Incendio Roma, scatta l’allarme diossina: “chiudete le finestre ma soprattutto evitate attività all’aperto e non mangiate cibi prodotti in quella zona” [FOTO]

  • Ufficio Stampa Vigili del Fuoco/LaPresse
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Incendio Roma – “Le cause non sono state ancora accertate. L’incendio è divampato nella fossa intorno alle 4:15 e si e’ diffuso. Ha interessato proprio i macchinari dell’impianto“. Lo ha detto Giovanni Caudo, presidente del III municipio di Roma all’esterno dell’impianto Tmb Ama di via Salaria interessato da un vasto incendio nella notte.

In via precauzionale invitiamo a chiudere le finestre dove si sente l’odore“. Lo ha detto l’assessore all’ambiente del comune di Roma, Pinuccia Montanari, uscendo dall’impianto dell’Ama di via Salaria interessato nella notte da un vasto incendio. “Abbiamo attivato una cabina di regia per tutte le valutazioni – ha aggiunto – Siamo in attesa di Arpa e dell’Asl. E sulla base di questo valuteremo eventuali decisioni“.

In seguito all’incendio nell’impianto Tmb Salario, per ragioni precauzionali, in attesa dei dati delle misurazioni dell’aria da parte di Asl e Arpa Lazio, le raccomandazioni sono di chiudere le finestre laddove si percepisce odore, ma soprattutto evitare attività all’aria aperta ed evitare di consumare prodotti colti nell’area circostante all’incendio“. Così in una nota il Campidoglio.

“Sono in funzione le centraline fisse e anche una centralina mobile per l’eventuale rilevazione della presenza di diossina”. Cosi’ il presidente dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) Stefano Laporta – a margine della presentazione di un rapporto sul suolo – parlando dell’incendio all’impianto rifiuti Tmb in via Salaria a Roma. “Ovviamente la priorita’ in questo momento e’ spegnere l’incendio – osserva Laporta – e su questo i vigili del fuoco sono prontamente intervenuti. Probabilmente si e’ riusciti a limitare le fiamme soltanto alla parte di rifiuti indifferenziati, anche se sono ancora notizie provvisorie”

“Le informazioni in mio possesso sono ancora parziali, sono intervenuti prontamente i vigili del fuoco e i colleghi dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio. Sono state attivate le centraline fisse ed e’ stata anche messa in funzione una centralina mobile per la rilevazione di eventuale presenza di diossina. Da quanto so, perche’ sono in contatto con il direttore dell’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente, a breve credo che il Comune di Roma emettera’ un’ordinanza per limitare le attivita’ intorno all’area colpita dall’incendio. Ovviamente in questo momento la priorita’ e’ spegnere l’incendio, probabilmente si e’ riusciti a limitare le fiamme solo alla parte dei rifiuti indifferenziati, ma sono ancora notizie provvisorie. Una volta che l’incendio sara’ spento si potranno verificare meglio le cause ma anche le conseguenze che avranno un impatto sul ciclo dei rifiuti della citta’ di Roma nei prossimi giorni”. Così all’agenzia di stampa Dire il presidente dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente Stefano Laporta sull’incendio divampato stamattina all’impianto di trattamento meccanico-biologico di via Salaria a Roma a margine della presentazione del rapporto Ispra ‘Territorio. Processi e trasformazioni in Italia’.

Incendio Roma, la storia dell’impianto di rifiuti bocciato dall’ARPA

“Io concordo con quello che dicono i cittadini. Fermo restando che non e’ una competenza del ministro dell’Ambiente, il Tmb la’ non si puo’ lasciare nelle condizioni attuali”: queste parole, pronunciate in un’intervista televisiva di pochi giorni fa dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, avevano fatto sperare i 50 mila residenti del quadrante Trieste Salario, da anni ostaggio dei miasmi del Tmb di Ama, l’impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti di via Salaria. Ma il rogo di stanotte, con la paura che dalle fiamme possano sprigionarsi sostanze nocive, da’ nuova sostanza al loro incubo quotidiano. Aria irrespirabile, gola, occhi e narici che bruciano, malessere che monta sino alla nausea nei momenti piu’ critici: i residenti di Villa Spada, Fidene, Serpentara e Colle Salario lo denunciano – inascoltati – da anni, e giusto domenica sono tornati a farlo pubblicamente in piazza Sempione, a Montesacro, con 30 testimonianze raccolte anche in video e poi consegnate ai pm che indagano sull’impianto. Impianto che secondo loro andrebbe fermato, perche’ e’ “un’emergenza nazionale”, e che poche settimane fa e’ stato “bocciato” anche dall’Arpa Lazio, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. La lettura del rapporto in effetti consolida una sensazione comune a molti: quella che il Tmb sia sempre di piu’ una discarica. “Si e’ accertato – scrive l’Arpa – che il rifiuto derivante dal trattamento di stabilizzazione svolto non ha le caratteristiche di una Fos (frazione organica stabilizzata) e presenta elevate caratteristiche di putrescibilita'” (una certificazione, in parole povere, dei cattivi odori). Non solo: fosse di ricezione sovraccariche con “cumuli di rifiuti stoccati in parte superiori all’altezza del piano di scarico”; quantita’ di Cdr (combustibile da rifiuto) prodotto inferiore al previsto; aumento delle “emissioni odorigene”, sia “per l’aumento dei tempi di stoccaggio” sia “per i ridotti spazi di manovra che non consentono la rapida entrata ed uscita dei mezzi di trasporto”; livello di operativita’ insufficiente. Quanto basta per dare parere “negativo” al rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). “L’Arpa boccia il Tmb Salario perche’ e’ inefficace e non funziona e dunque va chiuso”, aveva commentato il presidente del III Municipio Giovanni Caudo ma in attesa di una possibile ‘svolta’ tutto prosegue come sempre, con i camion che entrano ed escono in continuazione dallo stabilimento, le auto che filano veloci con i finestrini tappati e le finestre delle case sempre serrate. Anche d’estate. Ed anche quelle dell’asilo che, in linea d’area, dista 150 metri dal Tmb.

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