Aqua Italia (federata Anima – Confindustria) dal 2006 commissiona biennalmente ad Istituti indipendenti di ricerca lo studio sulla propensione al consumo di acqua del sindaco in Italia. Dalla ricerca 2018, realizzata da Open Mind Research, emerge che in Liguria, Piemonte e Valle D’Aosta il 78% della popolazione ha bevuto acqua del rubinetto (trattata e non) negli ultimi 12 mesi, dato in calo di 2 punti percentuali rispetto al 2016. Tra tutti coloro che la bevono il 47,9% dichiara di farlo sempre o quasi sempre. I motivi che spingono a berla sono la comodità (35,1%), seguita dal minor costo rispetto all’acqua in bottiglia (20,4%).
Nel 20,6% dei casi si rileva la presenza di almeno un sistema di affinaggio dell’acqua, dato in calo di 4,3 punti percentuali rispetto alla precedente indagine. Tra questi sistemi, l’8,8% è rappresentato da apparecchi con filtro per l’eliminazione del cloro e il 7,1% dalle caraffe filtranti. Nel 36,8% dei casi gli intervistati hanno dichiarato di aver sottoscritto un abbonamento di manutenzione periodica.
Inoltre, si è indagato su quanto in queste regioni i cittadini siano propensi a bere acqua trattata del rubinetto fuori casa. Il 21,7% degli intervistati la beve negli esercizi commerciali (dato in crescita di 1,7 punti percentuali dal 2016) e il 54,2% la berrebbe se gliela offrissero. Si è anche chiesto quanti conoscano il servizio offerto dai Chioschi dell’acqua che mette a disposizione dei cittadini acqua potabile trattata o non trattata, refrigerata o addizionata di anidride carbonica. La usa/userebbe il 37,5% degli intervistati e il 77,7% sa se il Comune di residenza offre o meno il servizio: nel 67,1% dei casi il Comune aderisce all’iniziativa.
Per la prima volta, infine, si è indagato sulla preoccupazione dei residenti nei confronti della presenza di sostanze contaminanti nell’acqua del rubinetto. Il 61,7% si è dichiarato preoccupato e il 7% si è dichiarato non preoccupato.