Previsioni Meteo – Anche da queste pagine, in autunno e in un prospetto di tendenza stagionale, abbiamo già dato uno sguardo a quella che poteva essere una prima valutazione del prossimo inverno.
Vagliando alcuni indici fondamentali, nonché anche le proiezioni dei più importanti modelli matematici stagionali, le prime, approssimative deduzioni sono state per una stagione caratterizzata abbastanza spesso dalla presenza dell’alta pressione sul Mediterraneo e sull’Italia e magari anche più tiepida del normale, ma con possibili sorprese fredde.
In particolare avevamo posto delle considerazioni sullo Snow Cover, un indice importante che pone in qualche modo le premesse circa i possibili disturbi che possono accorrere in inverno al Vortice Polare. Secondo il suo andamento in ottobre, le premesse per disturbi invernali al vortice polare erano abbastanza fiacche. Ma avevamo anche precisato che le sue valutazioni complete dovevano essere fatte a fine novembre, poiché vi erano già allora sentori di compensazione, per il corso di novembre, circa una copertura nevosa nel settore eurasiatico fino al sessantesimo Nord, copertura che a fine ottobre risultava sotto la media.
Ebbene, a novembre oramai concluso e a inverno meteorologico oramai avviato, possiamo notare, seguendo lo spago rosso nel grafico sopra rappresentativo dell’andamento Snow Cover 2018/2019, come la copertura nevosa sulle aree euroasiatiche fino al 60º Nord, abbia abbondantemente e sorprendentemente recuperato posizioni passando, dalla parte bassa degli spaghi degli ultimi anni, a quella centrale o addirittura verso il vertice a un certo punto del mese di novembre. Un andamento, al 6 dicembre, sostanzialmente nella media.
Presupposti, quindi, per disturbi al vortice polare che diventano redivivi, ma a testimoniare l’efficacia di questi disturbi, vi è un altro grafico, quello esprimente le velocità zonali, queste in palese difficoltà in questo avvio di stagione invernale, come mostra il secondo grafico soprattutto in prospettiva per la terza decade di Dicembre.
Tutti aspetti indicativi di un interessante disturbo già dicembrino al Vortice Polare, condizione questa che negli ultimi anni non la si è mai vista, essendo stato il VP bello saldo e possente per tutto il mese di Dicembre per poi, semmai, subire rilassamenti nel corso dei successivi mesi invernali.
Insomma, elementi sopraggiunti nell’ultima parte autunnale, destabilizzanti il Vortice polare che, quindi, cambiano un po’ il quadro visto in ottobre circa le sorti invernali, anche se già allora avevamo ipotizzato possibili sorprese instabili e più fredde, in un contesto prevalente anticiclonico, per via di una spiccata antizonalità, data da una QBO ancor negativa per dicembre. Le condizioni termiche oceaniche, inoltre, quelle attuali e verosimilmente con persistenza almeno per la prima parte dell’inverno, sarebbero, altresì, predisponenti per condizioni di blocco alla circolazione atlantica attraverso l’onda positiva oceanica abbastanza presente in sollevamento meridiano. Andrebbe da valutare la prevalente collocazione dei promontori anticiclonici e la vetustà della radice, ma essa sembrerebbe verosimilmente iberica o spesso posizionata in prossimità dell’area iberica, appunto stando alle attuali anomalie termiche superficiali oceaniche.
Tutti elementi, tradotti in termini di possibile tempo per l’Italia, confluenti verso una tipologia barica del tipo indicato nella prima immagine in evidenza. Quindi, in alternativa a probabili condizioni di alta pressione che comunque potrebbe ricorrere in diverse fasi ( seconda immagine ), attendiamoci affondi instabili di provenienza spesso subpolare marittima, ma frequentemente anche artico-continentale, come del tipo rappresentato nell’ultima immagine, affondi che potrebbero ricorrere più volte nel corso del prossimo inverno. Circa l’affondo continentale rappresentato, abbiamo prospettato uno scenario medio, con LP target Italia, ma la sua esatta collocazione andrebbe valutata in prossimità degli eventi. Allo stato attuale delle dinamiche, riteniamo che queste manovre più spiccatamente invernali, possano avere inizio già nel corso della terza decade di dicembre, difficile individuare esattamente quando, magari target già prima di Natale o più verosimilmente dopo Natale. Se dovessero esserci dei ritardi, assolutamente normali in indagini sul lungo termine e a carattere generale, le manovre descritte potrebbero compiersi con ancora maggiore probabilità nel corso del mese di Gennaio e poi di Febbraio. Monitoreremo via via le possibili evoluzioni proposte dai Global Model che, a ora, ancora non hanno sentori di queste possibili manovre, poiché i dati da noi vagliati in anteprima, non ancora vengono implementati nell’apparato modellistico esaminante la troposfera. Per tutti i dettagli e per tutte le novità sull’inverno 2018/2019, seguite costantemente gli aggiornamenti sulle rubriche nel lungo termine di MeteoWeb.