Antibiotici 2.0. Come saranno gli antibiotici del futuro? Precisi e selettivi. Per crearli i ricercatori si serviranno di ‘forbici genetiche’ per crearne dei nuovi sempre più efficaci, in modo da sostituire quelli attuali che sono ormai in declino.
A testare lo strumento della modifica dei geni noto come ‘Crispr‘ con questo nuovo obiettivo è un team di esperti dell’Università del Wisconsin-Madison e dell’Università della California a San Francisco, che si propongono di studiare quali geni vengono presi di mira da particolari antibiotici, fornendo indicazioni su come migliorarli o svilupparne di nuovi.
I ricercatori hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista ‘Nature Microbiology’, ottenuti approfittando del sempre più popolare strumento molecolare Crispr, ma in un modo unico. La resistenza ai medicinali da parte di agenti patogeni responsabili di malattie anche gravi è un problema crescente, che si stima possa mettere in pericolo milioni di vite e costare oltre 2 miliardi di dollari ogni anno solo negli Stati Uniti.
“Quello che dobbiamo fare è capire le nuove debolezze in questi batteri“, dice Jason Peters, professore di scienze farmaceutiche della UW-Madison, che ha sviluppato il nuovo sistema. La tecnica, ribattezzata ‘Mobile-CRISPRi’, consente agli scienziati di studiare la funzione antibiotica in un’ampia gamma di batteri patogeni.
Se normalmente il sistema Crispr viene utilizzato su un gene, in cui il Dna viene ‘tagliato’ in due in modo che possa essere modificato e riparato da un danno, Peters e i suoi collaboratori hanno lavorato con una forma diversa di Crispr, appunto CRISPRi. Questa è stata progettata per non essere in grado di tagliare il Dna, ma semplicemente per porsi sul gene e bloccare altre proteine ??dall’accesso e dall’attivazione.
Il risultato è un’espressione inferiore del gene e una quantità ridotta della proteina per la quale questo gene codifica. Ebbene, i ricercatori hanno dimostrato che se si riduce la quantità di proteine ??’bersaglio’ di un antibiotico, i batteri diventano molto più sensibili a livelli più bassi del farmaco. Con questo sistema migliaia di geni alla volta possono essere analizzati come potenziali bersagli antibiotici, aiutando gli scienziati a imparare come funzionano gli antibiotici e come migliorarli.