Altro che miele e limone, ecco il rimedio goloso per combattere la tosse e alcuni miti da sfatare

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Siamo in inverno e soprattutto nella prima settimana di Gennaio, l’Italia è stata colpita da due importanti ondate di gelo e neve. Freddo e neve significano spesso tosse e raffreddore, talmente fastidiosi da portarci a tentare qualsiasi rimedio per porvi fine il prima possibile: pastiglie, spray, sciroppi e rimedi della nonna. Eppure la soluzione potrebbe essere più semplice e soprattutto più golosa delle solite medicine: il cioccolato.

Almeno secondo quanto dichiarato dal Prof. Alyn Morice, direttore di studi respiratori e cardiovascolari presso l’University of Hull e membro fondatore dell’International Society for the Study of Cough, consumare una barretta di cioccolato al latte è più efficace dei farmaci da banco.

cioccolatoSi tratta dei risultati dello studio più grande mai realizzato in Europa su un rimedio contro la tosse, denominato ROCOCO, che dimostrano che un nuovo farmaco contenente cacao è più efficace del classico sciroppo per la tosse. Lo studio ha coinvolto 163 pazienti e i risultati saranno pubblicati prossimamente su una rivista del settore. Questo nuovo farmaco sperimentale, rinominato Unicough, ha dimostrato di ridurre la frequenza della tosse e i disturbi che arreca al sonno entro 2 giorni. I pazienti che lo hanno assunto mostravano un notevole miglioramento dei sintomi in 48 ore rispetto ai pazienti che prendevano i classici farmaci per il disturbo.

L’idea che il cioccolato sia in grado di curare la tosse potrebbe suonare un po’ strana, ma i ricercatori credono che i benefici siano dovuti principalmente alle proprietà emollienti del cacao. Questo significa che è più viscoso delle medicine standard, quindi forma una copertura che protegge le terminazioni nervose nella gola che innescano l’impulso della tosse. Questo effetto emolliente spiega perché miele e limone e altri sciroppi zuccherati possano essere d’aiuto contro la tosse.

cioccolato fondenteNon vi illudete però: bere una tazza di cioccolata calda non avrà lo stesso effetto perché il cacao non starà in contatto con la gola abbastanza a lungo da formare un rivestimento protettivo. Gustare lentamente un pezzo di cioccolato, invece, potrebbe fornire un certo sollievo, ma è il modo in cui i composti del cioccolato “lavorano” con gli altri ingredienti nello sciroppo a renderlo così efficace. Oltre al cioccolato stesso, l’effetto emolliente assicura che gli altri ingredienti per calmare la tosse – difenidramina, levomentolo e cloruro d’ammonio – siano in contatto con le terminazioni nervose sensibili il più a lungo possibile.

Tuttavia, questo non è il primo studio a dimostrare che il cioccolato può calmare la tosse. In precedenza, i ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno scoperto che la teobromina, un alcaloide contenuto nei semi di cacao, è più efficace della codeina, ingrediente dei farmaci contro la tosse, nel sopprimere il bisogno di tossire.

Esistono diversi tipi di tosse?

Entrambi gli studi citati in questo articolo dimostrano anche che è tempo di abbandonare la ridicola idea secondo cui esistono diversi tipi di tosse, che quindi avrebbero bisogno di tipi differenti di farmaci. È un mito. Dal punto di vista del marketing, ha molto senso parlare di tosse secca, grassa, stizzosa o da catarro perché è un modo per incoraggiare le persone a comprare un maggior numero di prodotti. Ma dal punto di vista scientifico è un’idea assolutamente superata.

L’idea che la tosse dovesse essere classificata in questo modo si è consolidata nel XIX secolo quando dilagava la tubercolosi. Ma può essere fatta risalire ad epoche ancora più antiche. Gli antichi Greci, infatti, pensavano che tutte le malattie fossero il risultato di uno squilibrio tra i cosiddetti 4 umori: sangue, flegma (muco), bile nera e bile gialla. Oggi sappiamo che quasi tutta la tosse è causata da un’infezione del tratto respiratorio superiore che spesso accompagna un raffreddore o un’influenza e con questo tipo di infezione non c’è una reale differenza tra la tosse secca e quella che produce una grande quantità di muco. Non è il muco a provocare il bisogno di tossire, ma il fatto che l’infezione abbia evitato il meccanismo di difesa del corpo, andando a rendere ipersensibile il tratto respiratorio superiore. Questo va a vantaggio del virus, perché induce l’impulso di tossire che contribuisce alla sua diffusione.

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