Spazio: “incontri ravvicinati” memorabili tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019

MeteoWeb

Incontri ravvicinati” memorabili sono attesi tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019.
Il 31 dicembre la sonda OSIRIS-REx si avvicinerà all’asteroide Bennu, mentre il 1° gennaio la sonda New Horizon raggiungerà Ultima Thule, la sua meta ai confini del Sistema Solare.

Dopo aver viaggiato nello spazio per oltre due anni percorrendo 2,2 milioni di chilometri, OSIRISREx (Origins Spectral Interpretation Resource Identification Security Regolith Explorer) farà il suo primo inserimento orbitale proprio il 31 dicembre: dovrà effettuare in seguito una serie di misurazioni per rivelare la massa di Bennu, un asteroide carbonaceo di tipo b che non ha subito molti cambiamenti geologici nel corso del tempo. Una volta calcolata la massa di Bennu, OSIRIS-REx orbiterà intorno all’asteroide per quasi un anno per mapparne le proprietà chimiche e mineralogiche e per scegliere due siti idonei per il prelievo di un campione di regolite carbonacea per ricostruirne la storia e la distribuzione.
La sonda non atterrerà su Bennu ma si servirà del braccio robotico Tagsam per prelevare un campione. Gli scienziati contano di poter effettuare la raccolta nell’estate del 2020: una volta portato a termine questo compito, OSIRIS-REx si dirigerà di nuovo verso la Terra – precisamente nel deserto dello Utah negli Stati Uniti –  dove rilascerà la capsula contenente il prezioso carico nel 2023.

Lockheed Martin

OSIRIS-REx è stata lanciata il 9 settembre 2016 dalla base Nasa di Cape Canaveral. La sonda fa parte del programma New Frontiers, dedicato allo studio degli asteroidi. L’obiettivo del programma  è acquisire informazioni sugli albori del Sistema Solare dato che gli asteroidi sono considerati residui del processo che ha condotto alla formazione dei pianeti.
L’Italia ha un importante ruolo nel progetto tramite l’Istituto nazionale di astrofisica: tra i ricercatori del team figurano infatti numerosi italiani, tra cui Maurizio Pajola dell’Osservatorio di Padova, Elisabetta Dotto dell’Osservatorio di Roma e John Robert Brucato dell’Osservatorio di Arcetri.

Manca poco anche al flyby più lontano nella storia dell’esplorazione spaziale: la sonda NASA New Horizons sorvolerà Ultima Thule, un oggetto della Fascia di Kuiper, una regione dello spazio costituita da residui del Sistema Solare. New Horizons ha dedicato gran parte del mese di dicembre ai preparativi per questo storico incontro, accendendo i suoi propulsori per effettuare una manovra di correzione della traiettoria, perfettamente riuscita. Gli strumenti di bordo hanno iniziato ad osservare Ultima Thule già dalla scorsa estate ed è emerso che l’oggetto potrebbe avere la forma di uno sferoide allungato con un diametro di più di 30 km o addirittura potrebbe essere un sistema composto da due piccoli corpi.
Grande attesa dunque per il 1° gennaio e per le prime immagini ad alta risoluzione dell’oggetto che verranno scattate dallo strumento Lorri (Long Range Reconnaissance Imager). Le foto verranno processate e saranno disponibili già dal giorno successivo e potrebbero già fornire alcune delle risposte che il team di New Horizons aspetta da 13 anni.
Dopo questo storico sorvolo, New Horizons resterà attiva fino alla fine del 2020, in modo da trasmettere a Terra tutti i dati raccolti e completare le osservazioni scientifiche della fascia di Kuiper.

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