Solstizio d’Inverno 2018: tra scienza e cultura, ecco tutto quello che c’è da sapere sul giorno più breve dell’anno

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Nell’agitazione delle festività natalizie, molte persone dedicano poca attenzione all’arrivo del solstizio d’inverno. Che siate amanti dell’inverno o che desideriate che finisca il prima possibile, ecco tutto quello che c’è da sapere dal punto di vista scientifico e da festeggiare dal punto di vista culturale sul solstizio, che quest’anno sarà accompagnato dalla Luna Fredda e dalle stelle cadenti.

Quest’anno la data del solstizio d’inverno cade il 21 dicembre, più precisamente alle 23:23 italiane. Solitamente può oscillare tra il 20 e il 23 dicembre, con 21 e 22 che sono le date più comuni. Il prossimo solstizio si verificherà il 20 dicembre nel 2080 e il prossimo che cadrà il 23 dicembre sarà nel 2303. La ragione dietro tutto questo è l’anno tropicale, ossia il tempo che impiega il sole per “ritornare” allo stesso punto rispetto alla Terra, che è diverso dall’anno solare. L’anno tropicale è di circa 365,242199 giorni ma varia di anno in anno a causa dell’influenza degli altri pianeti. Come molti sapranno, le ore diurne diventano sempre più brevi prima del solstizio e iniziano ad aumentare lentamente dopo di esso. Ecco perché in alcune culture il giorno del solstizio è definito “il giorno più corto”.

Perché abbiamo i solstizi?

I solstizi d’estate e d’inverno, le stagioni e il cambiamento della lunghezza delle ore di luce nel corso dell’anno sono tutti dovuti ad un solo fattore: la Terra ruota su un asse inclinato. Questa inclinazione, probabilmente causata da un enorme oggetto che ha colpito la Terra miliardi di anni fa, fa sì che per metà dell’anno il Polo Nord sia più vicino al sole e che per la parte restante dell’anno sia il Polo Sud ad ottenere più luce. Ecco perché abbiamo le stagioni. Nell’emisfero settentrionale della Terra, la lunghezza massima delle ore diurne si verifica il 20, 21 o 22 giugno di ogni anno con il solstizio d’estate. Al contrario, nell’emisfero sud questo avviene il 21, 22 o 23 dicembre, quando noi abbiamo il nostro solstizio d’inverno.

Ma la durata del solstizio dipende anche dalla latitudine: più ci si trova a nord dell’equatore, meno ore di luce si avranno. Per questo la città di New York vivrà 9 ore e 15 minuti di luce (rispetto alle 15 ore e 5 minuti del solstizio d’estate), Helsinki, capitale della Finlandia, 5 ore e 49 minuti di luce e Utqiagvik, Alaska, continuerà ad essere al buio come succede dalla metà di novembre a causa della notte polare. Il Polo Nord non vede la luce del sole da ottobre. Il Polo Sud, invece, si godrà lo splendore del sole di mezzanotte, che non tramonterà fino a marzo.

Quello del solstizio d’inverno è il giorno più freddo dell’anno?

Solstizio invernoIl fatto che l’emisfero settentrionale riceva la minor luce solare nel giorno del solstizio d’inverno non significa necessariamente che sia il giorno più freddo dell’anno. I mesi più freddi dovranno ancora arrivare. Il motivo di questo “ritardo stagionale” è il fatto che gli oceani terrestri assorbono gran parte dell’energia del sole e la rilasciano lentamente, nel corso del tempo, quindi si viene a creare un ritardo tra il momento in cui riceviamo meno luce solare e quello in cui le temperature dell’aria sono più fredde. La stessa cosa accade per l’estate: c’è un ritardo tra il momento in cui l’insolazione è massima (solstizio d’estate) e i mesi più caldi (luglio o agosto).

Quella del solstizio d’inverno è la notte più lunga della storia della Terra?

solstizio inverno luna fredda

Probabilmente no, anche se ci andrà vicino. E il motivo è molto interessante. Poiché la Terra ha gli oceani liquidi e la luna, la sua rotazione si va gradualmente riducendo nel tempo a causa dell’attrito di marea. Questo significa che in lunghissimi periodi di tempo, i giorni stanno diventando costantemente più lunghi. Circa 4,5 miliardi di anni fa, la Terra impiegava solo 6 ore per completare una rotazione. Circa 350 milioni di anni fa, le servivano 23 ore e oggi sono 24. E i giorni continueranno a diventare ancora più lunghi.

Ma l’attrito di marea non è l’unico fattore determinante. Lo scioglimento dei ghiacci, che si verifica dalla fine dell’ultima era glaciale di 12.000 anni fa e che ora si sta intensificando a causa del riscaldamento globale, in realtà sta leggermente accelerando la rotazione terrestre, riducendo i giorni di poche frazioni di un millisecondo. Allo stesso modo, l’attività geologica nel nucleo della Terra, i terremoti, le correnti oceaniche e i cambiamenti stagionali del vento possono contribuire ad accelerare o rallentare la rotazione del nostro pianeta. Mettendo insieme tutti questi elementi, gli scienziati hanno stimato che il giorno più lungo della storia terrestre finora si è verificato nel 1912. Il solstizio d’estate di quell’anno è stato il periodo di luce diurna più lungo che l’emisfero settentrionale abbia mai visto. Al contrario, quella del solstizio d’inverno del 1912 è stata la notte più lunga mai avuta.

Alla fine, gli effetti dell’attrito di marea dovrebbero superare tutti questi altri fattori e i giorni terrestri diventeranno sempre più lunghi mentre la rotazione del pianeta continuerà a rallentare. Questo significa che in futuro, ci saranno numerosi solstizi d’inverno che stabiliranno nuovi record per la notte più lunga nella storia della Terra.

Esistono i solstizi su altri pianeti?

anelli Saturno CassiniTutti i pianeti del nostro sistema solare ruotano su un asse inclinato e quindi hanno stagioni, solstizi ed equinozi. Alcune di queste inclinazioni sono minori (come Mercurio, inclinato di soli 2,22°) ma altre sono più simili a quella della Terra (23,5°) o persino maggiori (Urano è inclinato di 98°!). Saturno, per esempio, è inclinato di 27° rispetto al sole e gli equinozi sul pianeta sono meno frequenti rispetto alla Terra. Il pianeta ad anelli vede un equinozio solo una volta ogni 15 anni, poiché servono 29 anni per completare un’orbita intorno al sole.

Il solstizio d’inverno nelle varie culture

L’apparente morte della luce e la minaccia reale della carestia nei mesi invernali pesavano molto sulle antiche civiltà, che tenevano varie feste e riti per celebrare il solstizio per annunciare il ritorno del sole e la speranza per una nuova vita. I pagani scandinavi e germanici accendevano fuochi e bruciavano ceppi di legno come gesto simbolico per riaccogliere la luce. L’Alban Arthan, moderna festività dei Druidi, venera la morte del Vecchio Sole e la nascita del Nuovo Sole.

I Saturnali dei Romani

La festività, che in origine onorava il dio dell’agricoltura, Saturno, commemorava la consacrazione del suo tempio nel 497 a.C.. Si festeggiava il 17 dicembre e i festeggiamenti duravano 7 giorni. La festività si è rapidamente trasformata in un momento di festeggiamenti e dissolutezza in cui i ruoli della società venivano ribaltati, con i padroni a servire gli schiavi e i servi che potevano insultare i loro padroni. In queste celebrazioni si indossavano anche maschere e si interpretavano ruoli, con ogni famiglia che eleggeva il “Re del malgoverno”. I Saturnali sono poi stati gradualmente sostituiti dal Natale nell’Impero Romano, ma molte delle loro tradizioni sopravvivono ancora oggi.

Spiriti oscuri sulla Terra

Il festival iraniano di Yalda viene celebrato nella notte più lunga dell’anno. Nell’epoca preislamica, annunciava la nascita di Mithra, antico dio del sole, e il suo trionfo sull’oscurità. Secondo la tradizione zoroastriana, gli spiriti maligni vagano sulla Terra e le forze dello spirito distruttivo Ahriman sono più forti in questa lunga notte. Le persone sono esortate a stare sveglie e in compagnia per gran parte della notte, mangiando, conversando e condividendo storie e poesie per evitare qualsiasi incontro con le entità oscure. Le credenze sulla presenza del demonio nella notte più lunga dell’anno sono radicate anche nel folclore celtico e germanico.

In Cina e nell’Asia orientale, il Dongzhi Festival è uno dei momenti più importanti dell’anno. Celebra il ritorno delle ore diurne più lunghe e l’aumento di energia positiva. Le origini del festival possono essere ricondotte alla filosofia Yin e Yang dell’equilibrio e dell’armonia. In questo periodo, per stare insieme, le famiglie della Cina meridionale spesso preparano e mangiano tangyuan, palle di riso, occasionalmente colorate, cucinate in un brodo dolce o salato.

Stonehenge si allinea con il tramonto

Solstizio inverno stonehengeL’asse principale del monumento megalitico è orientato verso il sole al tramonto, mentre Newgrange, un’altra struttura costruita più o meno nello stesso periodo di Stonehenge, si allinea con l’alba del solstizio d’inverno. I raggi del sole passano tra i massi della struttura, allineati con il percorso del sole, per dare vita ad uno spettacolo meraviglioso. Alcuni hanno ipotizzato che la posizione del sole avesse un significato religioso per le persone che hanno costruito la struttura, mentre secondo altre teorie il monumento è stato costruito lungo delle caratteristiche naturali che si allineano con il sole. La finalità di Stonehenge è ancora oggetto di dibattito, ma la sua importanza nel solstizio d’inverno continua ancora oggi, con migliaia di persone che si riuniscono sul sito ogni anno per celebrare l’occasione.

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