Con l’uscita degli ultimi modelli, abbiamo dato uno sguardo alle tendenze sull’evoluzione del modello associato allo Stratwarming in corso. Il risultato è la divisione del vortice polare in un vortice spinto sul continente europeo e in un altro spinto sul Nord America. Le ultime tendenze indicano che gran parte dell’Europa inizierà ad avere temperature molto più fredde e nevicate già alla metà di gennaio.
Il modello europeo ECMWF indica che gli effetti dello Stratwarming (Riscaldamento stratosferico improvviso) intorno al 10 gennaio sono abbastanza importanti con lo sviluppo di venti orientali tra le latitudini 50-90°N. Questo suggerisce una potente dorsale sull’area artica mentre sistemi di bassa pressione/depressioni si svilupperanno sulle medie latitudini. In sintesi, questo significa un modello dinamico con neve e freddo sull’Europa. Gli effetti dello Stratwarming solitamente si manifestano in circa 2-3 settimane con la divisione del vortice polare in due o più vortici minori, spinti verso le medie latitudini. I primi effetti inizieranno a farsi sentire subito dopo il 10 gennaio, quando sia il modello ECMWF che il modello GFS concordano ampiamente su un esteso e persistente sistema di alta pressione sul Nord Atlantico e sull’area artica. Ad est e sud, le depressioni verranno spinte sull’Europa, determinando condizioni molto più fredde della media per un’ampia zona del continente.
Guardando ancora più avanti verso la metà del mese, nel periodo dal 15 al 20 gennaio (ossia 2-3 settimane dall’inizio dell’evento) le condizioni più fredde si estenderanno anche all’Europa occidentale e sudoccidentale. Sarà il risultato del rafforzamento della dorsale dal Nord Atlantico all’area artica. In una delle mappe contenute nella gallery a corredo dell’articolo e basata sul modello GEFS, è indicata una forte dorsale con un sistema di alta pressione sull’area artica, mentre un’altra forte dorsale sarà posizionata sull’Atlantico centrale, l’Anticiclone delle Azzorre. In mezzo si creeranno depressioni con sistemi di bassa pressione sul Nord Atlantico e sulla maggior parte del Vecchio Continente. Il “canale” tra la bassa pressione a nord e l’alta pressione a sud supporterà l’avvezione di umidità e cicloni sul continente, che dovrebbe rimanere più freddo della media. Questo aumenterà il potenziale per abbondanti nevicate con l’evoluzione di cicloni sul continente.
Ricapitolando il tutto attraverso l’aiuto della mappa GEFS per il 17 gennaio, l’intero continente dovrebbe ritrovarsi con temperature inferiori alla media, inclusa l’Europa occidentale e sudoccidentale. Maggiori dettagli potranno essere forniti verso la metà del mese, ma le tendenze attuali indicano già che siamo in attesa di un forte ruggito dell’inverno nelle prossime settimane. Continuate a seguire MeteoWeb per avere tutti gli aggiornamenti sull’evoluzione della situazione.