Tumori, Allison: “L’immunoterapia può battere la furbizia e le mutazioni del cancro”

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Il tumore è furbo, muta e si trasforma per sfuggire alle nostre difese immunitarie. “Perché allora combatterlo con l’immunoterapia? Perché l’immunoterapia ha un’elevata specificità, è adattabile e ha memoria”. A spiegarlo nel suo intervento all’aula medica del Karolinska Institutet di Stoccolma è James P. Allison del M.D. Anderson Cancer Center, che riceverà lunedì il Nobel per la medicina 2018 proprio per i suoi studi sull’immunoterapia anti-cancro.

Dopo aver ricordato le tappe dei suoi studi, e dedicato il suo intervento ai collaboratori che hanno lavorato insieme a lui al progetto di una vita, Allison ha ricordato alcuni elementi critici per lo sviluppo futuro di terapie che bersaglino i checkpoint immunitari: “Occorre determinare i meccanismi cellulari e molecolari coinvolti nell’effetto anti-cancro; determinare l’impatto di altri agenti terapeutici sul sistema immunitario; combinare le migliori terapie standard con gli agenti immunoterapici; individuare nuove molecole target per migliorare l’efficacia e identificare bio marker predittivi, prognostici o farmacodinamici”. Per poter scatenare l’attacco immunitario in modo mirato ed efficace contro le singole cellule tumorali, sfruttando anche la memoria delle cellule guerriere per riconoscere il nemico.

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