Pasta, quale acquistare? “Il Salvagente” ha analizzato le marche più note, ecco i giudizi

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Pasta, che passione! Tuttavia, uno dei principali dubbi dei consumatori è, quale scegliere? Come capire, tra le svariate marche disponibili in commercio, quale sia la migliore per qualità, componenti e resa? 

Ci ha pensato “Il Salvagente” che, nella sua inchiesta, ha analizzato diverse marche di pasta, evidenziandone componenti e elementi rischiosi, come la presenza di pesticidi o di glifosato. Dello studio se n’è parlato anche nella trasmissione televisiva Striscia la notizia.

“Puntata incandescente quella di Striscia la Notizia. Max Laudadio nella fortunata rubrica alimentare ‘È tutto un magna magna’, ripercorre assieme a noi il test dello scorso novembre sulla pasta italiana. – scrivono da “Il Salvagente” – E lo fa senza timori reverenziali nei riguardi di nessuno, né dell’industria italiana, né di chi continua ad approvvigionarsi di grani esteri.”

“Laudadio – proseguono – racconta tutti i passaggi che hanno portato al titolo di copertina del Salvagente (La verità sulla pasta italiana) dalle importazioni di grano da Stati Uniti e Canada con i conseguenti problemi di contaminazione da Glifosato utilizzato in fase di preharvest (ossia poco prima del raccolto), alla recente decisione di molti big della pasta italiana di rinunciare al grano proveniente da quelle zone, così come ha raccontato Enrico Cinotti nella lunga inchiesta.”

Nella puntata un approfondimento anche sui pesticidi che le nostre prove hanno rilevato nei 23 pacchi di pasta analizzati. Con un’intervista all’oncologa Patrizia Gentilini che spiega i pericoli legati all’effetto cocktail, ossia alla presenza contemporanea di più di un fitofarmaco per quanto al di sotto dei limiti di legge.

Anche la presenza di micotossine – specificano – è finita al centro del servizio di Max Laudadio che ha sottolineato il paradosso di come i limiti di legge siano fissati per bambini sotto i tre anni e per adulti, di fatto equiparando consumatori che hanno appena compiuto tre anni a un cinquantenne.”
“Nel servizio, – concludono – vengono fatti i nomi dei marchi analizzati e si citano i risultati di alcuni dei vincitori del confronto e di alcuni dei marchi bocciati. Per completezza, ecco l’elenco integrale dei risultati pubblicati nel numero del Salvagente di novembre.”

LE 22 PASTE ESAMINATE E I GIUDIZI

Giudizio ECCELLENTE

De Cecco: voto 9,8 – De Cecco integrale: voto 9,6 – Voiello 100% grano aureo: voto 9,5 – La Molisana: voto 9,5 – Rummo: voto 9,1

Giudizio OTTIMO

Alce Nero Bio: voto 9 – Garofalo integrale: voto 8,9 – Rummo Bio integrale: voto 8,9

De Cecco Bio: voto 8,8 – Coop Bio: voto 8,7 – Buitoni: voto 8,7

Giudizio BUONO

Barilla Bio: voto 7,5

Giudizio MEDIO

Barilla 5 cereali: voto 6,9 – Garofalo: voto 6,7 – Esselunga: voto 6,5 – Barilla: voto 6,4

Divella: voto 6,3 –  Coop: voto 6,2 – Granoro: voto 6,1 – La Molisana integrale: voto 6

Giudizio MEDIOCRE

Del Verde: voto 4,5

Giudizio SCARSO

Combino (Lidl): voto 3,5 – Tre Mulini (Eurospin): voto 3

** dati analizzati dal sito il Salvagente

La verità sulla pasta italiana, il test nel nuovo numero in edicola del Salvagente

Sotto la spinta di un’opinione pubblica che da anni anche grazie ai test del Salvagente chiedeva una materia prima senza glifosato e Don, la cosiddetta vomitossina, il mercato si è dovuto adeguare. La bassa contaminazione da glifosato e l’assenza di alcune micotossine rispetto alle indagini analitiche svolte dal nostro giornale in anni recenti, raccontano di un frumento diverso, “coltivato in aree meno umide e per questo più solarizzato”, spiega al mensile leader nei Test di laboratorio contro le truffe ai consumatori il professor Alberto Ritieni, grande esperto dei micotossine. La presenza contenuta di glifosato, poi, segnala l’impiego di un grano meno trattato di quello del Nord America che è “essiccato” chimicamente con il noto erbicida della Monsanto, ritenuto “probabile cancerogeno” dalla Iarc.

Addio al grano canadese

In altre parole i nuovi risultati delle analisi del Salvagente confermano che la materia prima è oggi diversa da quel grano, canadese e statunitense, spesso troppo contaminato dal Don e con residui di glifosato davvero preoccupanti. “L’industria italiana ha dovuto cambiare le rotte dell’approvvigionamento perché i consumatori hanno chiesto di cambiare la pasta”, spiega Rolando Manfredini, responsabile Sicurezza alimentare della Coldiretti.
E la conferma arriva direttamente dai dati Istat sulle importazioni cerealicole: in meno di due anni, dal 2016 ad oggi, il grano canadese si è letteralmente azzerato passando da oltre un miliardo di chili ad appena 43 milioni nel primo semestre 2018. Nello stesso periodo il “duro” statunitense è sceso di quasi il 60% mentre parallelamente il grano francese ha per due anni di seguito raddoppiato i quantitativi, passando da quinto ai primissimi posti tra i fornitori di frumento dell’Italia.

Non abbassiamo la guardia

La provenienza, come abbiamo più volte rimarcato, da sola non garantisce qualità. Tuttavia aver ridotto l’uso di un grano come quello nord americano mette al riparo da alcuni rischi, come quello del glifosato che in questi paesi è autorizzato anche in fase di pre-raccolta per favorire la maturazione dei chicchi: si usa la chimica perché la natura – il sole – è meno clemente. Ognuno tragga le sue considerazioni.
I dati del mensile dei consumatori invitano a un cauto ottimismo. Trovare campioni con anche 4 o 5 residui di pesticidi, con il rischio dell’effetto combinato sulla nostra salute, così come l’insorgenza di micotossine diverse da quelle a cui eravamo abituati suggeriscono che è ancora presto per cantar vittoria. E invitano a non abbassare la guardia.

Oltre all’analisi su pesticidi e micotossine, i laboratori incaricati dal Salvagente hanno valutato anche il contenuto di proteine e, attraverso le prove di cottura, quelle che non deludono nel piatto.

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