Lo stato di New York ha appena trasformato in legge un a dir poco barbaro disegno legislativo che permetterà alle donne di abortire in qualsiasi momento della gravidanza e in particolare durante il terzo trimestre. La legge richiede solo che la salute della madre sia a rischio. Ma il termine “salute” è così ampio che potrebbe significare qualsiasi cosa: dalle questioni mediche a quelle fisiche, psicologiche e persino finanziarie. La legge, inoltre, definisce la vita solo dopo la nascita, quindi i bambini non ancora nati uccisi, per esempio, da un automobilista ubriaco o da un ignobile atto di violenza non verranno più considerati come tali.
E cosa ancora più scioccante, ci sono state celebrazioni in tutto lo stato quando la legge è stata accettata! Il Governatore Andrew Cuomo ha persino richiesto che la guglia di 124 metri del One World Trade Center e altri luoghi simbolo del Paese fossero illuminati di rosa per festeggiare questo “grande risultato” dal loro punto di vista. Quanto può essere ripugnante e spiacevole che una legge così drastica e radicale sull’aborto venga celebrata sul luogo del più grande attacco terroristico nella storia degli Stati Uniti? Il monumento che riflette le impronte in cui si trovavano le Torri Gemelle contiene i nomi di ogni persona morta in quel giorno terribile. Oltre a questi quasi 3.000 nomi, ce ne sono 11 di bambini mai nati, che hanno perso la vita quel giorno insieme alle loro madri. Quindi come può uno stato che riconosce e piange la morte di quei bambini che non hanno potuto vedere la luce a causa dei tragici eventi dell’11 settembre 2001 celebrare l’omicidio di altri stessi identici bambini ancora nel grembo materno?
Ecco le sue parole: “Giusto per comprendere il punto della situazione, ecco come viene eseguito un aborto a fine gravidanza, il tipo di aborto appena legalizzato nello stato di New York: come spiegato da ex abortisti, al bambino viene iniettato un veleno direttamente nel cranio o nel torso. Soffre poi una morte terribilmente dolorosa, che sentirà sicuramente grazie al suo sviluppato sistema nervoso. La madre terrà il corpo nel suo grembo per un giorno. Il giorno seguente, ci sarà un’ecografia per verificare se il bambino è morto. Se non lo è, se ha continuato a contorcersi e agonizzare per le ultime 24 ore, aggrappandosi alla vita, riceverà un’altra iniezione. Il giorno seguente, la madre partorirà il suo bambino morto. A volte lo partorirà in ospedale, ma se non facesse in tempo, l’ospedale sarebbe felice di consigliare di partorire nel bagno di casa”.
Sono parole dure e crude quelle di Walsh, che però descrivono perfettamente l’atroce e crudele realtà. Con questa legge, in pratica, si sta consentendo il sacrificio persino di bambini formati, ormai giunti a termine della gravidanza, in nome della convenienza. Come civiltà, spesso pensiamo di essere più evoluti delle generazioni passate, ma questo non è proprio il caso.