Ospite a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, Gianluca Vialli, ex calciatore che ha giocato in diverse squadre italiane tra cui Sampdoria e Juventus, ha parlato pubblicamente della sua malattia, un devastante tumore al pancreas, e non è riuscito a trattenere la commozione: “Ora ho due obiettivi: non morire prima dei miei genitori e portare le mie figlie all’altare“.
Vialli, ospite da Fazio per presentare il suo libro “Goals“, ha spiegato come la malattia si sia insidiata nella sua vita, di come abbia avuto estrema paura e di come poi abbia deciso di prendere di petto il tumore e farsi coraggio, per sopravvivere e continuare a vivere. “Faccio fatica a dirlo ma credo che questa esperienza, di cui si farebbe volentieri a meno, mi abbia reso una persona migliore. Ti aiuta a vedere le cose in un’altra prospettiva, dai più valore alle cose, alla famiglia, devi prenderti cura di te stesso“. La partita più dura della sua vita Vialli l’ha dunque disputata contro il tumore, e attualmente il vincitore è lui, sebbene debba sottoporsi a continui controlli.
“L’ho affrontato come quando facevo il calciatore – ha spiegato l’ex attaccante -. Mi sono dato subito degli obiettivi a lunga scadenza: non morire prima dei miei genitori e portare le mie figlie all’altare. E poi degli obiettivi a breve scadenza: l’operazione, la degenza, la chemio, la radio, le vacanze in Sardegna con un fisico da far vedere“. E i suoi tifosi, i suoi fan, non lo hanno abbandonato nemmeno nei momenti più difficili, esponendo striscioni di solidarietà negli stadi. Vialli, come ha raccontato in un’intervista al ‘Corriere della Sera‘, ha passato l’ultimo anno a combattere contro il male oscuro, il tumore al pancreas per il quale si è dovuto sottoporre a radio e chemioterapia. “L’ho considerata semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con coraggio e dalla quale imparare qualcosa – ha raccontato –. Sapevo che era duro e difficile doverlo dire agli altri, alla mia famiglia. Non vorresti mai far soffrire le persone che ti vogliono bene: i miei genitori, i miei fratelli e mia sorella, mia moglie Cathryn, le nostre bambine Olivia e Sofia”.
“Ti prende come un senso di vergogna, come se quel che ti è successo fosse colpa tua. Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano. Ora sto bene, anzi molto bene”. E poi non può fare a meno di scherzarci su, quel simpatico campione che è rimasto nel cuore di molti italiani, anche tifosi di squadre avversarie alle sue: “È passato un anno e sono tornato ad avere un fisico bestiale – ha precisato con ironia – Ma non ho ancora la certezza di come finirà la partita. Spero che possa servire a ispirare le persone che si trovano all’incrocio determinante della vita“.