Continua ad aggravarsi il bilancio dello tsunami innescato dall’eruzione del vulcano “figlio” del Krakatoa nello stretto della Sonda, in Indonesia: secondo la protezione civile locale i morti sono 281.
Prosegue senza sosta il lavoro dei soccorritori alla ricerca di dispersi, nel timore che si possano verificare altri eventi sismici e tsunami. Si contano oltre 1.000 feriti.
“Il numero delle vittime e dei danni continuerà a salire“, ha spiegato il portavoce della protezione civile Sutopo Purwo Nugroho. Sono 57 le persone che risultano ancora disperse e oltre 11mila quelle rimaste senza tetto nei cinque distretti, con quello di Pandeglang maggiormente colpito. “Lo tsunami è avvenuto improvvisamente” e “la comunità non ha avuto il tempo per evacuare“, per questo motivo il numero delle vittime “continua a crescere“.
Centinaia di edifici sono stati distrutti dall’onda di 20 metri generata dal vulcano, che ha investito la costa sud di Sumatra e quella est di Java.
Il “figlio del Krakatoa“, il vulcano Anak, continua ad eruttare e autorità indonesiane hanno invitato anche oggi la popolazione e i turisti a stare lontani dalle spiagge. Sono almeno 600 le abitazioni distrutte, 9 gli hotel severamente danneggiati.
