deliberata oggi dal Consiglio dei Ministri.

Secondo i dati forniti dalla Protezione civile sino a stamani sono 2.300 le richieste di sopralluoghi. Gli sfollati accertati sono 601, di questi 492 sono stati ospitati in alberghi, attraverso una convenzione subito attivata dalla Regione, altri 109, invece, si trovano invece presso parenti. Complessivamente sono 12 le chiese inagibili e i maggiori danni si registrano a Zafferana Etnea“. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, durante il suo intervento a Sala d’Ercole, per fare il punto della situazione dopo il terremoto del giorno di Santo Stefano che ha seminato devastazione in diversi comuni del Catanese.

Nella sola Zafferana Etnea gli sfollati sono 515: hanno dovuto abbandonare le proprie case a causa del sisma di Santo Stefano. Di questi, 415 sono alloggiati in alberghi del territorio, grazie alla convenzione della Regione Siciliana con Federalberghi, e un centinaio circa in strutture ricettive messe a disposizione dall’Opera Diocesana e dalla Caritas di Paternò che ha offerto la disponibilità dell’Oasi del Buon Consiglio. Lo rende noto il sindaco Alfio Vincenzo Russo sottolineando che “stiamo facendo di tutto per garantire la nostra comunita’ sotto tutti i punti di vista cercando di attutire piu’ possibile i disagi e di colmare le ovvie preoccupazioni dell’intera comunità“. “Abbiamo avuto – aggiunge – pieno appoggio dalle Istituzioni, nazionali e regionali, condividendo le linee guide per gestire l’emergenza e la successiva ricostruzione. Di concerto con la Protezione Civile, lavoriamo alacremente, giorno e notte, per accudire la nostra popolazione cosi’ duramente provata e spaventata. Le Forze dell’ordine – conclude il sindaco di Zafferana – presidiano giorno e notte le zone colpite dal sisma, smorzando sul nascere l’eventuale ipotesi di sciacallaggio negli edifici rimasti senza custodia“.

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