“Ci sentiamo traditi dallo Stato. Mi fa male constatare che una parte delle istituzioni ci ha tradito. Chi avrebbe dovuto tutelare i nostri cari non lo ha fatto“. A parlare è Marco Tinari, papà di Jessica, la 24enne di Vasto (Chieti) morta nell’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara) travolto da una valanga il 18 gennaio 2017, insieme al fidanzato, il 25enne Marco Tanda, e ad altre 27 persone.
Tinari commenta così il nuovo fascicolo di indagine della Procura di Pescara che ha notificato sette avvisi di garanzia per il reato di frode in processo penale e depistaggio a carico del personale della Prefettura di Pescara.
“Ci fa ancora più rabbia apprendere che in questa nuova inchiesta sia coinvolto personale della Prefettura. C’era stato un esposto con il quale chiedevamo perché fosse sparita dal brogliaccio la telefonata del mattino del 18 gennaio nella quale si diceva che i clienti dell’albergo avevano paura delle scosse e volevano andare via. Mi chiedo perché, e non so darmi pace, il tentativo di nascondere le prove – conclude – Ci sono responsabilità che vanno accertate”.