“Curare il malato e non soltanto la malattia“. E’ questo il messaggio chiave emerso oggi in occasione dell’evento “Curare con il cuore”, organizzato al Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma, dove esponenti del mondo della sanità e di quello ecclesiale si sono avvicendati in una serie di interventi moderati dal giornalista Giovanni Minoli, sottolineando l’importanza di una umanizzazione delle cure nell’ottica di un percorso che permetta al paziente di sentirsi “una persona e non un numero“.
“Questo avviene organizzando il modo di curare i pazienti in maniera diversa dal passato – ha affermato l’ideatore dell’evento Massimo Massetti, ordinario di Cardiochirurgia all’Università Cattolica e direttore dell’Area Cardiologica del Gemelli – attraverso un metodo in cui tutto il personale di cura lavora sinergicamente, non seguendo logiche di reparto ma una sola logica, che è quella del paziente e della sua malattia. Curare il malato ancora prima della malattia è uno slogan che riassume bene il senso di questo appuntamento. Occuparsi del malato a 360 gradi, non solo della sua malattia biologica, ma anche del suo malessere psicologico e della sua sofferenza“.
Un’approccio che “deve nascere fin dalla formazione universitaria“, ha osservato Rocco Bellantone, preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica e direttore del Governo clinico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs: “Gli studenti vanno educati e formati con la testimonianza – ha spiegato – Se il loro tirocinio viene fatto accanto a docenti che trascurano il dialogo col paziente, è difficile che poi sentano dentro di loro questo tipo di missione. La cura nasce dal dialogo con il paziente e dal conforto“.
“Spesso gli ospedali e in generale i luoghi di cura, che dovrebbero essere i luoghi più umani, diventano invece luoghi disumani, dove il paziente si sente abbandonato e in difficoltà – ha evidenziato Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità – Questo non perché non ci siano bravi medici o infermieri, ma perché i ritmi, le tensioni e lo stress molto spesso li riducono a operatori tecnici e non a persone che curano altre persone. Questa oggi è una sfida gestionale veramente importante. C’è bisogno di riorganizzare l’assetto organizzativo funzionale dei luoghi di cura, affinché siano veramente in funzione dei cittadini. Non è facile – ha aggiunto – servono risorse e investimenti, ma soprattutto serve un cambiamento culturale che dobbiamo cominciare a fare dalle università, cioè quando formiamo i nuovi operatori sanitari“.
L’incontro è stato chiuso dall’intervento de cardinale Angelo De Donatis, vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, che ha citato l’episodio della guarigione del lebbroso dal Vangelo di Marco: “Da questo passo – ha rilevato – emergono bene le qualità che un medico deve avere. La compassione, il tendere la mano e toccare. Questo è un aiuto per poter mettere in atto una umanizzazione della cura, accompagnando il malato nel suo percorso“. “Nel momento del dolore – ha precisato – questa dimensione della umanizzazione della cura va portata avanti con impegno. Anche perché forse non basta soltanto la guarigione, in quel momento c’è anche bisogno di una dimensione di salvezza. Il Gemelli è un esempio da questo punto di vista. Questa dimensione è nel suo Dna, va curata e mantenuta viva“.
All’evento sono intervenuti anche Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica; monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’ateneo del Sacro Cuore; monsignor Mauro Cozzoli, docente di teologia morale alla Pontificia Università Lateranense e assistente ecclesiastico Amci della diocesi di Roma; Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù Irccs; Giovani Raimondi, presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, e Filippo Crea, ordinario di Cardiologia all’Università Cattolica e Direttore del Dipartimento di Scienze cardiovascolari e toraciche della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli.
Sanità: “Curare con il cuore”, voci a confronto al Gemelli di Roma
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