I californiani stanno cercando di recuperare dopo una serie di tempeste che hanno scaricato forti piogge e neve in tutto lo stato, causato almeno 6 vittime e costretto al salvataggio di oltre 12 persone dai fiumi impetuosi. Le squadre di emergenza stanno lavorando per rimuovere il fango, i detriti e gli alberi che hanno bloccato alcune strade da Malibù a San Francisco. Nella contea di Ventura, i residenti sono esortati ad evitare di entrare in contatto con le acque scaricate dalla tempesta o con l’acqua dell’oceano per diversi giorni dopo che l’inondazione di un parcheggio per camper ha scaricato 17.000 litri di acque di scarico in un fiume vicino.
Quanto meno i 3 giorni di piogge torrenziali sono serviti a ridurre la siccità della California: in alcune parti del sud dello stato sono caduti 250mm di pioggia, mentre a Los Angeles tra 76 e 150mm. I ricercatori universitari e del governo che gestiscono la mappa sulla siccità statunitense ora classificano gran parte della California come eccessivamente secca o con moderata siccità. Solo il 6% dello stato rimane in siccità grave o estrema, rispetto a quasi un quarto dello stato fino a settembre 2018. La pioggia e la neve che hanno sferzato la California hanno portato alla cancellazione di oltre 140 voli, hanno abbattuto alberi e linee elettriche e causato alluvioni localizzate, come potrete vedere nei video in fondo all’articolo.
Un’escursionista di 57 anni è in condizioni critiche dopo essere stata colpita da un masso a Malibù. Nella comunità di Mill Valley, contea di Marin, a nord di San Francisco, un uomo è stato ucciso quando è saltato in strada per schivare un albero che stava cadendo, venendo però investito da un veicolo, secondo la California Highway Patrol (CHP). Un ramo di un albero che stava cadendo ha ucciso un senzatetto a Oakland. L’uomo probabilmente stava “cercando di restare asciutto” riparandosi sotto l’albero, secondo quanto riferito da Herman Baza, ufficiale della CHP. Sempre la CHP ha riportato che 4 persone sono state uccise in incidenti separati nel nord della California causati dalle strade rese scivolose dalla pioggia, incluso un bimbo di appena 1 anno tra le 3 persone morte in un incidente nella città di Placerville.
Nelle contee di Riverside e San Bernardino, a est di Los Angeles, i vigili del fuoco hanno salvato 13 persone senza fissa dimora rimaste bloccate sulle isole del Santa Ana River. Anche a Los Angeles, circa 20 residenti sono stati evacuati dalle loro case nelle Hollywood Hills dopo la comparsa di fango proveniente da sotto una casa. Nessuno è stato ferito e i residenti hanno potuto far ritorno alle loro case qualche ora più tardi. A San Francisco, gli alberi abbattuti hanno bloccato l’iconica funivia per ore e in maniera simile altri treni hanno subito ritardi. Le autorità avvisano sulla possibilità di alluvioni e flussi di detriti in quel che resta della città di Paradise, rasa quasi completamente al suolo dal Camp Fire, e nell’area circostante ormai spoglia degli alberi e della vegetazione che avrebbe fatto da protezione in una situazione simile.
Nel sud della California, i residenti della comunità di Oak Park hanno utilizzato pompe e sacchi di sabbia per contenere le acque impetuose. Le autorità sono preoccupate dall’innalzamento dei corsi d’acqua e hanno ordinato evacuazioni in alcune zone di Malibù e altre aree colpite dagli incendi. La città di Malibù ha anche chiuso le scuole. Circa 280.000 clienti sono rimasti senza energia elettrica. Nel frattempo, condizioni di blizzard hanno imbiancato le elevazioni maggiori della Sierra Nevada e gli impianti sciistici dell’area con 1,2m di neve giusto in tempo per il weekend festivo di Martin Luther King Jr. Le pesanti nevicate hanno anche innescato un’allerta valanghe sulla Sierra Nevada. I venti hanno soffiato fino a 264km/h sulla Mammoth Mountain.
Gran parte della California dovrebbe tornare asciutta e soleggiata nella giornata di oggi, 18 gennaio. La tempesta si sta ora spostando verso est e dovrebbe produrre forti piogge, neve e vento in Colorado. “Colpirà la costa orientale entro domenica (20 gennaio, ndr), dal Maine alla Florida”, dichiara Steve Anderson, del Servizio Meteorologico Nazionale.