“Dai papà, metti giù il telefono” chiede il bambino guardando il genitore mentre consumano la colazione del mattino prima di andare a scuola. “Un attimo – ribatte l’adulto – devo rispondere una cosa al volo e…”, e il fratello incalza: “Papà, che cosa avevamo detto, eh?”.
Si apre così la campagna promossa da Pepita Onlus, ideata e realizzata da Dajko Comunicazione con la partecipazione straordinaria di Germano Lanzoni, che, tolte le vesti del Milanese Imbruttito, interpreta un padre alle prese con i figli, assorbito dallo smartphone. In poco più di due mesi ha raggiunto sulla pagina Facebook della no profit oltre 150.000 persone, creando 14.398 interazioni, ottenendo 40.000 visualizzazioni e 77 condivisioni. Un piccolo passo verso la sensibilizzazione del mondo adulto.
Viviamo nell’era della rivoluzione tecnologica, in cui gli adulti, dal passato analogico, non sempre sono adeguatamente consapevoli dell’impatto non sempre positivo che le nuove tecnologie stanno avendo sulle relazioni familiari e sui piccoli “concepiti digitali”.
Da un lato ci sono gli adulti che faticano a dare regole ai giovani, stentano a dare un valore adeguato al tempo, perdendo di autorevolezza quando si tratta di governare nella giusta misura telefonate, messaggi e chat o quando occorre preservare lo spazio familiare per costruire relazioni solide ed esercitare il proprio ruolo educativo.
Dall’altro ci sono i bambini e gli adolescenti, sempre un passo avanti, che si trovano a sperimentare la quotidianità in solitudine e senza una guida formata e in ascolto in grado di essere il loro riferimento nel web.
Cosa li accomuna? Il bisogno di essere sempre connessi e la paura di rimanere fuori dai social network. È un fenomeno sempre più diffuso che spinge adulti e ragazzi, genitori e figli, a fare dello smartphone un’appendice di cui non è possibile fare a meno.
“Da educatori, siamo ogni giorno accanto a bambini e ragazzi – ha commentato Ivano Zoppi, presidente di Pepita Onlus, la cooperativa sociale attiva su tutto il territorio nazionale da oltre 15 anni per prevenire e gestire fenomeni di disagio giovanile legati alla crescita – e accogliamo il loro bisogno di parlare, di raccontarsi e di trovare nuove figure di riferimento che diano loro sicurezza e ascolto. Si è perso il ruolo educativo e ci impegniamo costantemente per formare genitori digitali consapevoli”.
Gli psicologi dell’età evolutiva, che da anni studiano l’impatto sui figli della disattenzione e delle diverse forme di trascuratezza genitoriale, più di recente stanno analizzando come le nuove tecnologie rappresentino un’interferenza nella relazione genitori-figli. Alcuni ricercatori della Boston Medical School, ad esempio, in un recente studio hanno analizzato i video relativi alle interazioni adulti-bambini durante i pasti: la presenza dei cellulari a tavola produceva un drastico calo nelle interazioni verbali (diminuite del 20%), non verbali (fino al 39% in meno) e negli incoraggiamenti (fino al 28% in meno).
“Gli studi non lasciano dubbi – ci conferma Barbara Forresi, psicologa e psicoterapeuta, docente nel corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche della Sigmund Freud University di Milano – indicando come la presenza dello smartphone nelle situazioni di vita familiare, peraltro sempre più rare e preziose, si traduca in una drastica riduzione delle interazioni genitori-figli. In presenza di una discontinuità nelle cure e nell’attenzione da parte dei genitori, i bambini possono sviluppare sintomi ansiosi e depressivi, difficoltà a calmarsi e, per ottenere l’attenzione dei genitori, possono manifestare comportamenti oppositivi e a rischio”. “La genitorialità, la patologia delle cure e il loro impatto sullo sviluppo tipico e atipico del bambino – continua Forresi – sono attualmente oggetto di studio e ricerche alla Sigmund Freud University di Milano, nel Corso di Laurea Magistrale in psicologia clinica dell’età evolutiva”.
Data la rilevanza delle nuove tecnologie, l’Università Sigmund Freud ha messo a disposizione degli studenti un laboratorio tecnologico, primo nel suo genere, dotato tra gli altri di strumenti come i visori per la Realtà Virtuale, utili alla sperimentazione e alla realizzazione di ricerche cliniche sui rischi connessi alle nuove tecnologie.
#posalosmartphone è il primo passo per sensibilizzare il mondo adulto. È un’urgenza educativa che non può attendere. È venuto il momento di riconquistare il proprio tempo buono accanto a un mondo bambino che reclama la nostra presenza di adulti. E quale migliore occasione delle vacanze di Natale per cominciare?