Nuova linfa per garantire il rispetto delle cure palliative e dare valore all’esperienza acquisita sul campo. La notizia arriva con la nuova finanziaria e per una regione come la Campania è di grande impatto, vista la presenza di due hospice in provincia di Avellino, 3 in provincia di Caserta, 4 in provincia di Napoli e 3 in provincia di Salerno. «Per garantire il rispetto della legge sull’accesso alle cure palliative, alla terapia del dolore e al rispetto dei Lea – sottolinea il direttore dell’Osservatorio Regionale Cure Palliative e Medicina del Dolore in Campania, Sergio Canzanella – vengono ritenuti idonei ad operare nelle reti dedicate alle cure palliative pubbliche o private accreditate medici sprovvisti dai requisiti previsti dal decreto del Ministero della Salute del 28 marzo 2013 (relativi alle equipollenze) ma che alla data di entrata in vigore della legge di Bilancio 2019 sono già in servizio presso queste reti e rispondono ad alcuni requisiti specifici». Canzanella spiega che i camici bianchi devono avere un’esperienza almeno triennale, anche non continuativa, nel campo delle cure palliative acquisita nell’ambito di strutture ospedaliere, residenziali-Hospice e Ucp domiciliari accreditate per l’erogazione delle cure palliative con il Servizio sanitario nazionale. E’ determinane che vi sia un congruo numero di ore professionali esercitate e di casistica assistita corrispondente ad almeno il 50% dell’orario previsto per il rapporto di lavoro a tempo determinato e, da ultimo, bisogna aver acquisito una specifica formazione in cure palliative attraverso l’educazione continua in medicina. «Master universitari in cure palliative – dice Canzanella – ovvero corsi organizzati dalle Regioni per l’acquisizione delle competenze di cui all’accordo tra Stato e Regioni del 10 luglio 2014».
Se da un lato si aprono grandi opportunità, dall’altro in regioni come la Campania restano importanti discrepanze nell’accesso alle cure e della “umanizzazione” delle stesse.
Da questo punto di vista Sergio Canzanella lancia un appello al ministro della Salute Giulia Grillo e al presidente della Regione Vincenzo De Luca, un’azione che è al tempo stesso simbolica e molto concreta: dotare gli ospedali cittadini di speciali targhe, pannelli e segnaletica con stampa in nero e a colori di alta qualità, a caratteri ingranditi per ipovedenti, in Braille trasparente o colorato e con immagini in rilievo. «In questo modo – dice Canzanella – si restituisce dignità a chi purtroppo ha perso o non ha mai avuto la vista e che, nelle nostre strutture sanitarie, non può avere nessuna autonomia». Queste targhe, che in molte regioni del Nord sono già in uso, permettono alle persone non vedenti o ipovedenti di muoversi all’interno di ogni struttura sanitaria senza necessità di essere accompagnati.
«Un piccolissimo investimento – conclude il direttore generale dell’Osservatorio Regionale per le Cure Palliative e dell’Associazione House Hospital onlus – che consentirebbe un importante cambiamento di traiettoria».
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Sanità, Finanziaria 2019: riconosciuta l’idoneità dei medici che operano nelle reti delle cure palliative
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