Ansia, irritabilità e depressione. Sono questi i disturbi della menopausa che più preoccupano le donne, molto più della fine dell’età fertile che comporta questa fase della vita. Secondo una ricerca condotta da Rodolfo Milani del Centro medico Lazzaro Spallanzani di Reggio Emilia, infatti, i sintomi psicologici della menopausa preoccupano ben il 71,1% delle donne intervistate, seguiti a ruota da problemi che compromettono la vita sessuale.
“L’aspetto emotivo è spesso messo in secondo piano quando si pensa alla menopausa – spiega Rodolfo Milani, uno dei precursori della tecnica dei ‘linfonodi sentinella’ in Italia e attualmente membro dell’unità specialistica di Ginecologia della clinica – mentre in realtà il passaggio a questa fase può essere una transizione critica sotto molti punti di vista. La variazione ormonale può causare gravi disturbi del sonno e forti vampate di calore, che portano la donna a uno stato di stress, ansia e depressione che può fortemente influire sulle relazioni personali. Fortunatamente gli ambulatori di Ginecologia oggigiorno sono sempre più attenti a questo aspetto, coniugando l’attenzione alla sintomatologia fisica a quella psicologica”.
Dall’indagine è emerso poi come la seconda preoccupazione principale è la cosiddetta atrofia vulvo-vaginale, risposta data dal 67,6% delle donne: “La menopausa causa un assottigliamento dei tessuti e i muscoli del pavimento pelvico perdono tono – continua Milani – e questo mina la serenità della donna specialmente in ambito sessuale, in quanto il dolore può procurare un forte calo del desiderio andando a influire sulla vita di coppia. Per affrontare questi disagi esistono moderne tecniche indolori e non invasive come la terapia al laser, ma secondo il nostro studio ben l’82% delle donne non ne è a conoscenza. Nonostante ciò, la maggior parte si dice favorevole ad affrontare questo tipo di terapia dopo averne appreso il procedimento”.
Anche a causa dell’età in cui solitamente insorge la menopausa, minore preoccupazione destano l’impossibilità a procreare e l’alterazione del quadro mestruale, risposte fornite rispettivamente nel 19,5% e 15,3% dei casi. Dalla ricerca del centro reggiano, inoltre, si è distinto un aspetto che le donne tendono a sottostimare in ambito ginecologico, ovvero la diffusione dell’incontinenza urinaria tra le femmine di tutte le età.
“Attualmente in Italia sono oltre 3 milioni le donne afflitte da questa condizione – prosegue Milani – ma oltre il 69% del campione afferma di non esserne a conoscenza e il 76% non conosce le terapie medico-chirurgiche destinate a contrastare questo disturbo. Molte donne pensano erroneamente che il fenomeno riguardi principalmente le persone anziane, ma al contrario recenti studi hanno dimostrato come più della metà dei soggetti colpiti abbia meno di 50 anni. Purtroppo questo disturbo è ancora un tabù per molte donne, specialmente quelle più giovani, che spesso non trattano l’argomento col proprio medico a causa del disagio provato”.
In ultimo, l’indagine ha evidenziato come i motivi di apprensione principali che portano le donne a recarsi dal ginecologo siano i tumori maligni (62,6%), i fibromi (36,6%), le cisti ovariche (32,8%) e il monitoraggio della gravidanza (33,6%), mentre circa il 75% delle intervistate ha affermato di eseguire la visita al massimo una volta l’anno: “Fortunatamente le donne hanno minor timore rispetto agli uomini di recarsi dallo specialista a loro dedicato, ma anche in questo caso c’è una sorta di imbarazzo ad affrontare determinate patologie come l’incontinenza urinaria. Oggi disponiamo di innovative soluzioni che possono restituire alle donne la serenità perduta, quello che manca è una diffusa informazione su questi temi”, conclude il’esperto.