Notte di San Silvestro: le origini storiche dei festeggiamenti, simboli, usanze e le tradizioni più curiose in Italia e nel Mondo

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Manca ormai pochissimo alla fine del 2018 e tra poche ore si darà il via ai festeggiamenti della Notte di Capodanno: da dove hanno origine?
Il calendario gregoriano, quello attualmente in uso nella maggior parte dei Paesi del mondo, entrato in vigore con la bolla papale “Inter Gravissimas”, deve il suo nome al papa Gregorio XIII, che lo introdusse, nel 1582, come revisione di quello precedentemente in vigore, il calendario giuliano, introdotto da Giulio Cesare a partire dalle Calende di Januarius del 709 ab Urbe condita (45 a. C.), che a sua volta riprendeva e modificava il calendario egizio.

La convenzione di stabilire come 1° giorno dell’anno il 1 gennaio è stata ereditata dal calendario giuliano: fu Giulio Cesare a stabilire che l’anno iniziasse il 1° gennaio anziché il 1° giorno di marzo come voleva il calendario di Numa, in vigore fino a quel momento, e a stabilire la ricorrenza secondo la quale in quel giorno i Romani organizzavano pranzi con amici, scambiandosi in dono un vaso bianco con mele, datteri e fichi, accompagnati da strenne (ramoscelli d’alloro) come augurio di fortuna e felicità.

CAPODANNO CELTII Celti in passato festeggiavano nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre per celebrare il periodo in cui la Terra si preparava per tornar poi a ridare i suoi frutti. In Inghilterra e in Irlanda, invece, il Capodanno si festeggiava il 25 marzo, nel giorno dell’Incarnazione; in Francia, in corrispondenza con la domenica di Pasqua; mentre in Spagna, fino al 1600 circa, il Capodanno era il giorno di Natale. Fu nel 1691 che papa Innocenzo VI, per porre fine a queste difficoltà locali, decretò che il Capodanno dovesse iniziare per tutti il 1° gennai.
Molte, tuttavia, sono ancora le date usate come inizio nel mondo, estranee alla storia religiosa cristiana. L’esempio più famoso è dato dal calendario cinese, che non inizia in un giorno preciso, bensì nel giorno della seconda luna piena, dopo il 21 dicembre (solstizio d’inverno), in un data compresa tra il 21 gennaio e il 21 febbraio.

Un altro esempio è dato dal Capodanno islamico, che si festeggia il 1° giorno del mese di Muharram e può corrispondere a qualsiasi periodo dell’anno gregoriano poiché l’anno lunare impiegato nel calendario islamico è circa 11 giorni più breve dell’anno solare del calendario gregoriano.
Nel sud -est asiatico sono diversi i Paesi che festeggiano tra il 13 e il 15 aprile. Infine, vanno citati il Capodanno ebraico, festeggiato a settembre, così come quello etiopico, ed il Capodanno indù, a metà novembre.

San Silvestro e Capodanno: i simboli e le usanze per salutare l’anno passato e accogliere quello nuovo

Ecco di seguito simboli e le usanze legate al Capodanno:

  • Durante la notte tra il 31 dicembre e il 1 gennaio, si indossa biancheria intima rossa. L’origine di tale pratica è controversa: secondo un’antica leggenda cinese, durante il Capodanno il Nian, una feroce bestia divoratrice di uomini, riemergeva dagli abissi e gli uomini cinesi, per spaventare e rimandare il demone da dove era venuto, usavano indossare il colore di cui la bestia aveva paura: il rosso. Per quanto riguarda la tradizione romana, pare che già nel 31 a.C., sotto l’impero di Ottaviano Augusto, uomini e donne romani utilizzassero indumenti rossi durante il Capodanno romano come simbolo di potere, amore, salute e fertilità;
  • I botti in passato avevano il preciso intento di scacciare gli spiriti maligni che si scatenavano nel momento di transizione tra il vecchio e il nuovo anno;
  • Il rituale che consiste nel gettare le cose vecchie e rotte dalla finestra simboleggia l’abbandono del superfluo per un nuovo inizio, auspicando un anno migliore del precedente. Il lancio dei piatti e dei cocci è simbolo di liberazione dal male accumulato durante l’anno che sta per volgere al termine.
  • Il melograno simboleggia la fedeltà coniugale e la fecondità, ecco perché va mangiato l’ultima notte dell’anno con le persone care;
  • Le lenticchie, oltre che simbolo di sostentamento fisico e mentale, per via della loro forma circolare ed essendo difficilmente quantificabili, sono un inevitabile richiamo ai soldi. Simboleggiano un anno ricco di abbondanza;
  • Nella tradizione alchemica, la forma ovale della noce, quando è ancora racchiusa nel mallo, ricorda l’Uovo Filosofico, in cui la Materia viene preparata per il compimento della Grande Opera. Il frutto, però, è l’allegoria stessa dell’essere umano: il mallo rappresenta la carne, il guscio le ossa, il dolce e candido gheriglio l’anima;
  • Immancabile il rito della bottiglia da stappare: a casa, il tappo che salta energicamente dalla bottiglia regala (si dice) il matrimonio entro 1 anno a chi ne è colpito e, in ogni caso, evoca ricordi, tanto che molti scrivono su di esso la data per poi conservarlo. Al ristorante la procedura corretta prevede che si sollevi il tappo producendo solo un sibilo ma si sa, a San Silvestro uno strappo alla regola è concesso;
  • A tavola non manca l’uva perché “chi mangia uva a Capodanno, conta i quattrini tutto l’anno”: per via dei suoi acini, tale frutto è simbolo di abbondanza e prosperità, oltre ad essere legato, nella religione cristiana, all’Ultima Cena, per cui simbolo di salvezza e grazia del cielo;
  • Il vischio per tradizione va colto non con la mano sinistra, colpendolo con un bastone o una freccia ed afferrando il cespo al volo prima che tocchi terra. Questa tradizione si ispira al simbolismo del vischio stesso: una pianta semi-parassita e sempreverde che vive sui rami del pino silvestre, del melo, del pero e della quercia. Il vischio era anche la pianta associata alla dea anglosassone Freya, sposa del dio Odino e protettrice dell’amore e degli innamorati. Tradizione vuole che chi sta sotto il vischio si baci per avere la sua protezione eterna, simbolo della vita e dell’amore che sconfigge la morte: per cui due innamorati che si baciano sotto un ramoscello della pianta terranno lontani da loro problemi e difficoltà, mentre se nel periodo natalizio una ragazza che si trova sotto il vischio non viene baciata dal suo amato, non si sposerà per l’intero anno a venire. Il vischio era usato dai Druidi nei sacri cerimoniali e nelle cerimonie di purificazione, mentre i Celti ritenevano che la pianta nascesse dove era caduta una folgore, simbolo di discesa divina.
  • Tra i cibi portafortuna, da nord a sud, tra le portate del cenone, gli italiani non rinunciano allo zampone, essendo carne grassa e nutriente di maiale, rappresenta l’abbondanza, pertanto mangiarlo nella notte tra il 31 dicembre e l’1 gennaio è auspicio di un nuovo anno molto prosperoso.

Capodanno: le tradizioni più curiose in Italia e nel Mondo

Tante sono le tradizioni di Capodanno in Italia, partiamo dalle strenne: ricevere molti regali, infatti, è simbolo di abbondanza per tutto l’anno. L’uso presso i Romani si chiamava “streniarum commercium”.
In varie regioni, durante la notte di Capodanno, gruppi di giovani vanno per le strade a cantare la “strenna”, con gli auguri di un felice anno nuovo e la richiesta di doni. Allo scoccare della mezzanotte è importantissima la prima persona che si incontra per strada. È di buon augurio, infatti, incontrare un vecchio o un gobbo, mentre se si incontrerà un bambino o un prete si avrà disgrazia. La ragione di queste credenze è nel principio dell’analogia: il vecchio vuol dire che si vivrà a lungo; il gobbo porta bene sempre, tanto più nel giorno in cui tutte le forze hanno il massimo potere. In Piemonte, invece, porta fortuna incontrare un carro di fieno o un cavallo bianco.

Durante il Capodanno, in diverse regioni d’Italia, vengono rievocati i prodigi. A Pettorano sul Gizio, in Abruzzo, vi è la credenza che, nel preciso momento in cui scocca la mezzanotte di Capodanno, l’acqua del fiume si arresti e diventi d’oro, e subito dopo torni a scorrere come prima. Una donna ignara del prodigio, si trovò ad attingere proprio in quell’attimo e invece dell’acqua portò a casa la conca piena d’oro. Un altro pronostico è quello dei contadini per prevedere quale sarà il prezzo del grano. I contadini, infatti, prendono dal pagliaio una spiga, di cui scelgono dodici chicchi e li pongono sul focolare entro un cerchio di brace. Se il chicco abbinato a un mese salta in avanti, il prezzo del grano in quel mese aumenterà: se all’indietro, diminuirà. Come rito di eliminazione del male, fisico e morale, che si è accumulato nell’anno trascorso vi è l’usanza, molto viva in città come Roma e Napoli, di lanciare i piatti vecchi dalle finestre o per terra, riducendoli in cocci; oltre a quella di buttare le cose vecchie, eliminando il superfluo. Un’altra tradizione ancora molto seguita è quella di baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio. A mezzanotte, come brindisi speciale, il bacio sotto al vischio con la persona amata vi porterà amore per tutto l’anno.

Molto diffusa l’usanza di mangiar lenticchie durante la Cena di San Silvestro per propiziarsi la fortuna del nuovo anno: tale consuetudine affonda le radici nel mondo romano quando si regalava una scarsella (borsa di cuoio), da legare alla cinta, contenente lenticchie, con l’augurio che questi piccoli legumi si trasformassero in denaro (le lenticchie sono così chiamate in quanto hanno la forma di una piccola lente, ricordando le monetine). La lingerie rigorosamente rossa è simbolo d’amore e fortuna oltre che ottimo amuleto per la fertilità femminile e maschile purché si butti via l’intimo (rigorosamente regalato e nuovo) il giorno seguente. Molto diffusa anche quella di intingere il dito in un bicchiere di spumante, passandoselo dietro l’orecchio o dietro quello della persona cui vogliamo augurare un fortunato anno nuovo. In Romagna i contadini dicono che, nella ricorrenza di Capodanno, bisogna fare un poco di tutti i lavori perché così si vanno a riuscire tutti bene; in Abruzzo sono le donne a dare inizio a quante più possibili faccende. Mentre in altre regioni il primo dell’anno è meglio riposare, altrimenti ci si affannerà tutto l’anno. Quanto ai fuochi d’artificio, si scoppiano, oltre che per festeggiare il Capodanno, per scacciare, col rumore, gli spiriti negativi.

Tra le tante tradizioni che nel mondo salutano il vecchio anno, dando il benvenuto al nuovo: ricordiamo a Tokyo i festeggiamenti del Toshigami, le divinità dell’anno nuovo, omaggiando gli spiriti degli antenati. Parliamo di festeggiamenti che si protraggono sino al 3 gennaio. E’ questo il tempo in cui, ogni casa, perfettamente pulita per accogliere al meglio il nuovo anno, viene decorata con rami di pino e bambù e con paglia davanti all’uscio. In tavola, invece, si mettono osechi con riso mochi in polpette e toshikoshi-soba, spaghetti in brodo per scacciare la cattiva sorte e promettere lunga vita. I templi buddisti, allo scoccare della mezzanotte, rintoccano 108 volte (numero sacro per L’irente), mentre il giorno seguente è consuetudine recarsi al tempio o al santuario per la prima visita dell’anno, indossando il kimono, abito tradizionale giapponese.

I festeggiamenti comprendono anche la cerimonia del sakè otoso che si beve proprio durante i riti di Capodanno per purificare dai malalnni dell’anno vecchio, aspirando ad una vita longeva. I giapponesi, al primo gennaio, assistono al sorgere del sole da punti panoramici (es. Tokyo Tower).

Se a Londra e in Regno unito è tempo di fuochi d’artificio, sfilate, travestimenti e feste sino all’alba, con un benaugurale bacio appassionato a Trafalgar Square ed i tradizionali tacchino ripieno e pudding, arricchito per l’occasione da monete portafortuna; la musica è la protagonista di Vienna dove si balla sulle note del valzer e di operette, negli ampi saloni della Hofburg, ex residenza imperiale, o negli storici alberghi cittadini.

A Shangai e in tutte le città della Cina il Capodanno si celebra il 31 dicembre secondo la tradizione occidentale e per 2 settimane, tra gennaio e febbraio, secondo il calendario lunare che varia ogni anno: è il celebre Capodanno Cinese o Festa di primavera prevede la tradizionale cerimonia propiziatoria con fuochi d’artificio e rumori che scacciano i demoni maligni, tra balli e cortei in maschera.

A Mosca e in tutte le città della Russia il Capodanno si festeggia 2 volte: il 31 dicembre (calendario gregoriano) e il 13 gennaio (calendario giuliano). Per tradizione si aspetta la mezzanotte, scandita dal rintocco delle campane della torre Spesskaja del Cremlino, scatenandosi in balli e feste, bevendo vodka e mangiando le tradizionali prugne secche, farcite di nocciole e ricoperte di panna acida. All’ultimo rintocco si apre la porta di casa per far entrare il nuovo anno. A Santiago del Cile si passa la notte di San Silvestro nei cimiteri, dopo aver festeggiato e brindato, trascorrendo quindi del tempo con i propri cari defunti. Nei giorni precedenti, inoltre, le abitazioni vengono pulite perfettamente per preparsi al nuovo anno, scacciando da esse ogni energia negativa. A Rio de Janeiro ci si veste di giallo, il colore del sole, della luce e dell’oro, facendo offerte alla dea dell’acqua Lamaja, gettando in mare, in suo onore, piccole zattere illuminate da candele e piene di fiori, oltre che sigari e alcolici. A Sidney si fa baldoria in spiaggia, tra balli sfrenati e grandiosi spettacoli pirotecnici che illuminano l’imponente ponte del Sydney Harbour.

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